Si parla spesso oggi di giovani e lavoro, di assenza di prospettive, di fatica scansata in cambio di un assegno modesto ma sicuro, della pandemia che ha azzerato i rapporti umani, generandone, in qualche caso, addirittura di più gratificanti seppur fallaci. In tutto ciò la scuola funge da ago della bilancia. Tra la fuga virtualmente rassicurante e la gioia di una conquista concreta, quotidiana. Quest’anno, però, a differenza del precedente, decisamente critico, la scuola ha provato a credere di più nei progetti, a riprendere le buone vecchie abitudini, arrancando tra angosce di massa e blocchi scongiurati. Uno dei progetti più interessanti è stato quello promosso dalla Asl Bari – Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (SPeSAL Area Nord), destinato agli studenti delle classi quarte ad indirizzo nautico, agrario, tecnico-geometra, meccanico, informatico, artistico.
E provare a crederci ad inizio anno scolastico, quando lo spettro della Dad ancora faceva capolino e tutto era un gran cantiere, è stata davvero una grande sfida. Il progetto Lavoratori sicuri del futuro, un percorso di formazione e progettazione finalizzato alla prevenzione delle patologie dell’apparato muscolo-scheletrico nei lavoratori di domani, ha avuto inizio a novembre 2021 e si è concluso con ottimi risultati nello scorso maggio. Il fil rouge delle diverse sessioni è stato la diffusione di una comune coscienza/conoscenza in merito alla sicurezza, non generica, ma specifica, che parte già dai banchi di scuola e investe nelle idee, con un coinvolgimento diretto dei ragazzi e la produzione di elaborati da parte dei partecipanti. Gli studenti sono stati attivamente coinvolti, con una prima fase formativa, presso le scuole aderenti, e una seconda “attiva”, con la produzione di elaborati raccolti in un opuscolo e la creazione di una divertente e interessante app gioco. A conclusione delle attività, i ragazzi hanno partecipato alla giornata conclusiva presso l’IISS Monsignor Bello di Molfetta: hanno presentato al pubblico gli elaborati e ricevuto gli attestati di partecipazione, validi ai fini dei crediti formativi. Per illustrare nel dettaglio la genesi e gli sviluppi del progetto, abbiamo intervistato il dott. Giorgio Di Leone, direttore Spesal.
Quali sono le motivazioni più profonde da cui trae origine l’idea del progetto?
In Europa i disturbi muscolo-scheletrici rappresentano il problema di salute più frequente nei lavoratori e per il numero di giorni di assenza dal lavoro, per le spese sanitarie e legali costituiscono una grave questione economico-sociale. Nel nostro paese da diversi anni i 2/3 delle patologie riconosciute dall’Inail come professionali sono quelle a carico dell’apparato muscoloscheletrico e pur essendo prevalenti in tutte le categorie lavorative, risultano più numerose nei lavoratori dei settori edilizia, agricoltura e sanità.
Nella consapevolezza che solo un’accresciuta conoscenza dei rischi che si corrono nei luoghi di lavoro può contenere la spirale di infortuni e di malattie correlate al lavoro, tutti gli esperti concordano nel puntare l’attenzione dell’opinione pubblica e del mondo politico sulla necessità di accrescere la cultura della sicurezza negli imprenditori e nei lavoratori. E perché, dunque, non partire dalle giovani generazioni, che sono quelle che nel futuro più o meno immediato saranno chiamate ad operare – con differenti funzioni e livelli decisionali – nel mondo del lavoro? E quale il luogo che può consentire un dialogo più diretto con i giovani e facilitarne una partecipazione attiva? Senza alcun dubbio la scuola, luogo dedicato all’apprendimento, i cui docenti sono i professionisti dell’insegnamento.
Il progetto, che s’inserisce nella campagna Ambienti di lavoro sani e sicuri. Alleggeriamo il carico!, promossa dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-OSHA), è rivolto agli studenti del quarto anno degli istituti di istruzione superiore di secondo grado con indirizzo agrario, tecnico per geometri, nautico e professionale meccanico e meccatronico, ai quali sono stati aggiunti, per lo sviluppo del materiale conclusivo del progetto, gli istituti informatico-tecnologici, di grafica e comunicazione. L’obiettivo combattere i disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico causati da cattive abitudini alimentari, sedentarietà, posture scorrette, trasporti di carichi pesanti, disturbi che in parte potrebbero essere evitati adottando stili di vita e comportamenti corretti.
Quali le scuole che hanno aderito alla proposta?
Abbiamo raccolto da subito l’entusiastica e fattiva adesione dell’IISS Volta di Bitonto, classi quarte BMM e AIA, dell’ITET Salvemini di Molfetta, quarte A CAT e B CAT, IISS De Gemmis di Terlizzi, quarta Agro, IISS Vespucci di Molfetta, quarte AN, BN, BM, AE, dell’IISS Mons. Bello di Molfetta, quarte AT e BT, e dell’IISS Ferraris di Molfetta, quarta AI, con il coinvolgimento di 160 studenti. Per la realizzazione dell’iniziativa ci si è avvalsi, inoltre, della preziosa e qualificata collaborazione scientifica dell’EPM International, autore dei principali standard internazionali di riferimento sui temi trattati, e dell’INAIL – Focal Point italiano dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro – Eu-OSHA.
Ci può spiegare l’iter formativo e produttivo?
Nella prima fase gli operatori Spesal hanno fornito agli studenti una formazione relativa ai disturbi muscolo-scheletrici impostata sui rischi lavorativi specifici dei percorsi scolastici di ciascun istituto coinvolto. Dopo una prima fase teorica, agli studenti sono stati mostrati filmati tratti dalla reale quotidianità lavorativa nei comparti oggetto di studio. Gli studenti sono stati chiamati a compilare una scheda per ciascun filmato individuando le varie tipologie di rischio – non solo a carico dell’apparato muscolo scheletrico – e assegnando per ogni rischio un valore da 1 a 5 a seconda della gravità. I docenti hanno svolto un ulteriore lavoro di approfondimento in classe che ha comportato lo studio di alcune fasi lavorative diversificate a seconda dei percorsi scolastici, l’analisi delle situazioni di rischio con individuazione di criticità ed eventuali soluzioni, la produzione da parte degli studenti di materiali quali fotografie, disegni originali, video, racconti e poesie. Tutto il materiale prodotto è confluito all’istituto grafico che ha realizzato un opuscolo esplicativo del progetto e del materiale raccolto, e agli istituti informatici che hanno sviluppato un gioco su android strutturato in più livelli verticali, corrispondenti a situazioni di rischio, ed orizzontali, ambientazioni calate in ogni settore produttivo preso in considerazione dal progetto. Insieme alle slides utilizzate per la formazione di partenza, un patrimonio rimasto a disposizione degli istituti per eventuali altre sessioni di formazione per i prossimi anni. Il materiale prodotto dimostra l’interesse e l’entusiasmo degli studenti e l’impegno degli insegnanti. L’attiva partecipazione in occasione del seminario conclusivo denota che, pur su temi così ostici e inusuali, è possibile il coinvolgimento diretto degli studenti, se si utilizzano strumenti più inclini al loro mondo e più consoni allo sviluppo di creatività e abilità, come lo sviluppo di app o la libera espressione mediante testi o disegni.

Quali gli scenari che si aprono?
L’iniziativa ha mostrato quanto sia importante interagire con le scuole per favorire lo sviluppo della “cultura della sicurezza”. È soprattutto interloquendo con le nuove generazioni, destinate a ricoprire ruoli operativi o gestionali, che possiamo sperare di favorire per il futuro una maggiore consapevolezza dei molteplici rischi che quotidianamente si devono affrontare nei luoghi di lavoro. La battaglia delle malattie professionali e delle morti sul lavoro, che negli ultimi mesi hanno interessato anche studenti inseriti nei percorsi di alternanza scuola-lavoro, non può essere vinta unicamente con azioni repressive nei confronti delle aziende. È soprattutto valorizzando azioni preventive che possiamo ambire a una maggiore consapevolezza e a comportamenti più incisivi. Per tali ragioni è auspicabile che l’esperienza maturata nell’ambito di questo progetto possa essere replicata, sia valorizzando da parte degli istituti il materiale prodotto sia sviluppando ulteriori nuove iniziative. In particolar modo, potrebbe essere opportuno focalizzare i nuovi progetti sulla prevenzione degli infortuni o sull’impatto delle nuove tecnologie digitali sul lavoro e sui luoghi di lavoro e sulle correlate sfide e opportunità in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Alla prof.ssa Domenica Losole, una delle docenti coinvolte nel progetto, insegnante di informatica presso l’IISS Volta de Gemmis di Bitonto, abbiamo chiesto di illustrarci le caratteristiche della app realizzata dagli studenti.
Quale è stata la fase progettuale della app e in cosa consiste
L’idea era quella di far creare alle due classi informatiche, le quarte A dell’ITT “Ferraris” di Molfetta e AIA dell’ITT “Volta” di Bitonto, una app/videogioco per coinvolgere i ‘giocatori’ sulla prevenzione delle patologie dell’apparato muscolo-scheletrico dovute ai comportamenti lavorativi scorretti inerenti quattro ambiti lavorativi: agricoltura, edilizia, nautica/meccanica navale e informatica-videoterminalisti. Per ognuno degli ambiti lavorativi l’app propone un omino che deve raggiungere altri quattro omini corrispondenti ai video realizzati dai ragazzi; per ogni video si presentano due domande a cui bisogna rispondere scegliendo fra tre risposte. La prima domanda è rivolta a individuare il fattore di rischio relativo al sovraccarico biomeccanico dell’apparato muscolo-scheletrico; la seconda a individuare la soluzione efficace per risolvere il problema, ai fini di un’adeguata prevenzione. Quando il ‘giocatore’ supera gli step del primo ambito, ad esempio quello dell’agricoltura, può accedere al secondo, e così via. Gli ambiti si distinguono per gli sfondi e per i relativi video proposti: per l’agricoltura, ad esempio, sono presenti il video sull’acinino, sulla raccolta dei pomodori, sulla raccolta con ‘lancio’ delle angurie. Quando il ‘giocatore’ ha superato tutti gli step termina il percorso e può scaricare un attestato personalizzato con i suoi dati. L’app android è stata realizzata utilizzando l’ambiente MIT AI2 con le componenti più ‘spinte’ che questo ambiente propone per raggiungere l’obiettivo ed è scaricabile su device android tramite il relativo QR Code. L’idea della Spesal è stata progettata inizialmente dagli studenti dell’ITT “Ferraris” a cui si sono affiancati gli studenti dell’ITT “Volta” e i due istituti hanno continuato a collaborare sinergicamente sia in presenza che a distanza dai rispettivi laboratori.
Come si può sintetizzare il connubio scuola e tecnologia?
Questo progetto e la realizzazione dell’app, nonostante alcune difficoltà, è un esempio di come la tecnologia sia uno strumento importante nelle nostre vite, anche scolastiche. Partendo da un progetto, si possono rendere fruibili argomenti delicati, quali la salute sul lavoro, da un pubblico giovane in modo più amichevole, diretto, veloce, accattivante, in modalità ludica. La didattica può utilizzare questi strumenti per veicolare contenuti importanti, per far riflettere, per creare delle realtà di scambio e di confronto. Anche la collaborazione a distanza tra gli istituti, collegati online, è stata resa possibile grazie alla tecnologia: una rete di scuole connesse e collaborative è la scuola che guarda al futuro ma che rende il futuro possibile già oggi.

Le foto si riferiscono agli alunni e ai docenti che hanno preso parte al corso