La magia di Castel Del Monte per gli ulivi di Enzo Morelli

Dall'antico maniero ha preso il via la mostra itinerante dedicata alla pianta-simbolo della nostra terra, a cui il pittore bitontino rende un personale e affettuoso omaggio

La suggestiva cornice di Villa Consiglio a Bisceglie ospita la terza tappa della mostra itinerante del pittore Enzo Morelli, a cui è associato il volume I racconti di Ulivo. Prosegue così l’iniziativa culturale che ha già toccato il museo archeologico di Altamura, dopo il vernissage a Castel del Monte, che ha richiamato un gran numero di appassionati e raccolto un significativo successo.

All’interno dello splendido maniero, fatto relizzare da Federico II, l’inaugurazione della mostra si è svolta in un’atmosfera davvero incantevole, tra le letture magistrali di Francesco Martinelli e le sublimi note del maestro Vincenzo Mastropirro, accompagnato da Anna Maria Giangaspero.

A seguire, i saluti istituzionali di Elena Silvana Saponaro, direttore di Castel del Monte e di Cettina Fazio Bonina, presidente dell’associazione Porta d’Oriente, che ha inaugurato l’evento con il taglio del nastro e ha poi presentato le relatrici della mostra, la prof.ssa Ada Campione e la curatrice di questo articolo.

Tra un intervento e l’altro, la lettura di alcune pagine del volume I racconti di Ulivo (Secop edizioni) un delizioso pamphlet di autori pugliesi che, come ha sottolineato l’editore Peppino Piacente, oltre ad essere uno scrigno prezioso per gli amanti del nostro territorio “è un modo per portarsi la mostra a casa ma anche per riflettere sull’ attuale situazione dei nostri ulivi”.

Morelli è un autore capace di attirare a sé affetto e ammirazione per il suo lavoro. Come egli stesso riferisce, il suo percorso con l’ulivo viene da lontano, da quando era bambino. “Fin da piccolo, abitando a Modugno, a pochi metri dalla campagna, giocavo sempre tra gli ulivi, che poi ho cominciato a dipingere. All’inizio mi sembrava difficile rappresentarli, poi è diventato tutto naturale. Nasce così ‘Totem Ulivo’, con la prima mostra portata a Milano e Pisa. Nell’89 è il momento di ‘Ulivo è poesia’, realizzata col contributo di diversi poeti che hanno scritto poesie ispirate alla nostra pianta più tipica. Anche questa mostra è stata in diversi luoghi in Puglia”, racconta Morelli.

E dopo decenni di rassegne in giro per l’Italia, questo nuovo importante progetto, coronamento di una fulgida carriera, realizzato grazie anche a Secop edizioni, con tanti amici scrittori che hanno dedicato le loro pagine proprio alla nostra terra, a quel senso di appartenenza che ci fa sognare ma anche combattere dinanzi alla crisi incombente. Così, tra le righe è possibile scorgere timide confessioni, solitudine lacerante, mito e crepuscolo ma anche incanto e monologhi, preghiere notturne e bagliori d’argento. Tutti elementi rappresentativi della produzione artistica di Enzo Morelli, di quelle pennellate caparbiamente esaustive che, tocco dopo tocco, si sciolgono in un iperrealismo lirico e d’atmosfera. La limpidità tecnica concede anche qualche tocco più nervoso e sfaldato e il legame affettivo alla mediterraneità, ai suoi figli, ai suoi frutti è certo evidente. Ma sorprende soprattutto il trasporto che ogni tela, ogni carta racchiude in sé. Ulivo è il suo infaticabile compagno di viaggio, autoritratto meditativo o colto in improvvisi guizzi passionali.

La trasposizione antropologica dell’immagine carica di vissuto il racconto che ritroviamo negli ulivi bizzarri, nelle creature eteree, nelle pietre, mute poesie sospese tra terra e cielo. È un connubio immediato, che quasi commuove. È così naturale amare ulivo e le sue bizze, ulivo e la sua amata, ulivo e i suoi muscoli scolpiti in un tempo che è stato, che è e che sarà… La produzione di Morelli non smentisce il percorso intrapreso negli ultimi anni, facendo emergere una coerenza valoriale mai abbandonata, espressione della malia racchiusa in quei dialoghi sussurrati, tramandati di padre in figlio, davanti ad Ulivo, silente e fedele testimone, celato in quei profumi di terra umida e polline, in quelle creature crepuscolari che si adagiano e attendono, affidandosi alla carezza del vento. Morelli dipinge il distacco e la rinascita, la fragilità e il vigore, in quella terra dove ogni incontro è traccia, ogni orizzonte è miraggio, il profumo inebria la caligine e il silenzio protegge e ammanta.