I fratelli baresi che hanno “espugnato” il Galles in barca

Impegno ma soprattutto passione sono il segreto del trionfo ai mondiali di Michelangelo e Alessandra Quaranta, giovani stelle del Circolo Canottieri Barion

Per il Circolo Canottieri Barion questa coda della bella stagione continua a rivelarsi particolarmente felice ed emozionante. Dopo Velia Pisanelli, la giovanissima atleta tarantina laureatasi campionessa italiana under 18 di Sup Race, indossando la maglia della gloriosa società barese, è toccato ai fratelli Michelangelo e Alessandra Quaranta portare ancora più in alto il nome del Barion, conquistando il Mondiale Beach Sprints di canottaggio nel doppio misto under 19. I due giovani fratelli baresi (18 e 16 anni) hanno rappresentato l’Italia nelle tre giornate di gara a Saundersfoot in Galles, dove sono giunti dopo la vittoria ottenuta a Barletta, lo scorso luglio, laureandosi campioni d’Italia.

Ai mondiali hanno esordito con un settimo posto nella gara time trial, percorso disputato a cronometro in solitaria. Ma è stato solo l’inizio, perché non appena sono iniziati i turni ad eliminazione diretta è giunto il primo successo contro il Giappone. Nei quarti di finale i fratelli Quaranta hanno ottenuto un ottimo risultato, eliminando i padroni di casa tra la delusione dei tifosi inglesi. Nel turno in semifinale, hanno affrontato i rivali degli Stati Uniti, eliminandoli e ottenendo il pass per la finale. L’ultimo atto è stata la sfida con la Spagna: i ragazzi baresi sono riusciti ad esprimere il meglio di se stessi, nonostante le condizioni meteo non fossero delle migliori e il mare fosse abbastanza increspato per la forza del vento.

A qualche giorno dalla vittoria, quando Mechelangelo e Alessandra hanno fatto ritorno a casa e hanno potuto riflettere con calma sullo straordinario risultato ottenuto, li abbiamo intervistati per farci raccontare l’emozione vissuta e cercare di capire cosa c’è dietro un successo così luminoso.

Allora Michelangelo, qual è stato il tuo primo pensiero dopo aver battuto la Spagna? 

Il mio primo pensiero quando siamo arrivati al traguardo è stato: Ce l’abbiamo fatta! Ma nessuno sa che avevo fatto una promessa a mia sorella e ad una mia amica, in caso di vittoria: così, nonostante l’acqua gelida, mi sono buttato in mare.

Tu e Alessandra avete partecipato al mondiale, grazie al titolo di campioni d’Italia. Cosa ha significato per voi rappresentare in Galles i colori dell’Italia?

Ogni ragazzo che si avvicina al mondo dello sport, coltiva il sogno di indossare la maglia  della nazionale, di rappresentare la patria ai massimi livelli. Anch’io, sin dall’inizio, ho pensato a raggiungere questo meraviglioso traguardo e con grande sacfrificio ci sono riuscito. Salire sul gradino più alto del podio a Saundersfoot è stata una grandissima emozione, che porterò sempre nel mio cuore.

Questo risultato è il frutto di tanta determinazione ma anche di enormi sacrifici. Ce ne vuoi parlare?

La vittoria che oggi festeggiamo rappresenta il culmine di un lungo percorso al quale io e Alessandra ci siamo dedicati senza risparmiarci e con la consapevolezza di rappresentare sulla scena mondiale una gloriosa società sportiva come il Barion. Ripenso agli allenamenti svolti di primo mattino o a quelli la domenica sera: sempre in barca senza mai fermarsi. In realtà, l’enorme passione per il canottaggio ci ha fatto superare ogni ostacolo. E persino la vittoria dei mondiali che sembrava un traguardo irraggiunbgibile all’improvviso è diventata una realtà.

Stare sulla stessa barca e remare insieme verso il traguardo è diverso per due fratelli? Qual è il vostro segreto?

Il nostro rapporto è come quello di tutti i fratelli. Come tutti litighiamo per qualsiasi cosa, ma in realtà ci vogliamo un gran bene. Ovviamente per me è un vantaggio gareggiare in barca con mia sorella, perché conosco i suoi punti di forza e di debolezza. Non ci sono segreti tra di noi, semplicemente abbiamo un rapporto professionale. Non appena entriamo in acqua per allenarci, dimentichiamo di essere fratelli e ci concentriamo su quello che dobbiamo fare. Anche durante gli allenamenti capita di discutere, perché entrambi pretendiamo sempre il meglio dall’altro.

Quali saranno i vostri prossimi impegni?

Adesso ci stiamo godendo le medaglie conquistate in Galles. Abbiamo ancora bisogno di metabolizzare sino in fondo questo straordinario risultato. Ma già tra qualche giorno ricominceremo a scendere in barca, pensando agli europei di Beach Sprint a San Sebastian in Spagna.

C’è un pensiero che vuoi rivolgere a quanti ti sono stati vicini, offrendoti la possibilità di raggiungere una meta così prestigiosa?

Certo! Desidero esprimere tutta la gratitudine alla società e agli allenatori che ci hanno seguito passo passo, facendoci compiere continui miglioramenti sino alla vittoria. E poi sento di dover ringraziare i miei genitori, in particolare mio padre perché se sono giunto a tanto lo devo alla passione che è riuscito a infonderemi da quando ero bambino e lo guardavo con ammirazione mentre gareggiava e mostrava sul podio le medaglie e le coppe conquistate. E ancora oggi, in qualità di direttore sportivo del Barion, continuo ad apprezzarne la grande professiopnalità.

E tu Alessandra cosa hai pensato dopo aver battuto la Spagna?

Ho realizzato di aver vinto solo dopo aver visto mio fratello Michelangelo premere il pulsante. Non ci credevo! Il primo pensiero è stato subito quello di abbracciare il nostro allenatore, perché è grazie a lui che, seguendoci tutti i giorni in allenamento, siamo riusciti a centrare l’obiettivo.

Quanti sacrifici hai dovuto affrontare per raggiungere questo risultato?

Io e Michelangelo abbiamo svolto tantissimi allenamenti, tutti i giorni. Anche all’alba per poi studiare nel pomeriggio. Anche i nostri compagni di squadra ci hanno spesso aiutati a mantenere la barca in spiaggia quando serviva la presenza di una seconda persona.

E’ positivo il fatto di ritrovarsi in barca a remare con il proprio fratello?

In realtà, proprio perchè fratelli abbiamo la fortuna di conoscerci benissimo. Ma c’è da aggiungere che litighiamo il doppio rispetto a dei semplici compagni di squadra, perché il tempo trascorso insieme, tra casa e allenamenti, è molto di più rispetto agli altri atleti.  Ma quando iniziano gli allenamenti lavoriamo nella stessa direzione, siamo accumunati dallo stesso obiettivo.

A chi va il tuo pensiero in questi momenti di gioia?

In primis, ai miei genitori, che ci hanno sostenuti sin da piccoli e continuano a credere in noi. Poi ringrazio i nostri allenatori, i compagni di squadra e tutte le persone che ci sono state accanto. Senza di loro questo sogno non si sarebbe realizzato.

Nelle foto, tratte dalla pagina fb del Circolo Canottieri Barion, Michelangelo e Alessandra Quaranta, campioni mondiali a Saundersfoot in Galles