Piove nel tragitto verso la basilica di San Nicola. Una pioggia così fitta che, ingenuamente, fa sperare possa spegnere le fiamme che avvolgono Kiev e l’Ucraina. Nella chiesa, che custodisce le reliquie del vescovo di Myra e patrono della città, si ricorda lo sbarco della Vlora che condusse a Bari migliaia di albanesi, in fuga dal dittatore Enver Hoxha. Una drammatica e insieme straordinaria storia di accoglienza, nata dalle macerie del muro di Berlino, che riunì le sponde del Mediterraneo, il “mare nostrum”, crocevia di storia, civiltà, cultura e sapere. Ricordando quell’imponente flusso migratorio da una riva all’altra dell’Adriatico, l’arcidiocesi di Bari-Bitonto vuole riflettere sul tema Mediterraneo frontiera di pace. Viaggi sulla rotta albanese, a due anni dall’incontro dei vescovi del Mediterraneo con papa Francesco, svoltosi proprio a Bari nel 2020, con le commoventi testimonianze di Giuseppe Dalfino, figlio di Enrico, sindaco al tempo dell’approdo della Vlora, e Pino Rana volontario dei soccorsi in quei giorni tumultuosi.
In linea con il secondo raduno dei vescovi, in corso a Firenze per Mediterraneo frontiera di pace, la chiesa barese promuove l’incontro a San Nicola con spirito di rinnovata fiducia verso una “vita normale”, grazie all’allentamento delle restrizioni causate dalla pandemia. E invece, ancora una volta, dopo due anni da quando il virus ha cominciato a propagarsi sul pianeta, un altro flagello si abbatte sull’umanità, persino peggiore del primo: la guerra nel cuore dell’Europa. Così, la basilica diventa il luogo “speciale” dell’incontro tra fedeli cattolici e ortodossi, per un momento di preghiera comune a San Nicola e per testimoniare vicinanza e affetto al sofferente popolo ucraino; per rinfocale la speranza di un rapido cessate il fuoco, insieme ai padri domenicani, all’arcivescovo di Bari-Bitonto mons. Giuseppe Satriano e al rettore della chiesa ortodossa russa di Bari, padre Viacheslav Bachin.
Sono velate di tristezza e insieme di nostalgia le parole con cui mons. Satriano ricorda le diverse occasioni in cui, proprio davanti alla tomba di San Nicola, i pontefici hanno lanciato messaggi di pace: “Il 26 febbraio del 1984, 38 anni fa – spiega il vescovo – san Giovanni Paolo II era qui a pregare come pellegrino per l’unità della chiesa. Il papa definì san Nicola uomo mite, pieno d’indefettibile energia, magnifica immagine di Cristo, vescovo che ha difeso la fede, amato la giustizia, protetto i poveri e le vedove”.
Ha ricordato poi lo storico incontro a Bari tra il vescovo di Roma e i patriarchi d’Oriente: “Nel 2018, papa Francesco, pregando qui con i rappresentanti delle chiese d’oriente sottolineava la realtà della fraternità come dimensione profetica dei cristiani del medio oriente nel testimoniare Gesù Principe della pace. Gesù, disse il papa, non impugna la spada ma chiede ai suoi di rimetterla nel fodero. Con questi sentimenti, noi tutti, cattolici e ortodossi, insieme al rettore della chiesa russa di Bari, desideriamo invocare l’intercessione di san Nicola su questi giorni bui, perché torni la pace, si possano seppellire i morti, consolare gli afflitti e annullare ogni forma di ingiustizia”.
Nel gesto simbolico di deporre una lampada ai piedi del santo, i rappresentanti delle due chiese che convivono nel capoluogo pugliese si sono ritrovati a pregare e invocare la pace. “La lampada che ci è data e che teniamo tra le mani – ha detto Satriano – dice la nostra fede, il desiderio di rischiarare l’oscurità delle tenebre che avvolgono il mondo, l’invocazione della grazia dello Spirito Santo perché illumini e rischiari la coscienza di ciascuno”. Preghiere a cui si sono associati i numerosi fedeli, mentre stringono tra le mani una piccola candela da deporre sulla tomba di San Nicola.
“Sono momenti molti tristi e molto dolorosi per l’inaudita forza con cui questo paese più piccolo e più indifeso è stato aggredito. Per questo – ha dichiarato alla stampa Satriano – maggiore e forte è nel cuore di tanta gente e di tutti noi un senso di scoramento. Credo che in questi momenti, e lo dico a partire dalla mia fede, nel mio servizio a questa chiesa, la preghiera diventa quella piccola luce che riscalda il cuore e dà speranza. Ci è sembrato giusto vivere questo momento invitando il rettore della chiesa russa di Bari, padre Bachin. Quando si prega per la pace si denuncia la guerra e questo atto silenzioso e discreto ma forte, credo dia un senso alla vita di tanta gente anche agli ucraini presenti qui nella nostra terra”.
La comunità ucraina è ben radicata nella realtà barese: in questi giorni, infatti, si è riunita insieme al mondo dell’associazionismo e dei sindacati per manifestare, come in tantissime piazze del paese, contro la guerra. Tra striscioni e bandiere della pace, sono state un migliaio le persone riunitesi a manifestare; e tra queste un centinaio di ucraini, alcuni dei quali, in lacrime hanno raccontano l’angoscia che stanno vivendo per la sorte di genitori, figli e parenti in Ucraina. Mentre s’invoca la pace e si prega perchè la guerra si fermi, oltre 150.000 profughi stanno giungendo ai confini polacchi, le bombe russe hanno distrutto il gasdotto a Kharkiv, l’Ue ha cominciato ad inviare materiale militare in supporto alle forze ucraine.
Piove a dirotto fuori della basilica. Una donna scruta la targa affissa vicino la statua del santo che troneggia nella corte del Catapano, dono di Putin in visita a Bari anche come devoto di San Nicola. Simbolo di amicizia e cooperazione tra due popoli…
La pioggia cade fitta e una candela poggiata vicino la statua di San Nicola resta accesa per pochi secondi prima di spegnersi. Come tutti si augurano possa accadere con il potenziale di fuoco che sta distruggendo palazzi, strade, scuole e ospedali, mettendo a repentaglio la vita di milioni di persone. L’Europa è annichilita. Non riesce a credere che possa ripetersi un dramma come quello della seconda metà del secolo scorso.
E intanto si moltiplicano le iniziative umanitarie a favore del popolo ucraino. La Caritas italiana ha già destinato 100mila euro a quella ucraina per fronteggiare le primissime emergenze. Don Vito Piccinonna, direttore della caritas diocesana di Bari-Bitonto, rende noto di essere in stretto contatto con la dirigenza nazionale per iniziative di volontariato e di solidarietà verso i fratelli ucraini.
In alto, mons. Giuseppe Satriano e padre Viacheslav Bachin nella basilica di San Nicola (la foto è tratta dal sito dell’arcidiocesi Bari-Bitonto)