Quanti di noi conoscono il Sup Race? Sicuramente quasi nessuno, forse nemmeno tra gli sportivi. E, tuttavia, non si può non raccontare la gioia di Velia Pisanelli, giovanissima atleta tarantina, laureatasi campionessa italiana under 18 proprio di Sup Race. A soli 15 anni, Velia è riuscita a raggiungere questo meraviglioso traguardo a Cecina, nel circuito a tappe organizzato dalla Fisw (Federazione Italiana Sci Nautico e Wakeboard). La vittoria del campionato è giunta a coronamento del successo riportato nelle altre tappe: Mondello in Sicilia, i laghi di Garda, Trasimeno e d’Orta, e San Cataldo a Taranto.
A questo punto, però, vale la pena spendere qualche parola per svelare il “mistero” di questa disciplina sportiva. Stand Up Paddle (acronimo SUP) è una variante del surf e si pratica stando in piedi su una tavola, molto simile a quella del surf, con un volume maggiore per fare in modo che si sostenga il peso degli atleti che utilizzano una pagaia per la propulsione. Questo sport, molto diffuso a livello mondiale, negli ultimi anni ha fatto registrare anche in Italia una crescita esponenziale, con tanti ragazzi che hanno deciso di dedicarsi.
La nascita dello stand up paddle risale gli anni ’50 precisamente a Waikiki, un quartiere di Honolulu, nella contea omonima delle Hawaii, con la scoperta del surf da onda da parte di Duke Kahanamoku (nuotatore, surfista e attore americano), che con il passare degli anni ha dato vita alla generazione dei beachboys (celebre gruppo musicale americano che praticava la music surf: musica rock e pop). Negli anni successivi in America, i quotidiani cominciarono a pubblicare le prime foto di surfisti. Uno dei fratelli Ah Choy, Bobby, fra i più noti beachboys dell’epoca, ebbe l’idea di scattare una foto in acqua, riprendendo da vicino i surfisti, in modo da offrire una prospettiva completamente diversa e più realistica. Successivamente anche John Zabatcoky decise di seguire le orme di Bobby Ah Choy uscendo in mare con una tavola e un remo per scattare foto ad altri surfisti.
Nonostante questi due atleti siano considerati gli inventori del Sup, il più grande surfista ad oggi ancora vivente è Laird Hamilton, il quale decise di introdurre un nuovo modo, più efficace, di surfare attraverso le onde oceaniche con l’ausilio della moto d’acqua, dando vita al Town-in Surfing. In cosa consiste? Nel farsi trainare sull’onda con l’utilizzo di una barca per wakeboarding, sport acquatico che nasce dalla fusione tra lo sci nautico e lo snowboard. Ma questa volta Hamilton decide di ispirarsi ad alcuni surfisti hawaiani, che durante alcuni corsi, affiancavano gli allievi rimanendo in posizione eretta e pagagliando con un remo. Con il passare degli anni lo Stand Up Paddling è diventato uno sport molto affermato ed in forte espansione, grazie a numerosi appassionati e utilizzando materiali innovativi, come i remi in carbonio e l’alleggerimento delle tavole.
Ovviamente coloro che si appassionano allo Stand Up Paddling non incontrano grosse difficoltà dal punto di vista tecnico, soprattutto se hanno praticato Surf da onda o Windsurfing. Si tratta, infatti, di uno sport che si pratica da autodidatti, almeno per quanto riguarda la variante diportistica. Qualsiasi praticante deve utilizzare una tavola stabile, con un volume oltre i 150 lt per i più leggeri.
Ma vediamo le varie tipologie di tavole: la tavola epoxy è realizzata in resina rigida, rivestita di una vernice denominata gel coat; la seconda, tavola poliestere, è fabbricata con una resina più morbida. Questa tavola è soggetta allo sfondamento ma è facile da riparare, al contrario delle tavole in epoxy. Vi è, infine, la tavola SUP gonfiabile realizzata con strati di pvc rinforzato, assai resistente e da utilizzare per la pratica della passeggiata e delle acque bianche. All’interno del pannello, una struttura in rete in fibra di poliestere le conferisce una buona rigidità e le consente di mantenere la sua forma. I bordi piuttosto arrotondati, non consentono a questa tavola di essere particolarmente competitiva nel surf o nel racing, anche se dal 2012 alcune tavole gonfiabili da gara hanno dato buoni risultati.
Ma torniamo a Velia. Il titolo italiano è un risultato davvero sorprendente, che fa sperare in un futuro molto roseo e pieno di soddisfazioni per la nostra campionessa. Ma questo successo, in realtà, ha fatto esultare anche il Circolo Canottieri Barion, blasonata società sportiva del capoluogo, che aveva deciso di tesserare la giovanissima atleta tarantina già ad inizio stagione, e che oggi, grazie proprio alla vittoria di Velia, può vantare un poker di titoli italiani: canottaggio, canoa, vela d’altura e infine sup. Non c’è che dire: una marcia trionfale che prelude a nuovi ed entusiasmanti traguardi.
Nella foto in alto e in basso, Velia Pisanelli campionessa italiana under 18 di SUP. Le foto sono tratte dalla pagina Fb dell’atleta