C’è un tempo per guardare, uno per rimembrare, un altro per riflettere. E in un orizzonte trasognato e sospeso si dipana l’attesa di un istante fugace che sembra protrarsi per l’eternità. In fondo, ricercare la bellezza vuol dire aspettare singoli attimi, viverli, assemblarli e crearne un mosaico irripetibile. Un po’ come si impara ad attendere pazientemente la quiete dopo una tempesta, il sereno dopo un temporale, il sole dopo una notte. E non esiste oscurità tanto lunga da impedire al sole di risorgere. Anzi, quanto più durevolmente si propagano le tenebre, maggiore sarà l’incanto dinanzi alla metamorfosi del firmamento. Dove il buio si dirada, una nuova luce colora l’universo disegnando un percorso unico che, schiudendosi, regala la vita. Allora, con calma, ci si appropinqua verso l’alba, il momento in cui la notte lascia spazio e scena al giorno non prima di tramutarsi in aurora. L’ora blu, il sorgere del sole dal mare, quel cambiamento continuo e rapido di cromatismi che instilla una carica naturale cui non si può rinunciare.
A volte si ha la smania di fotografare le bellezze del creato dimenticando di immergersi prima con i sensi. Per Piero Meli la fotografia non è mai banale, piuttosto rappresenta il modo più efficace per conservare qualcosa di gradevole al pensiero. Ma quella magia bisogna soprattutto viverla. Il compito precipuo di quest’arte è, dunque, saper cristallizzare un momento e renderlo immediatamente fruibile a tutti. Nulla di così scontato per il loss adjuster (perito assicurativo) barese abituato a confrontarsi quotidianamente con disastri, incendi, allagamenti, esplosioni, furti, ma sempre pronto a virare l’attenzione verso tutto ciò che lo circonda e in particolare sulle peculiarità della sua città di cui è da sempre innamorato.
Una terra così feconda non solo dal punto di vista etno-folkloristico per il crogiolo di culture che in essa convergono, ma anche sotto l’aspetto urbano e paesaggistico. Quel mare placidamente acquattato a due passi dal centro, i suoi pittoreschi scorci con barche assiepate nel porticciolo, marinai affaccendati nella conservazione di copiose varietà di pesce e infine quei cieli immensi che planano sull’acqua riverberando riflessi e luccichii. Di tutte le primizie offerte dalla natura, Piero preferisce godere dello spettacolo romantico dell’aurora. La respira a pieni polmoni, la fa permeare dentro di sé fino a sentirne l’ebbrezza, ne percepisce il miracolo sotteso in procinto di rivelarsi quando la notte lentamente si dissolve.
Allora posiziona la sua Sony mirrorless e scatta, forse più con il cuore che con gli occhi, inebriando i suoi sensi di profumi a lui cari. La tecnica però non manca: perpetuare questa passione in una decina di anni significa anche approcciarsi ad una disciplina non banale, apprenderne i segreti, studiarne le regole basilari per la composizione. Solo così si possono portare a casa istantanee indimenticabili, alle quali è solito abbinare pensieri di ogni tipo, un flusso di coscienza libero che lo appaga soprattutto se, grazie alla condivisione sulle piattaforme social, scopre che il suo sentire è condiviso. Non a caso i post di Piero hanno ricevuto e tuttora ricevono consensi via via crescenti, a conferma del fatto che c’è qualcuno che ha ancora ha voglia di stupirsi attraverso gli occhi di chi acutamente osserva.
Conosciuto sotto lo pseudonimo de Il tizio dell’alba, oggi il suo profilo Instagram ha superato i 10k followers e i suoi scatti vengono quotidianamente riproposti da altre pagine in rete o in mostre collettive fotografiche itineranti in tutta Italia: Bari, Corato, Giovinazzo, Noci ma anche Mantova, Milano e Roma. All’orgoglio di portare a spasso le sue immagini, come spesso suole definirle, si associa il piacere di una scrittura che inneggia all’amore, alla rinascita, alla consapevolezza di sé e di quanto l’uomo possa occupare un posto infinitesimale nell’universo. Uno zibaldone ricco di annotazioni prodotto dalla mente fervida di un sognatore incallito.
Piero non nutre affatto la necessità di mutuare dai grandi intellettuali i loro pensieri o le loro idee, piuttosto desidera sperimentare con la curiosità del ragazzo di un tempo, quando con fermezza decise di convertire il percorso di studi da scientifico in umanistico. È sui banchi del liceo classico che si dimostra sensibile verso le tematiche universali della letteratura, plasmate a suo modo attraverso numerose letture. Appunta instancabilmente frasi e pensieri ma presto si accorge che, parimenti alla fotografia, anche la scrittura si attiene a dettami ben precisi. Nonostante non tardino ad arrivare feedback positivi per i contenuti da lui divulgati, Piero approfitta del lockdown per seguire alcuni corsi di scrittura creativa. Messe nero su bianco, le parole scorrono con una leggerezza armonica in un effluvio di emozioni dalle quali il quarantaduenne si lascia volentieri trasportare.
Scrittore e fotografo di notte, perito assicurativo di giorno e sognatore per 365 giorni l’anno, il barese rammenta il suo primo affaccio nel campo della narrativa con C’era una nota in Puglia edita a marzo 2021 da Besa Editrice, un’antologia di scrittori pugliesi contemporanei, a cura di Mariella Medea Sivo, nella quale compare la sua firma. “Durante la scorsa estate abbiamo portato con gli altri autori l’antologia in giro per la regione organizzando diverse presentazioni. Da quegli incontri con i lettori tornavo sempre carico di emozioni e di vibrazioni positive“, spiega soddisfatto Piero. Così, alla fine di quel piccolo tour, ha iniziato a comporre dei racconti conferendo dignità ad un’attitudine spesso considerata da ‘scioperati’ o addirittura oziosa, quella del letterato.
Frutto di un lavoro minuzioso e consapevole, la silloge intitolata Amoreamaro, pubblicata a fine maggio dalla casa editrice coratina Secop, comprende undici racconti più una ghost track in cui giganteggia l’amore moderno come tema centrale. Spaccati di vita, di amore quotidiano, di sentimenti antichi alle prese con moderne e mendaci tecnologie si snodano sullo sfondo di paesaggi urbani e salmastri della Puglia, con le immancabili albe e tramonti che ne divengono suggestiva cornice. “Ho avuto il piacere e l’onore di presentare il mio libro in anteprima assoluta al Salone Internazionale del libro a Torino. A questa conversazione sull’opera se ne sono seguite altre a Corato, alla libreria Feltrinelli di Bari e ce ne saranno ancora a Bitonto e nuovamente a Bari il 21 luglio nell’Orto Domingo“, commenta Piero. Anche la scelta della casa editoriale è il risultato di un’accurata riflessione, come lui stesso chiarisce: “Secop tempo fa ha edito il libro di un grande fotografo, venuto purtroppo a mancare durante la pandemia, Giovanni Gastel. Per me è stato un segno del destino“.
Ma non si ferma qui il suo impegno autoriale. Ci confessa di custodire numerosi progetti in cantiere, tra i quali annuncia la genesi di un prossimo libro (la cui stesura è in corso d’opera) che spera di terminare entro la fine di settembre. “Continuare a sognare, ad emozionarmi e a trasmettere quelle emozioni a chi guarda le mie fotografie e legge i miei racconti“, queste le parole d’ordine di Piero che si accinge a partecipare ad una mostra fotografica italiana a Tokyo. Del resto non svela alcunché, ma colmo di gratitudine ringrazia Antonella Candeloro e Alessandro Bavaro che con lui compongono il direttivo dell’associazione di promozione sociale Weareinbari, nonché la direzione dei megazine Amazing Puglia e Amazing Bari perché hanno creduto nella missione de Il tizio dell’alba (http://www.iltiziodellalba.com/), ospitando su ogni numero una sua short story accompagnata da una fotografia. Buon vento allora Piero, a te che credi nella potenza dell’arte, nella forza dell’amore, nell’incanto della natura e nella speranza che qualcosa di bello in questo mondo in panne possa ancora accadere!
Nella foto in alto, Piero Meli all’alba sul lungomare di Bari