Entriamo nel Petruzzelli, dopo la fila che si allunga fuori dalle porte laterali, nel secondo giorno del Bif&st. Il sontuoso politeama barese apre le porte a chiunque voglia vedere Tre piani di Nanni Moretti. La città è gremita in ogni suo angolo. L’atmosfera è elettrizzante, con tutta questa gente che si sposta verso i teatri sede del festival. Molti hanno prenotato un posto in platea e altri in un palchetto e da lì assistono ai primi incontri, alle presentazioni e alle proiezioni. Tanti sono curiosissimi di assistere al dialogo con Margherita Buy, insignita del Premio Alida Valli come miglior attrice non protagonista, proprio per la sua ultima formidabile interpretazione nel film di Moretti.
E però, non vi sarà modo di vederla sul palco del Petruzzelli, perché l’attrice ha annunciato che le sarà impossibile raggiungere Bari e ritirare il premio. “Purtroppo non potrò essere al Bif&est, con mio grande rammarico”, spiega in un video. Sta, infatti, girando il nuovo film di Moretti e, ridendo, dà la colpa della sua assenza proprio al regista romano: “è merito di Nanni se ho vinto questo premio ma è colpa sua se non vengo a ritirarlo”. La delusione cala palpabile tra i fan che, tuttavia, possono godersi l’ultima fatica del regista romano, stando comodamente seduti sulle poltrone di velluto rosso del Petruzzelli.
Sostiamo all’ingresso presi dall’emozione: siamo tra i primi a varcare la soglia del teatro, prima che nel giro di mezz’ora la platea sia già tutta occupata in questa domenica mattina. Non è passato neppure un anno dalla visione di Habemus papam, il film di Moretti del 2011, proiettato per il Bif&st al Kursaal appena riaperto. Molti stanno per vedere per la prima volta Tre piani, mentre altri (come chi scrive) hanno già avuto modo di apprezzarne la bellezza della complessa impalcatura, in cui risplende il talento di un’attrice come la Buy, seppur in un ruolo più piccolo e marginale rispetto al solito. Ancora una volta, Moretti si è mostrato, da impareggiabile regista qual è, in grado di collocare un attore nel ruolo che sta maggiormente nelle sue corde.
Dopo tutto, niente di “strano” per un regista che ha arricchito il panorama cinematografico italiano con capolavori come Palombella rossa e Bianca. Qualcuno nelle prime file ricorda al suo vicino quella volta in cui il regista romano è sceso al Petruzzelli per leggere gli appunti presi durante la lavorazione di Caro Diario. A parere di molti, il suo film più bello, senz’altro il più autobiografico, capace di mostrare una Roma in movimento, con le sue strade, i suoi vicoli, la sua bellezza senza tempo. Era nato come un cortometraggio di lui che girava in vespa per la città e, invece, è diventato l’incipit di uno splendido trittico.
Oggi si vivono emozioni diverse. Tre piani è un film più maturo, più articolato, in cui il regista appare pochissime volte, finendo per diventare, per un certo verso, la caricatura di se stesso. E’ un magistrato di fama ma un pessimo padre, che non riesce a stabilire un legame con il figlio. La moglie, Margherita Buy, cerca di fare da ponte tra i due, ma non senza successo. Una “colpa” che sente forte su se stessa. Il film lascia trasparire il nuovo modo di Moretti di raccontare il dolore e la rinascita. Così, molti tra gli spettatori non vedono l’ora di guardare la nuova pellicola ancora in lavorazione.
Nella stessa giornata, presso il teatro Piccinni, viene proiettato Diabolik, il discusso film dei Manetti Bros. Ha diviso il pubblico, specie i fan sfegatati del fumetto che hanno ritenuto Luca Marinelli non all’altezza degli altri film in cui è apparso. Il suo è un Diabolik scialbo, poco passionale, solo una copia sbiadita dell’eroe dei fumetti. Se, tuttavia, la prova di Marinelli ha diviso il pubblico anche in questo spettacolo al Piccinni, nessuno ha avanzato dubbi su Miriam Leone, insignita del Premio Anna Magnani, come miglior attrice protagonista. Il premio le verrà consegnato sabato 2 aprile, durante l’ultima serata del Bif&est, insieme a Giuseppe Tornatore, premiato come miglior regista e insignito del premio Mario Monicelli.
Miriam Leone è perfetta nel ruolo di lady Kant, personaggio ripreso dalle pagine del famoso fumetto di Angela Giussani. Ha dimostrato di essere un’attrice brava e versatile, da tenere particolarmente d’occhio. E non vediamo l’ora di fare la sua conoscenza durante l’ultima giornata del Bif&est. I Manetti Bros già l’anno scorso avevano fatto ben parlare di sé per il film musical Ammore e Malavita. Guardandoci indietro, questo Diabolik risente del paragone con quel film, da molti considerato il capolavoro dei fratelli. Ma in realtà presenta tanti elementi interessanti, che ci fanno capire quanto lodevole sia l’operazione portata avanti dai fratelli. Specie la valorizzazione di una grande attrice come Miriam Leone.