Vivibilità, gestione del traffico urbano e pedonalizzazione nei diversi quartieri sono questioni che se da un lato esaltano le potenzialità attrattive, la svolta “green” della città, dall’altro nascondono dietro le luci di facciata – preziose per il marketing territoriale – non pochi aspetti negativi. Nel bene o nel male, i lavori a Bari sono in corso. Ma in alcune zone incuria e abbandono non sono spariti e, senza dubbio, tolgono parte della propria “libertà” ai residenti.
Nel suo ampio reticolo di strade e palazzi, crogiuolo di diversità culturali e insieme di contraddizioni, il Libertà, il quartiere con la maggior estensione e densità di popolazione, è la porzione defilata del centro città, che si deve accontentare delle ombre del centro murattiano. Il problema dei parcheggi – amplificato, come in realtà nelle altre zone, dal bonus facciate che causa l’eliminazione di decine di posti-auto per la presenza delle impalcature – sta rendendo decisamente più difficoltosa la quotidianità dei residenti.

I CANTIERI DEL BONUS FACCIATE RIDUCONO I POSTI AUTO
Trattandosi di agevolazioni economiche temporanee a vantaggio di proprietari di immobili e famiglie, si può ben dire che sia in corso un vero e proprio assalto alla misura varata dal governo. Così, nello spazio di un isolato si incappa in tre, quattro cantieri con i relativi divieti di sosta che obbligano il malcapitato conducente d’auto ad infiniti e prolungati giri. I cantieri recentemente avviati all’ex istituto Nautico per la realizzazione della casa dello studente si aggiungono ai lavori lungo le strade – come per esempio via Principe Amedeo all’angolo di via Manzoni o via Abate Gimma all’incrocio di via Quintino Sella – che sembrano proseguire a rilento. Non resta, dunque, che attendere la fine degli interventi realizzati col bonus per tornare a sperare in maggiori posti auto, anche se sarebbe preferibile verificare i margini per i permessi, controllando che i lavori rispettino i tempi stabiliti.
L’ADEGUAMENTO DELL’IMPIANTO FOGNARIO
Altro capitolo. In via Manzoni è in corso l’adeguamento dell’impianto fognario, che impedendo la sosta alle auto ha l’effetto di mandare ulteriormente in tilt i residenti che, seppur in possesso del pass-auto, sono costretti al pagamento per la sosta. L’idea di istituire parcheggi con i ticket doveva essere funzionale ad avvantaggiare il commercio, ma in realtà non si sono visti i frutti sperati.
A fasi alterne, così, proprio la riqualificazione di via Manzoni diventa il pomo della discordia tra abitanti e commercianti del quartiere Libertà, da una parte, e amministratori locali dall’altra. Nonostante le precedenti raccolte di firme dei residenti, il comune di Bari ha deciso di avviare il progetto di pedonalizzazione di parte della strada, dal tratto di via Putignani (che resta accessibile alle auto) sino a tre isolati che dovrebbero coincidere con il tratto verso via Crisanzio, ossia pochi metri prima di corso Italia, una zona in forte stato di degrado. Sono in corso le commissioni tra i rappresentanti del municipio e gli assessorati allo Sviluppo economico, alle Opere pubbliche e Mobilità sostenibile per definire eventuali deviazioni di strade che possano avvicinare ai negozi.
LA PEDONALIZZAZIONE RISCHIA DI ELUDERE LE VERE EMERGENZE
Si tratta, spiegano dal comune, di un progetto sperimentale della durata di un anno, ma restano i dubbi esposti dai cittadini, non contrari alla chiusura al traffico della strada bensì nelle modalità di esecuzione di tale iniziativa. La pedonalizzazione rischia di ridursi ad un altro intervento spot che nasconde sotto il tappeto le emergenze della zona a forte rischio emarginazione. Danilo Cancellaro, presidente dell’associazione Sos Città, impegnata in attività di tutela e miglioramento della qualità della vita delle persone e dell’ambiente, esprime il suo punto di vista: “Può sembrare una frase fatta, ma in realtà non è così: il quartiere Libertà non ha bisogno della pedonalizzazione ma dell’intervento delle istituzioni”. L’associazione raccoglie denunce e disservizi segnalati dai cittadini: “I problemi non possono risolversi pedonalizzando alcuni isolati di via Manzoni – prosegue Danilo – Pur riattivando e sistemando socialmente ed economicamente queste porzioni di strade, le altre arterie come corso Italia resterebbero, come già avviene, terra di nessuno”.

I dubbi sulla pedonalizzazione nascono dalle impostazioni di tale decisione. L’obiettivo resta rilanciare le attività commerciali, che però nell’arco di poco più di vent’anni dalla crisi ormai si possono contare sulle dita delle mani, divorate dalla concorrenza e dalle attività criminali. E lasciando libero accesso ai pedoni, senza un piano di sicurezza e i dovuti controlli, si rischierebbe di essere invasi da gang o da monopattini impazziti.
Chi vive da sempre in via Manzoni, ricorda come negli anni ’90 la strada fosse inaccessibile alle auto, adornata da panchine gialle che, tuttavia, dopo qualche tempo dall’installazione furono spostate o rovinate dai vandali. Per non dire degli scooter che sfrecciavano al centro della strada mettendo in pericolo i pedoni. Il numero dei negozi era elevato e lo shopping rendeva via Manzoni l’alternativa più “economica” a via Sparano, eppure gli stessi commercianti proposero la riapertura della strada alle automobili. Forse si percepiva qualche avvisaglia di crisi già a quel tempo.
La pedonalizzazione di via Manzoni, che dovrebbe essere completata a settembre, non mette d’accordo i commercianti della zona, anche se si vuol far credere il contrario. C’è chi sostiene la scelta del comune come Marco Rafaschieri, giovane titolare di un’agenzia immobiliare proprio su via Manzoni: “Sono favorevole tenendo conto dell’attuale situazione di abbandono in cui versa l’intero quartiere. Tutto ciò che può portare ad un cambiamento, ad un nuovo focus sulla zona è positivo. Le pedonalizzazione è una proposta concreta, può costituire una valida attrattiva per quanti sono alla ricerca di spazi per passeggiare. Più che altro la mia attività ha subito disagi per la chiusura dell’intero isolato a causa dei lavori dell’Acquedotto Pugliese, con tutti gli inevitabili rumori e la sporcizia”.

IL RISCHIO DI PENALIZZARE ULTERIORMENTE IL COMMERCIO
Danilo Cancellaro di Sos Città riferisce, invece, di altri due commercianti in disaccordo con la chiusura al traffico: “Sono convinti che la pedonalizzazione possa uccidere completamente la strada. Avendo clienti sul web, che raggiungerebbero via Manzoni in auto per gli acquisti, la problematica del parcheggio diventerebbe anche in questo caso centrale”. Del medesimo parere è l’edicolante di piazza Risorgimento che avrebbe preferito un adeguato sostegno alla riapertura di altre attività commerciali, ritenendo che la chiusura al traffico possa rappresentare un ulteriore rischio di perdere clienti, molti dei quali si muovono in macchina da altre zone.
La gestione delle aree di sosta è un aspetto davvero delicato. Come spiega Danilo: “Si vogliono creare aree pedonali senza però chiarire la gestione dei parcheggi; su via Dante è prevista la rivisitazione della strada con l’eliminazione totale di un lato delle aree di sosta. Se così fosse dove parcheggeranno i residenti?” Giuseppe Corcelli, consigliere del primo municipio, interpellato sul problema, dichiara: “I 50-60 posti che si perderebbero nelle zone pedonalizzate dove si recupererebbero? Andrebbero rivisti i parcheggi a pagamento sull’intera strada alla luce della situazione attuale. La decisione della sosta a pagamento per tutti in via Manzoni risale ad un censimento fatto sulla base del numero dei negozi aperti agli inizi degli anni 2000. Oggi il contesto è diverso e si dovrebbero trovare soluzioni nuove che possano accontentare anche i residenti, azzerando i costi della sosta almeno per una parte della strada”.
A rendere difficoltosa la ricerca del parcheggio, fa notare Corcelli, è anche la presenza delle piante disseminate lungo tutta via Manzoni, ormai abbandonate e poggiate sui marciapiedi rotti: “Quei vasi sono stati piazzati dalla vecchia circoscrizione Libertà, con l’obiettivo di essere adottate e curate dai negozianti. La chiusura di moltissime attività commerciali ha determinato il loro abbandono e l’utilizzo come posacenere. Nella situazione attuale non servono certamente ad aumentare il decoro; per non dire dello spazio sottratto alla sosta delle auto”.

Tanti residenti mostrano riserve sulla scelta del comune a causa proprio della difficoltà di reperire i posti per le auto. Non si tratta di essere contro, a priori, alla zona pedonale: chi non vorrebbe ridurre lo smog e beneficiare di aree a dimensione d’uomo? Ma chiedono che venga offerto qualche servizio vantaggioso per il parcheggio. In previsione del nuovo assetto, i canoni mensili degli autosili e dei garage potrebbero essere ridimensionati o comunque andrebbero incrementati i controlli anche nelle aree di sosta vicini ad essi. Non è escluso che i titolari dei garage, per accaparrarsi clienti abusino con l’occupazione anche delle zone a strisce blu, togliendo spazio ai titolari del pass “Muvt”.
Ad incancrenire le difficoltà nel quartiere Libertà c’è anche la convinzione, sedimentata nel tempo, del suo abbandono, tra strade sporche, dissestate e maleodoranti. Una situazione che ha amplificato i pregiudizi sulla pericolosità e sul degrado del quartiere “generando una costante ghettizzazione soprattutto degli ultimi isolati, totalmente privi di controlli, anche a causa degli appartamenti affittati irregolarmente. Paradossalmente quartieri periferici come Japigia, Santo Spirito, San Girolamo sono stati oggetto di interventi di riqualificazione molto più incisivi, mentre il Libertà è stato abbandonato al suo destino”, ricorda Danilo.
LE SCELTE SUL FUTURO DEL QUARTIERE VANNO DISCUSSE CON I CITTADINI
Se dal punto di vista commerciale via Manzoni è alle pezze, per quanto concerne il traffico veicolare resta uno snodo fondamentale per il quartiere. “E’ innegabile che bisogna tutelare l’ambiente riducendo l’utilizzo di macchine e favorendo mezzi di locomozione sostenibili. Ma il modo in cui si sta gestendo la pianificazione sa d’imposizione. La pedonalizzazione dovrebbe rientrare in un concetto di riqualificazione generale dell’intera zona, ma il timore è che si riduca a un intervento poco incisivo, come già alcuni anni fa si rivelò ‘Che spettacolo via Manzoni’, un’altra iniziativa estemporanea”.

Nel 2014, infatti, fu promosso un weekend ricco di attrazioni, con l’obiettivo di dare impulso alle attività commerciali, aprendo alcuni locali inutilizzati agli artigiani e ai mercatini, promuovendo eventi di piazza e pedonalizzando la strada. L’intento era proprio quello di iniziare un processo di rinascita e di presidio sul quartiere. Un esperimento che, però, non è stato più ripreso. Nel corso degli anni a gravare sulla qualità di vita del quartiere hanno influito i canoni d’affitto non solo degli appartamenti, spesso irregolari, ma anche dei locali commerciali che se fossero più abbordabili, più adeguati allo stato attuale, sarebbero un prezioso incentivo per nuove aperture di negozi.
Il punto non è essere contrari o favorevoli alla pedonalizzazione di una strada. Occorre preparazione e coinvolgimento. “E’ un processo da strutturare insieme alla cittadinanza che va accompagnata e supportata in decisioni che incidono profondamente nelle abitudini e negli stili di vita”, sostiene il presidente di Sos Città. Ma ci sono soluzioni che accontenterebbero i cittadini, individuando zone franche per i parcheggi, e i commercianti, con l’intriduzione di agevolazioni economiche.
Intanto va registrato che nel progetto di pedonalizzazione di via Manzoni è previsto uno stanziamento di 150mila euro per gli eventi e per le attività di rilancio. E’ evidente che per questo pezzo di Libertà, storico e fondamentale, serve un piano speciale, comprensivo di eventi, rilancio economico, ricalcolo dei canoni di locazione. Perché anche se il quartiere può sembrare economicamente spento, gli affitti degli appartamenti confermano l’interesse a vivere in questa porzione di città non distante dal centro e che ambisce a vivere di luce propria.