La passione per il kickboxing che spopola a Ruvo

I risultati ottenuti dagli atleti del DojoGym, la palestra dei fratelli Lorenzini, testimoniano il grande appeal tra i giovani di uno sport apparentemente per pochi

Tra i diversi sport che si praticano dalle nostre parti, ve ne sono alcuni che sia pure di nicchia fanno registrare un notevole seguito da parte degli atleti e del pubblico. E’ il caso del kickboxing, alla cui promozione si dedica con successo l’associazione DojoGym di Ruvo di Puglia. Un’effervescente realtà sportiva nata grazie alla tenacia dei fratelli Salvatore e Tommaso Lorenzini, che sono riusciti a trasmettere la loro passione anche a molti piccoli atleti; un compito, in realtà, agevolato dalle performance di Tommaso, che nel periodo della pandemia nelle vesti di Spiderman è divenuto un vero eroe, adorato da tutti i bambini di Ruvo.

Da sin. Alessio de Leo, Alessandro Di Bitonto, Gabriele Guicciardini, Antonio Columella e Giuseppe Lorusso

“DojoGym è nata il 21 settembre 2010 – spiega Salvatore – esattamente 12 anni fa, proprio lo stesso giorno in cui è venuto alla luce il mio primogenito Paolo. Non sarà un caso che anche lui si sia appassionato al kickboxing, ottenendo già tanti buoni risultati, anche se oggi la sua priorità è la scuola. Per quanto mi riguarda, ho cominciato a praticare questo sport nel 2000 e oggi posso vantare nel mio curriculum tantissime gare. Come tutti gli atleti sono dovuto passare attraverso vari infortuni; ma mi sono ripreso sempre in fretta, ottenendo ulteriori, importanti risultati”.

Successi susseguitisi sino agli ultimi tempi. Come lo scorso 20 novembre, al palazzetto dello sport di Molfetta, dove si è svolta la prima tappa valevole per le qualifiche nazionali delle tre sigle WKF, IKC e WKA unificate tra loro. “Alla bella età di 42 anni e dopo essermi ritirato dalle gare, ho deciso di rimettermi in pista, indossando nuovamente i guantoni e affrontando, nella finale di categoria 71 kg, un avversario temibile come il trentaquattrenne Vincenzo Gelo. Un gran bel match, nel corso del quale entrambi abbiamo offerto spettacolo sul ring, impressionando anche i giudici, che hanno deciso un verdetto di parità, lasciandoci entrambi a pieno punteggio per il prosieguo del campionato”, racconta Salvatore. “Anche il successivo weekend – prosegue – è stato molto gratificante. A Manfredonia, si sono disputati i campionati interregionali della XFC – Extreme Fighter Champion: mi sono tolto la soddisfazione di conquistare un’altra medaglia nella categoria +19 anni, pesi medi 71 kg”.

Oltre quelli del titolare, per molti atleti della società ruvese sono tempi di ottimi risultati. Giuseppe Lorusso classe 2007, 15 anni, iscritto alla categoria 64 kg, kick light: ai campionati interregionali di Manfredonia, l’atleta ruvese è riuscito a conquistare il primo posto. E nella tappa di Molfetta è giunto un altro podio: questa volta un prezioso secondo posto. “La mia passione per il kickboxing è nata guardando dei video. Quando ho deciso di cominciare questa nuova esperienza, mi sono iscritto all’associazione DojoGym. Cerco sempre di dare il meglio di me stesso. Non nego l’emozione e la tensione nel preparare la gara di Manfredonia, dove ho ottenuto il primo posto nella mia categoria. Posso ritenermi soddisfatto anche della gara di Molfetta, dove ho concluso con un significativo secondo posto”, affeerma Giuseppe.

Da sin. Alessio de Leo, Giuseppe Lorusso, Salvatore Lorenzini e Alessandro Di Bitonto

Un ottimo secondo posto lo ha portato a casa anche Alessandro Di Bitonto, classe 2005, impegnato nella categoria 60 kg nella finale di kick light. Il giovane atleta, in realtà, è stato abbastanza sfortunato: durante il combattimento si è infortunato, subendo un colpo scorretto che gli ha tolto il respiro. Ciononostante è riuscito a terminare nel miglior modo il match e a salire sul secondo gradino del podio. “Mi sono avvicinato a questo sport grazie a mio padre che lo pratica già da molti anni e che da piccolo mi ha sempre portato a vedere gli allenamenti. Ormai sono nove anni che mi dedico anche se non in maniera costante”, racconta.

Un’altra gloria della DojoGym, con due secondi posti all’attivo, è Antonio Columella, classe 2005, 17 anni pesi leggeri, 58 kg. “Mi sono appassionato al kickboxing grazie ai social. Ero molto attratto dagli incontri di atleti professionisti. Se ho intrapreso questa carriera sportiva, dedicandomi con impegno ad essa, lo devo ai fratelli Lorenzini”, chiarisce. Altri ottimi risultati sono arrivati da Alessio De Leo, classe 2008, 14 anni (nella categoria 78 kg light concact ha conquistato due ottimi secondi posti a Molfetta e Manfredonia) e da Gabriele Guicciardini, classe 2006, 16 anni, pesi mediomassimi 83 kg.

Salvatore e Tommaso Lorenzini

Ma in cosa consiste e come si pratica il kickboxing? Si tratta di uno sport di combattimento con origini nel sud-asiatico. Intorno agli anni ’60 si affermò in Giappone, per poi diffondersi anche negli Stati Uniti. La caratteristica di questo sport è una felice combinazione delle tecniche di calcio, tipiche delle arti marziali orientali, ai colpi di pugno tipici del pugilato. Ma vediamo alcuni colpi fondamentali. Diretto è il colpo sferrato stendendo il braccio in avanti, a colpire il volto o busto dell’avversario. Viene realizzato sfruttando la torsione della gamba d’appoggio, della schiena e delle spalle. Gancio è il pugno sferrato mantenendo il braccio piegato, ad uncino, e ruotando la spalla; montante è il colpo sferrato dal basso verso l’alto, a cercare solitamente il mento dell’avversario, anche se può essere diretto al busto o all’addome.

Un allenamento in palestra

Ai pugni, come si è detto, si uniscono i calci, assestati secondo alcune tecniche particolari. Il calcio frontale è sferrato portando la gamba al petto e poi stendendola in avanti, per colpire con l’avampiede o anche con il tallone. Il calcio laterale è simile al calcio frontale ma sferrato da posizione laterale, ruotando la gamba d’appoggio a 90° e andando a colpire con l’altra utilizzando il taglio del piede. Il calcio circolare o rotante è assestato muovendo la gamba con una traiettoria appunto circolare, colpendo con la tibia o con la monta del piede. Viene realizzato torcendo tutto il corpo, a partire dal piede d’appoggio che, nell’esecuzione, ruota di 90° in avanti nella direzione del movimento. Può essere diretto alle gambe dell’avversario, e si parla in questo caso di low kick, al fianco (calcio medio o middle kick) o al volto (calcio alto o high kick). Il calcio girato si sferra torcendo il corpo a 360 gradi. Per effettuare un calcio incrociato (crescent kick) la gamba compie un movimento laterale ascendente per colpire il volto. Il calcio da ascia (axe kick) è un movimento opposto a quello del crescent kick, col piede che cade dall’alto verso il basso e lateralmente, usato solitamente per aprire la guardia avversaria. Per finire, il calcio ad uncino (hook kick), che consiste nel colpire con una traiettoria di rientro, effettuando una rotazione di 90°. Il colpo va assestato con la pianta del piede oppure con il tallone.

Nella foto in alto, il team del DojoGym, con al centro i fratelli Tommaso e Salvatore Lorenzini.