Il nettare degli dei ha un carattere moderno

Con il Fuorilemura Rosè, il Crifo, blasonata azienda vitivinicola di Ruvo di Puglia, debutta in un nuovo segmento di mercato ampliando la gamma di vini e spumanti

Gli antichi chiamavano “nettare degli dei” la deliziosa bevanda che accompagna i pasti, capace di rallegrare gli animi e stimolare i sensi. Celebrato nell’arte, nella letteratura, nella danza e nella musica di tutti i tempi, il vino da sempre manifesta un solido legame con il territorio da cui proviene, popolato da gente avvezza ai ritmi incessanti del lavoro, basati perlopiù sull’alternanza delle stagioni e sulla raccolta ciclica dei frutti della campagna.

Inebriante e soporifera, da gustare da soli o in compagnia ma sempre con moderazione, la bevanda, dai numerosi benefici per la sua azione fibrinolitica, antitrombotica, antiglicemica e antiossidante, è il prodotto maggiormente esportato insieme all’olio d’oliva. L’Italia, infatti, ha sempre occupato i primi dieci posti su scala mondiale nella produzione di vini pregiati, grazie al prestigioso riconoscimento ottenuto da alcune regioni tra le quali spicca indubbiamente la Puglia, punteggiata da nord a sud da industrie vitivinicole, cantine ed enoteche dove, oltre alla lavorazione, alla vendita e all’esportazione ci si dedica all’assaggio e alla valutazione.

Famosissima in tutto l’hinterland barese e non solo, la Cantina Crifo di Ruvo di Puglia vanta sessantadue anni di attività: una vera e propria istituzione in campo enologico. La sua storia inizia nel 1960, quando un nucleo di 28 vignaioli si unisce in cooperativa con l’obiettivo di accrescere la propria forza contrattuale e contrastare i grandi gruppi nazionali a cui venivano vendute le uve. Nel corso degli anni, la cooperativa ha cambiato i suoi scopi, passando da semplice produttrice di mosti a cantina in grado di produrre ottimi vini imbottigliati.

La svolta avviene nel 2010, quando vede la luce un nuovo impianto produttivo, progettato per valorizzare le varietà autoctone pugliesi e trasformarle in vini che esprimono la potenza e l’eleganza di un terroir unico e irripetibile altrove. Oggi Crifo è una delle più importanti realtà vinicole del meridione, con oltre 400 soci e conferimenti superiori alle 8.000 tonnellate d’uva per vendemmia. Una solida realtà industriale che s’impegna a dar lustro alla città con il suo Grifone, l’emblematico marchio di fabbrica che riecheggia il prezioso elemento architettonico scolpito sulla facciata della cattedrale a protezione dei fedeli. Un modo innovativo per non dimenticare mai le origini della Cantina Riforma Fondiaria, da cui deriva l’acronimo Crifo con il quale s’identifica la provenienza del vino.

“La nostra sfida è unire in un perfetto connubio l’autenticità della realtà contadina, rispettosa del lavoro e della natura, con il progresso e l’innovazione nelle tecniche di vinificazione. Una sfida che oggi, grazie ai successi commerciali, ai premi e ai riconoscimenti ottenuti, tanto a livello italiano quanto internazionale, possiamo dire di aver vinto”, spiega il presidente dott. Sebastiano Marinelli. L’elemento che differenzia questa cantina dalle altre sta nella lavorazione esclusiva di cinque vitigni autoctoni della zona Castel del Monte: Nero di Troia, per il quale la cooperativa è leader nel formato da 0,75 L, Bombino Bianco, Bombino Nero, Moscatello Selvatico e Verdeca (o Pampanuto). Uve particolarmente pregiate da cui si ricava una ricca gamma di prodotti: dai vini fermi agli spumanti Metodo Charmat, il nuovo Cryfus Anniversario Metodo Classico, l’innovativo formato Bag in Tube, una grappa da uve Nero di Troia e la Vendemmia Tardiva.

Per non parlare della linea bollicine, CryfusSixty Edition, nata per festeggiare i sessant’anni di Crifo, composta da tre straordinari prodotti: Rosato Extra Dry Millesimato, Bianco Extra Dry Millesimato e Moscato Dolce, provenienti rispettivamente da uve Bombino Nero, Bombino Bianco e Moscato, tutte vinificate in purezza. Questi spumanti dai profumi e dai sapori distintivi, frutto di vitigni autoctoni e di metodi produttivi che uniscono tradizione e innovazione, vengono ottenuti con il metodo Charmat-Martinotti. Nel caso specifico del rosato, le uve appena raccolte sono fatte raffreddare e restano a contatto con le bucce per 4/6 ore per estrarre aromi e colore. Successivamente vengono sottoposte a pressatura soffice e il mosto ottenuto viene decantato e filtrato, prima di essere portato a una temperatura di zero gradi centigradi. Tocca poi caricarlo in autoclave – in cui è stata preparata la base dei lieviti selezionati, con aggiunta di zuccheri e sali minerali per favorire l’attività – dove subisce una sola fermentazione.

Resta dai 60 ai 90 giorni sulle fecce prima di passare all’imbottigliamento isobarico, per evitare perdite di anidride carbonica. Nel caso invece del bianco e del moscato, le uve vengono sottoposte direttamente a pressatura soffice, per poi seguire la medesima procedura del rosato. Il processo della fermentazione in autoclave (un contenitore a pressurizzazione e temperatura controllata) permette di ottenere vini con le note caratteristiche fruttate. Il punto di forza del metodo Charmat-Martinotti è senz’altro quello di velocizzare la fermentazione.

Ma la fresca ventata di novità che pervade la cantina è rappresentata dal Fuorilemura Rosè, un vino da uve Nero di Troia vinificate in rosato, di cui il presidente Marinelli è particolarmente orgoglioso: “Negli anni il crescente interesse per i vini rosati ci ha spinti a credere che anche il nostro territorio può inserirsi in questo mercato e regalarci grandi sorprese. Il risultato è questo vino ricco e strutturato, ottenuto da vigneti collinari scelti della zona di Castel del Monte. La tecnica di vinificazione in riduzione, individuata dal nostro enologo, il dott. Massimo Tripaldi, che prevede l’aggiunta di neve carbonica e di CO2, permette di esaltare sentori tropicali, tratti inaspettati del vitigno simbolo della terra di Puglia. L’affinamento su fecce sottili arricchisce il prodotto di polisaccaridi, che conferiscono stabilità al colore e maggiore spessore nel palato”.

Alle specialità già note ne seguono altrettante in via di definizione, in attesa del consueto lancio sul mercato. Un’azienda in costante crescita che mira a presidiare a livello nazionale tutti i canali di vendita, GDO, HORECA e l’online shop, puntando su prodotti dall’ottimo rapporto qualità-prezzo, dal packaging accattivante e ricercato – grazie alla collaborazione di una fitta di rete di agenti di commercio – con un’offerta ampia che va dal vino fermo al vino spumante e frizzante per finire ai distillati. Diversi e più ambiziosi sono, invece, gli intendimenti che la cantina Crifo si propone su scala internazionale: occupare quote di mercato in tutti i mercati più importanti grazie a partnership con i distributori con i quali l’azienda viene a contatto nelle fiere internazionali. L’obiettivo principale resta quello di incrementare la vendita di bottiglie nel formato da cl.75, facendo leva sulla promozione e sulla valorizzazione dei vitigni autoctoni, nonché consolidare la leadership nazionale nelle vendite di Nero di Troia nello stesso formato e accrescere la percentuale del fatturato estero.

Abbiamo da poco ultimato un nuovo impianto di spumantizzazione in grado di consentirci un notevole incremento della capacità produttiva e di aumentare le nostre vendite dalle attuali 70.000 bottiglie alle oltre 400.000 bottiglie”, conclude soddisfatto Sebastiano Marinelli, fiero del lavoro svolto e pronto a mettersi all’opera per continuare a regalare alla città di Ruvo il primato che merita per il suo vino, certo ringiovanito con nuovi metodi di lavorazione ma mai dimentico della sua storia luminosa.