Da Roma in giù, l’Emporio della salute attivo a Bari da circa due anni negli ambienti del Villaggio del fanciullo, grazie alla disponibilità dei padri rogazionisti, è l’unica realtà solidale strutturata per il recupero e la distribuzione dei farmaci ai cittadini meno abbienti. Solo recentemente altri centri del mezzogiorno, come Matera, hanno avviato progetti con lo stesso obiettivo. L’iniziativa barese s’inserisce nelle attività caritatevoli svolte dal Banco farmaceutico che afferisce alla Caritas della diocesi di Bari-Bitonto. Istituzione quest’ultima che, insieme all’associazione Rogazionisti Cristo Re, Federfarma e Ordine dei farmacisti ha messo su una rete, sotto l’egida del Comune di Bari, per offrire un servizio a tutela della salute delle persone senza fissa dimora e in gravi difficoltà socio-economiche.
All’emporio della salute accedono i cittadini inviati dai servizi sociali e le persone e le famiglie seguite dai centri della Caritas attivi presso le parrocchie della diocesi nei 21 comuni del territorio barese. “Si è formata una rete virtuosa -spiega Gianni Vacca, uno dei quattro volontari che pianificano e gestiscono l’attività-: forniamo i medicinali che riceviamo dalla gente più generosa, sopperendo alle necessità di tanti cittadini che siano in possesso dei requisiti previsti, attestati dal modello Isee, e che possono inviare le loro richieste via mail, facilitando le operazioni di ritiro”.
Il centro, con l’accogliente ingresso e due ampi locali in cui sono conservati, in perfetto ordine, migliaia di farmaci “rigenerati”, è aperto il lunedì e il giovedì mattina; ma l’impegno dei volontari prosegue anche nelle altre giornate per le operazioni di carico, registrazione e selezione dei prodotti. Gianni, con una lunga esperienza di informatore scientifico, e Franca Pastore, con altrettanta competenza, acquisita come farmacista ospedaliera, animati dal mai scontato desiderio di donare tempo al volontariato, sono professionisti in pensione che mettono a servizio del prossimo la loro professionalità insieme ad altri due volontari: Giuseppe Latartera e Vito De Bellis, informatico.
Gianni ha cominciato il servizio presso la Caritas sette anni fa con la raccolta dei farmaci da banco, ottenuti soprattutto grazie alle donazioni in occasione della Giornata della raccolta del farmaco, organizzata dal banco farmaceutico nel mese di febbraio, quando i cittadini possono acquistare medicinali per donarli a quanti ne hanno bisogno all’interno delle farmacie e parafarmacie aderenti all’iniziativa.
Con l’aumento dei bisogni di cura e terapie e il proporzionale aumento dei costi di molti medicinali, si è ipotizzata la fattibilità di un sistema di riutilizzo dei farmaci con ricetta prossimi alla scadenza. “Dopo un lungo periodo in cui abbiamo atteso le necessarie autorizzazioni dagli ordini competenti -spiega Vacca- siamo riusciti a stipulare un accordo tra Caritas, Comune di Bari, Federfarma e Ordine dei farmacisti per avviare un sistema di raccolta di farmaci con ricetta, a cui hanno aderito undici farmacie baresi, dove è possibile trovare un contenitore bianco in cui clienti e cittadini possono depositare i medicinali avanzati che possono essere riutilizzati”. Si tratta del progetto di recupero dei farmaci non scaduti, promosso dal Banco farmaceutico con l’obiettivo di rimettere in circolazione migliaia di prodotti inutilizzati, abbandonati in casa, e prevenire gli sprechi, cercando di contrastare la povertà sanitaria che va a braccetto con le diverse crisi economiche, sanitarie e sociali che si alternano così rapidamente nei nostri giorni.
Sono 8 miliardi i medicinali che vengono sprecati ogni anno in Italia, mentre gli organismi collegati al banco farmaceutico hanno erogato aiuti sanitari a quasi 600mila cittadini indigenti, in un contesto sociale che dal 2020 registra condizioni di povertà assoluta per cinque milioni di persone. A questi dati, pubblicati dall’osservatorio sulla povertà sanitaria, si aggiunge la spesa mensile in medicine delle persone indigenti che oscilla tra i 7 e i 16 euro.
La raccolta deve rispondere, tuttavia, a criteri rigorosi a cui i donatori devono attenersi. I farmaci, infatti, devono essere conservati integri nelle scatole, avere otto mesi di validità dalla scadenza, non devono appartenere alla tabella delle sostanze psicotrope e stupefacenti nè alla categoria dei medicinali da conservare in frigorifero o a quelli ospedalieri. Per la conservazione e la redistribuzione le scatole non devono contenere blister con pillole o flaconi mancanti.
Il procedimento per una corretta raccolta dei farmaci prosegue con la verifica da parte del farmacista e, successivamente, dei volontari dell’emporio della salute, che si occupano anche del ritiro e della catalogazione per tipologie. Mentre Gianni illustra la “seconda vita” del farmaco, al centro, presso il Villaggio del fanciullo, è appena giunta una busta di medicinali: “Li ricontrolliamo, li selezioniamo e li registriamo, utilizzando un software, messo a disposizione dal banco farmaceutico, per consentirne la tracciabilità.”
Un lavoro davvero impegnativo, che richiede oltre a uno spiccato spirito di servizio un forte senso di responsabilità, trattandosi di carità rivolta alla salute delle persone. E nonostante le inevitabili difficoltà, sono già due anni che l’emporio mette a disposizione dei numerosi utenti anche farmaci con ricetta. “Sono tantissimi i medicinali lasciati scadere o dimenticati nei cassetti nelle case di tanti cittadini, soprattutto al termine di qualche terapia o in seguito a un decesso. Solo nel 2021 abbiamo recuperato farmaci per un valore di 800mila euro: una cifra enorme, che sarebbe andata perduta senza il nostro intervento. Un impegno che non si è fermato mai, neppure durante la pandemia, quando, in realtà, si è verificata un’impennata delle richieste a causa delle conseguenze dell’infezione. Oltre ai senza fissa dimora, che suonano quotidianamente alla porta del centro, abbiamo preso in carico 2000 persone, tra cittadini e nuclei familiari in difficoltà”, spiega Gianni Vacca.
Ma non si tratta solo di consegna dei medicinali ma di un vero e proprio percorso di accompagnamento e cura delle persone, svolto in spirito di servizio e di totale gratuità. Solidarietà, concreta ed efficace, dimostrata anche nei confronti di tanti profughi ucraini, ai quali i volontari dell’emporio hanno spedito diversi pacchi di prodotti grazie alle reti di volontariato. L’impegno sociale, il volontariato e la solidarietà sono concetti che vanno spiegati e inculcati in tutta la società, cominciando dalle fasce più giovani. Così, non sono poche le scolaresche che fanno visita al centro. Come succede proprio mentre Gianni e Franca illustrano le loro attività.
Ma il progetto dell’emporio della salute non finisce qui. In programma c’è, infatti, l’allestimento di un ambulatorio, in cui saranno effettuate visite specialistiche grazie alla disponibilità gratuita di alcuni medici. In tal modo, andrà a completarsi quella missione della cura della persona a cui si accennava e di cui ci parla con passione padre Vincenzo D’Angelo, presidente dei padri Rogazionisti: “Questo progetto è un completamento del servizio che include anche la mensa ‘Sant’Annibale di Francia’ riattivata da qualche anno all’interno del Villaggio del fanciullo. Il sogno è chiudere il cerchio con la realizzazione di uno studio medico in cui poter svolgere consulenze e diagnosi di prima necessità”. La grande e ospitale realtà del Villaggio del fanciullo, nei pressi del Policlinico di Bari, è da decenni punto di riferimento per i giovani e i poveri con la formazione professionale e con le numerose attività caritative. L’emporio della salute rappresenta il tassello più recente di quest’ampia e intensa attività a favore dei cittadini più disagiati. Un impegno che, tra l’altro, si allinea con l’obiettivo europeo di evitare sprechi di medicinali. L’emporio, dunque, come progetto pilota da replicare in altre città e in altre regioni. Per carità, buttar via i farmaci è un vero peccato!
Nella foto in alto, Franca Pastore e Gianni Vacca nell’Emporio della salute