Gli incontri sono scritti nel destino. Ci sono strade che si incrociano ripetutamente ed altre che, pur proseguendo in prossimità, sembrano non doversi incontrare mai se non in un teorico punto infinito, come i binari di una ferrovia. Ma quella che potrebbe sembrare una mera illusione, talvolta si realizza attraverso l’incanto dell’arte, magari musicale, come quella di Carlo Marrale e Silvia Mezzanotte. Chitarrista, cantante e fine compositore, il primo; voce tra le più potenti ed espressive del panorama nazionale, la seconda.
Sia l’uno che l’altra sono tasselli della composita biografia dei Matia Bazar, progetto musicale redivivo che ha attraversato decenni di storia del Belpaese, caratterizzandone fortemente alcune fasi per quelle melodie diventate parte, con travolgente naturalezza, della cultura popolare. Carlo Marrale è stato uno dei fondatori e tra i componenti più presenti nel gruppo, colonna portante della formazione che ha sfornato e portato in tutto il mondo i maggiori successi, quella della voce di Antonella Ruggiero e dei testi del musicista poeta Aldo Stellita. Silvia è subentrata molto dopo, nella versione rinnovata dei Matia Bazar, dopo il periodo intermedio non meno proficuo affidato alla timbrica di Laura Valente, quando al timone tornò il decano Piero Cassano al fianco di Giancarlo Golzi e del più giovane Fabio Perversi, dando nuova linfa e altre affermazioni al progetto, compreso un primo posto al Festival di Sanremo con il brano Messaggio d’amore nel 2002.
Carlo e Silvia stanno portando in giro per l’Italia quella che loro stessi definiscono una “anteprima” dello spettacolo che dal prossimo autunno farà parte dei cartelloni dei teatri. La nostra storia è un racconto molto coinvolgente, costruito con totale spontaneità e una giusta dose di ironia da questo inedito duo artistico. In Puglia, presso il locale “A casa mia” di Bisceglie, all’interno di un “dinner show”, Marrale e Mezzanotte sono stati gli ospiti speciali, accompagnati, nelle parti più orchestrate, dai musicisti della nostra terra Torres, Gallo, Fazio e Giangreco, sempre al fianco del cantautore genovese quando approda nel tacco d’Italia.
Per il resto dello spettacolo, la scena è dominata dai due artisti, generosamente propensi a darsi al pubblico attraverso narrazioni e interpretazioni ogni volta nuove e imprevedibili. È, infatti, proprio su questo presupposto che si fonda il progetto, del quale la stessa Silvia sembra sorprendersi per i risvolti che talora prende la loro esibizione. “Abbiamo provato a distanza durante i confinamenti causati dalla pandemia e ci siamo trovati subito in sintonia”, spiega la cantante dal palco. Questa affinità i due la esprimono soprattutto attraverso le improvvisazioni vocali stile jazzistico, oltre che mediante la perfetta concordia musicale delle esecuzioni, a tal punto da sembrare nate con la struttura proposta al momento. È un laboratorio canoro in divenire, un cantare all’unisono che diventa unico flusso emozionale che pervade l’anima di chi lo ascolta.
Facendo un passo indietro, pensare a questo ben riuscito sodalizio inevitabilmente conduce al lungo cammino dei Matia Bazar e alla strana fatalità che, fino ad oggi, non aveva mai fatto incontrare davvero i due artisti. La stessa Silvia Mezzanotte esprime stupore per il risultato raggiunto, che sta incontrando ad ogni concerto la partecipazione accorata di un pubblico molto vario: “Ho conosciuto Carlo quando ho fatto il provino per entrare a far parte della formazione dei Matia Bazar, ma non avrei mai pensato di intraprendere questa collaborazione”, spiega la cantante. Dal canto suo, Carlo Marrale appare divertito oltre che pienamente coinvolto nell’eseguire i propri cavalli di battaglia insieme alla nuova compagna di viaggio.
Da grande compositore qual è, non si risparmia nelle descrizioni della genesi dei motivi che ancora oggi riecheggiano e accompagnano la vita quotidiana di tanti italiani. Come quel capolavoro assoluto che è Vacanze romane, nato assemblando sequenze pensate in luoghi e momenti differenti. Oppure Solo tu, brano ancora oggi riproposto in una pubblicità e al quale, quando fu lanciato, si dichiarò interessato Julio Iglesias. “Vi immaginate in che modo l’avrebbe intonata lui?” chiede Carlo ai presenti. Domanda che fa riflettere, oltre che sorridere, su quanto sia importante l’interpretazione per le sorti di una canzone. Ma quello che conta più di ogni altra cosa è il processo che porta a una scrittura così ben riuscita. “La musica non ha mode o tendenze. Ciò che davvero ha valore è quello che viene da dentro e arriva al cuore della gente”, sottolinea Marrale.
La bellezza dello spettacolo La nostra storia è nella forza della sua semplicità, sorretta interamente dalle qualità indiscutibili degli artisti, dalla loro innata eccentricità. L’assenza di effetti speciali e inutili orpelli scenici o sonori non fa altro che evidenziare l’intento di partenza che certamente si realizzerà al meglio durante il tour nei teatri. E attraverso i ricordi più lucenti che ancora accarezzano i nostri affanni, il duo Marrale-Mezzanotte ci trasporta altrove, dove il tempo è quello dei battiti intimi e la musica circonda di buona energia e infonde necessaria leggerezza.