Dall’università al cinema il passo è breve

I corsi del Dams, inaugurati dall'ateneo barese, aprono ai giovani le porte del mondo dello spettacolo, in una regione divenuta set di numerose produzioni

Il lungo periodo di inattività forzata per gli artisti e tutti gli operatori del mondo dello spettacolo, che ha tenuto chiusi sipari e sale cinematografiche, ha messo letteralmente in ginocchio professionisti e famiglie. La perdita economica tra 2019 e 2020 (gli anni della pandemia) si aggira sugli 8 miliardi di euro, con il 21% dei lavoratori del settore colpiti dalla crisi in modo drastico, come rivela un rapporto della Fondazione Centro Studi Doc (clicca qui). 

 

In realtà, il lockdown ha determinato una grave ipotetica sulla sopravvivenza dell’intero comparto e, insieme, una rinnovata sensibilità per tutta la sfera culturale e artistica, che tra compagnie teatrali, associazioni e start up impiega all’incirca un milione di persone. Come testimonia, tra l’altro, l’attivazione nel nostro mezzogiorno – sì proprio al sud – di un corso di laurea triennale in Dams. E’ aumentata, insomma, la fame di cultura; può ipotizzarsi, finalmente, che l’istituzionalizzazione dell’attività didattica relativa al settore possa rappresentare la risposta concreta al solito pregiudizio che “di arte non si campa”.

In primavera, l’Università di Bari ha presentato il corso in DamsDiscipline dell’audiovisivo, della musica e dello spettacolo (clicca qui) all’interno del Dipartimento di ricerca e innovazione umanistica. E ieri, la sala dell’AncheCinema di Bari si è trasformata in un’aula universitaria per il primo giorno di lezione, a cui hanno partecipato oltre 300 studenti pronti a scommettere sul nuovo corso di laurea.

“Sin da prima della pandemia, nel 2018, si è verificato un overbooking di professionalità, un vuoto di esperti del settore, così come evidenziato proprio dalle produzioni giunte in Puglia, che pur ricevendo finanziamenti in cambio di reclutamento di nuovi profili non sono riuscite a disporre di sufficiente nuova forza lavoro a fronte delle numerose possibilità”. E’ quanto afferma Angela Bianca Saponari, docente di Cinema e industria dello spettacolo, componente del gruppo di progettazione del Dams. “Da un po’ di tempo molti stakeholders del territorio come il Teatro Pubblico Pugliese, l’Apulia Film Commission e altre imprese che lavorano nel campo dello spettacolo e della cultura, sentono il bisogno di rafforzare la formazione e moltiplicare le figure professionali. A seguito di un incontro con i rappresentanti dell’università di Bari -prosegue la docente- proprio i portatori di interesse hanno esortato l’ambito accademico alla formazione di studenti e all’approfondimento dei settori dell’audiovisivo, dell’organizzazione culturale e della produzione di contenuti”.

Angela Bianca Saponari in una foto col regista Ettore Scola

L’offerta di lavoro proveniente dalle diverse realtà del mondo dello spettacolo, dalle startup che aumentano anche in Puglia, ha sollecitato l’attivazione di un gruppo di lavoro, tra docenti dell’ateneo barese, con il compito di valutare le forze e le competenze da mettere in campo per pianificare la nuova attività didattica rivolta a formare le professionalità del settore. Il fermento alimentato in questi anni dall’arrivo nelle città e nei centri storici pugliesi di numerose produzioni cinematografiche, ha imposto un significativo salto di qualità, permettendo a giovani e studenti di fare della cultura il proprio mestiere. Approfittando ovviamente dell’appeal del brand Puglia. “In Puglia esistono circa 18 piccole e medie aziende – spiega Saponari – che si occupano di produzione e postproduzione digitale. Riunite in consorzio hanno contribuito a fare rete, a lanciare idee sia per l’attivazione del corso Dams sia per immaginare percorsi futuri per gli studenti”.

Anche le case di produzione internazionali come 01 Distribution, Indigo Film, Rai, attratte dagli innumerevoli set cinematografici pugliesi “benedicono” la nascita del corso di laurea, a conferma della richiesta di professionalità da inserire nel settore. Dietro le telecamere e le cineprese delle produzioni audiovisive in Puglia c’è un grande interesse, come spiega Saponari: “Non immaginavamo che la Puglia pullulasse di numerose start up che lavorano con multinazionali come Netflix o Amazon. Produciamo tantissimo per i colossi del cinema. I rapporti tra questi brand internazionali e la Puglia, spesso si sviluppano grazie ai giovani che si sono formati lontano e sono tornati a casa, e che s’impegnano con la loro competenza a dare al proprio territorio un respiro nazionale e internazionale”.

E’ sotto gli occhi di tutti come la professionalità di tanti giovani, insieme all’interesse delle istituzioni impegnate a rafforzare la filiera dell’audiovisivo, stanno offrendo alla regione vivacità, creatività e autentica bellezza, che l’arte in tutte le sue espressioni è capace di regalare. Il territorio sta sviluppando una grande progettualità in questa direzione: aumentano le specifiche competenze professionali che non possono prescindere dalla formazione universitaria di impronta umanistica miscelata alle conoscenze in campo digitale. Nel settore dell’audiovisivo e dello spettacolo i saperi della tradizione e dell’innovazione devono obbligatoriamente dialogare per produrre contenuti di qualità. Si vive in un’epoca in cui, poi, la comunicazione attraverso i nuovi media non può essere tralasciata essendo cambiata anche la fruizione dei contenuti digitali: “I social, strumento al servizio della promozione dell’audiovisivo, sono al centro della nostra attenzione. Abbiamo immaginato il corso  – puntualizza la docente – come tentativo di abbracciare diverse attività laboratoriali nei diversi ambiti: social media management, transmedia and interactive storytelling, organizzazione di eventi. Durante il corso verranno approfondite le tecniche del marketing e del fundraising. Saranno, inoltre, oggetto di analisi gli argomenti legati all’economia e al diritto con riferimento allo spettacolo. Uno dei profili di uscita previsti dal corso è quello dell’organizzatore di produzione ed eventi e spazio verrà dato anche all’animazione 3D”.

Il corso di laurea in Dams si basa, come non potrebbe essere diversamente, sugli stimoli e l’analisi del mondo contemporaneo. La lettura della realtà quotidiana è determinante, come spiega Angela Bianca Saponari: “La pandemia ha contribuito ad alimentare il bisogno di contenuti. Oltre alla capacità tecniche, servono contenuti e idee per lavorare negli ambiti dello spettacolo. Indubbiamente la solida preparazione umanistica, lo studio dei classici e della letteratura favoriscono nuove idee. Ma è essenziale coniugare questo sostrato culturale con le sollecitazioni provenienti dalla realtà in cui viviamo, con un’attenzione particolare alle idee idee e ai progetti di nuovi autori”.

Il corso di laurea in Dams è suddiviso in due percorsi: uno legato al cinema, all’audiovisivo e ai nuovi media (cinema e media), l’altro orientato agli studi sul teatro e sulla musica (teatro e musica). La formazione degli studenti non si ferma al percorso triennale, ma, oltre al biennio magistrale verranno incentivate e proposte collaborazioni con gli esperti del settore. Il lavoro sul campo accanto alla formazione serve a favorire un ingresso più rapido nelle aziende del settore nel panorama nazionale e regionale. Nel corso dell’emergenza sanitaria, da cui stiamo faticosamente uscendo, le piattaforme e gli strumenti digitali hanno giocato un ruolo vitale nell’ambito della comunicazione, sollecitando la creatività e la capacità che molti ragazzi e ragazze ora hanno la concreta possibilità di affinare, fino a poter dire in modo più sereno che di “arte e cultura si può vivere”.

Nella foto in alto, Luisa Ranieri e Filippo Scicchitano in “Lolita Lobosco”, la fiction di grande successo girata a Bari. Nelle altre foto (tratte dalla pagina fb “Le indagini di Lolita Lobosco – Fiction”) alcune scene della fiction