Architetto paesaggista col culto del bello, immerso nella salvaguardia della natura, appassionato studioso delle pieghe più inconfessabili della storia, uomo colto e lucido, ironico, brillante. E sanamente eretico, pronto all’analisi critica e alla riflessione spesso iconoclasta. Questo è stato, insieme a molto altro, Gilberto Oneto (1946-2015), grande divulgatore di argomento tecnico e pure culturale ad ampio raggio, con massima attenzione alla storia, che considerava giustamente sempre in eterna scrittura ed acquisizione.
Il 13 gennaio – qualche giorno fa – è stato l’anniversario della sua nascita: l’occasione per tornare a parlare del valore della sua riflessione oltre che dell’opera, con rìferimento particolare alla sua sincera e piena adesione alle ragioni del sud nella vasta e complessa congerie delle vicende e del dibattito relativi alle guerre risorgimentali e all’Unità d’Italia. Gilberto Oneto è certo una figura su cui poter aprire nuovi spiragli di curiosità, giacché, pur conosciuto a livello nazionale, era soprattutto noto in diversi ambiti e circuiti ma di nicchia o specialistici. Amico del quotidiano Libero, testata di cui è stato collaboratore per anni, ha contribuito a mettere in crisi ogni supposta visione moralistica e ideologica della storia – tanto più delle controverse pagine risorgimentali – in numerosi volumi, spesso editi dalle edizioni cattoliche identitarie de Il Cerchio di Rimini.
Vicinissimo al famoso politologo Gianfranco Miglio, amava le tesi identitarie della sua terra, slegandole però da residuali conflitti frontisti interni tra nord e sud. Comprese senza patemi anche le ragioni del mezzogiorno sul processo di unificazione del paese, con tutte le oggettive e problematiche conseguenze che ricaddero sul destino del sud. Formazione culturale multidisciplinare da vera persona versatile, capace di dialogare attorno ai saperi, si era formato in architettura a Milano nel 1973, lavorando poi molto all’estero, dove assunse un ruolo di prestigio.
Mente vivida e fertile, mise in crisi molte certezze storiografiche, attraverso un percorso indubbiamente a tesi ma filtrato da una seria prassi metodologica e storiografica. Biografo (critico, ipercritico) di Giuseppe Garibaldi, seppe segnare tappe interessanti attorno ad una rivisitazione della figura del nizzardo, come testimonia una monografia a tema edita da Il Cerchio. Le stesse edizioni romagnole hanno pubblicato un corposo studio a più voci su Oneto, libro apparso nel 2016 e recensito sui maggiori quotidiani italiani: Gilberto Oneto. L’avventura di un uomo libero, il suo icastico titolo.
Diversi i saggi e i ricordi nel testo, tutti dedicati all’analisi dei vari aspetti delle attività dell’autore. Ricco anche l’apparato iconografico, a partire dagli ambiti paesaggistici. Non si contano infatti i saggi specialistici di Oneto sull’architettura e sul paesaggio, visto come elemento antropico di bellezza da custodire. Ma davvero tanti, come si è detto, anche i volumi storici. Una voce, la sua, che realmente manca: ai suoi amici e ai suoi lettori, alla libertà della ricerca, alla storiografia più innovativa.
Il Risorgimento per Oneto era stata una forzatura, tra terre diverse, per storia e cultura. Da qui anche la radicata convinzione indipendentista a favore del nord ma non contro il sud. Un discorso legato alle autonomie: culturali, politiche o ambientali-paesaggistiche che fossero. Tra i titoli più interessanti della sua produzione storica: Il santo uccisore del drago. San Giorgio, patrono della libertà, Il senno di poi. L’Italia unita vista 150 anni dopo, La strana Unità. Risorgimento: buono, inutile o dannoso?, Il Guerrone. La nefandezza del 1915-18, L’iperitaliano. Eroe o cialtrone? Biografia senza censure di Giuseppe Garibaldi, Piccolo è libero. Il ruolo dei piccoli stati nell’Europa moderna.
Sul paesaggio: Manuale di Architettura del Paesaggio, Architettura popolare e identità. La forma fisica delle culture locali, Il paesaggio sacralizzato”.
In alto, un immagine di Gilberto Oneto, tratto dalla copertina del volume “Gilberto Oneto. L’avventura di un uomo libero”