“Per aspera ad astra”. E’ il motto che ritroviamo ovunque: sui bigliettini d’auguri, sulle piattaforme social, sui manuali di mental coaching e persino su qualche muro cadente. Che sia un messaggio di buon auspicio o uno sprone ad una consapevolezza vincente, l’arguta sentenza indica una routine orientata al successo sebbene il cammino possa nascondere insidie o tortuosità. Lo cantava anche Venditti nel ritornello di un brano del 2004, “quando pensi che sia finita, è proprio allora che comincia la salita, che fantastica storia è la vita“. E in effetti la vita è tutta lì, racchiusa in un caleidoscopico tour di capitomboli e risalite, sconfitte e vittorie.
Ma se il tutto non fosse condito da una buona dose di coraggio, da non confondere con la spavalderia del nostro tempo, non si imparerebbe mai a “volare”. Sarebbe come disporre di grandi ali e aver timore di librarsi nell’aria per la paura dell’inciampo o per l’ansia del decollo. Non lasciamo che i pensieri negativi intacchino il duro lavoro quotidiano; concentriamoci piuttosto sulla meta da raggiungere, sugli obiettivi da perseguire, sui sogni da “acchiappare”, perché la strada più ripida porterà sempre ad un panorama meraviglioso da ammirare in vetta.
Come sa bene Francesco Fortunato, marciatore delle Fiamme Gialle che ha trionfato ai Golden Gala Pietro Mennea 2022 disputati a giugno allo Stadio Olimpico di Roma. L’andriese si è piazzato al primo posto con 10:57.77 battendo sul finale Gianluca Picchiottino, secondo, e il campione olimpico di Tokyo 2020, Massimo Stano, terzo. “È stata un’emozione unica gareggiare e vincere nella capitale”, commenta l’atleta ventisettenne. “Spero di avere un’occasione simile anche in futuro. Continuo ad impegnarmi ogni giorno per andare lontano“, prosegue.
Un risultato eccellente quello del giovane, che porta in alto il nome dell’Italia e della Puglia nelle competizioni sportive. La marcia è una disciplina praticata su strada o su pista, che Francesco ha scoperto grazie a suo fratello. Malgrado quest’ultimo abbia smesso di allenarsi una manciata d’anni dopo, si è mostrato decisivo nel trasmettere al nostro la passione per l’atletica leggera che coltiva ormai da 15 anni, due in più rispetto ai 13 impiegati nel perfezionamento dell’attività agonistica.
“Dedico questa vittoria alla mia fidanzata che è arrivata allo stadio cinque minuti dopo la fine della gara. Avrebbe potuto dirmi tranquillamente una bugia, perché tra le 30.000 persone presenti non me ne sarei accorto“, scherza. Ma il ringraziamento più grande è per l’allenatore Riccardo Pisani, pronto a sostenerlo nei momenti di difficoltà. Il valore dei rapporti umani si misura, infatti, non quando va tutto liscio ma negli attimi in cui si ha bisogno di gesti solidali; di una pacca sulle spalle e soprattutto della presenza di chi ci vuol bene. Restare accanto a chi ne ha bisogno, seppur si viaggi in direzione ostinata e contraria, è roba per pochi. E non serve stilare un decalogo per tenere a mente questa verità, è la vita che lo insegna attraverso l’esperienza.
E quale esperienza migliore di uno sport fondato sul rapporto virtuoso tra l’audacia del singolo e la tecnica di un ottimo preparatore? Un patto di fiducia che si rinsalda alla vigilia di ogni torneo, quando si richiede lo sforzo maggiore e non è ammissibile alcuna distrazione. Una responsabilità di cui Francesco è perfettamente consapevole. Fuori dalla routine da sportivo, l’andriese si diverte nei balli caraibici, salsa e bachata, o si rilassa guardando la tv, studiando e leggendo un bel libro.
Il riposo però diviene solo un miraggio se la posta in palio è davvero prestigiosa. Francesco ha partecipato recentemente alla World Athletics Championships 2022, la diciottesima edizione dei campionati del mondo di atletica leggera a Eugene (Oregon) negli Stati Uniti dal 15 al 24 luglio, dove è riuscito ad ottenere il quindicesimo posto con un pizzico di rimpianto. “Speravo in un piazzamento migliore perché il mio desiderio è sempre quello di fare passi in avanti”, confessa. “Invece mi porto a casa una conferma del risultato ottenuto alle Olimpiadi di Tokyo, comunque mai scontato“, precisa.
Ma, si sa, la ricetta per diventare un campione prescrive un toccasana mai banale: il saper metabolizzare tempestivamente il senso di frustrazione scaturito da un traguardo mancato, un sogno infranto, un obiettivo irrealizzato. Ottenere una carriera costellata di successi implica anche la possibilità di fallire e di percepirsi vulnerabili. La vera abilità sta proprio nel lesto tentativo di rialzarsi e ricominciare. Non importa quanto la caduta sveli le fragilità dell’essere umano; concedersi un’altra chance per riprovarci e ripartire è la soluzione più efficace per sentirsi vivi e scattanti per nuove avventure. Testa allora ai Campionati Europei di Monaco di Baviera dal 15 al 21 agosto e ai Giochi Olimpici di Parigi 2024. In bocca al lupo, Francesco!
Le foto sono tratte dalla pagina fb di Francesco Fortunato.