Un centro storico disvelato dalla bellezza dei versi danteschi che, appesi su pergamene ai crocicchi delle stradine in pietra, risuonano muti nella mente di chi li osserva. Putignano, la ridente cittadina a Sud di Bari, che da sempre conosciamo per i coloratissimi carri allegorici e le chiassose parate carnevalesche, si anima di una luce nuova attraverso una mostra interattiva all’aperto dedicata al Sommo Poeta, in occasione del settecentesimo anniversario dalla sua scomparsa.
L’iniziativa trae spunto dal progetto Borgo Allegorico
Realizzata in sinergia tra il Comune e la Fondazione Carnevale di Putignano, sotto la direzione artistica di Dino Parrotta e la supervisione progettuale di Mary Adone, vicepresidente della medesima fondazione, l’iniziativa Racconti di Carta – In cammino con Dante trae spunto dal progetto Borgo Allegorico dell’associazione Trullando, relativo all’allestimento di un’esposizione permanente, una sorta di museo a cielo aperto di manufatti in cartapesta nei vicoli, in forma aerea e sulle facciate degli edifici.
Sono dodici le installazioni ispirate ai canti della Divina Commedia
La rassegna rientra, infatti, nell’ambito delle attività di valorizzazione del nucleo antico, concretizzatesi grazie alla collaborazione di associazioni, maestri cartapestai, attori professionisti di fama nazionale e compagnie amatoriali di teatro dialettale. Una comunità di intenti riunita proficuamente per donare a Putignano un’esperienza immersiva e sensoriale: ammirando le dodici installazioni, quattro per ciascuna cantica (Inferno, Purgatorio, Paradiso), si può al contempo ascoltare l’estratto del Canto della Divina Commedia in italiano, inglese e addirittura in dialetto putignanese.
È a bordo di una tetra imbarcazione ornata di teschi che l’arcigno Caronte di largo Porta Grande traghetta senza scampo le anime dei visitatori nel cuore del viaggio oltremondano dove, di lì a poco, su via Rosata Romanazzi, incontreranno Paolo e Francesca di L. Bressan, già avvolti nel turbine della bufera ed in procinto di essere scagliati contro le rocce per tutta l’eternità, secondo la regola del contrappasso.
La selva dei suicidi in largo Santo Stefano
Seguendo le indicazioni presenti agli angoli di ogni via, si arriva al grazioso largo Santo Stefano, trasformato nella lugubre Selva dei suicidi, descritta nel canto XIII. Ben issato sulla nuda pietra, un albero spoglio con i rami tortuosi ricorda la pena a cui sono sottoposti coloro che hanno commesso violenza contro se stessi: questi vengono tramutati in arbusti nodosi e informi, privi di frutti ma pieni di spine avvelenate.
Giganteggia su largo Fra Leone lo spettro di Lucifero, una riproduzione fedele al dettato dantesco del canto XXXIV che lo dipinge come un’enorme e orrida creatura, pelosa, dotata di tre facce su una sola testa, denti acuminati e tre paia d’ali di pipistrello nelle cui grinfie trattiene le anime dei peccatori.
Beatrice sospesa tra terra e cielo
Più tenui invece appaiono le rivisitazioni in cartapesta dei personaggi del Purgatorio, tra i quali spiccano, per potenza evocativa, i due Superbi di vico Ortenzio che trascinano enormi macigni sulle schiene ricurve e gli smilzi Golosi di Via Pozzo la Chianca che, tormentati dalla fame e dalla sete, tentano invano di cogliere frutti da un albero rigoglioso. A metà tra cielo e terra Beatrice, da una veste color di rosa coperta da un manto turchino, accoglie i passanti spalancando le braccia, in un simbolico abbraccio che segna il superamento di una dimensione tipicamente peccaminosa e carnale e la progressiva ascesa alla contemplazione di Dio.
Picarda Donati e San Bernardo
Durante il percorso di ‘redenzione’ e conoscenza, dominano al calar del sole la dolce Piccarda Donati, alla quale fu negato il desiderio di essere clarissa, e l’enorme Aquila degli spiriti dei Giusti di via Gradini Angelini, costituita dalle anime che in vita si distinsero per la loro virtù, come quella di Re David, Traiano e Costantino. In posa ieratica il San Bernardo di cartapesta si inginocchia in prossimità della Porta Nuova. Il monaco e teologo cistercense, che guidò Dante nell’ultima parte del suo viaggio ultraterreno fino alla visione dei più alti misteri, conduce i ‘passeggeri’ al termine di un percorso di riflessione, catarsi e palingenesi.
Prima di lasciare il suggestivo centro storico, è opportuno soffermarsi sull’uscio delle numerose chiese per carpirne il fascino e le peculiarità, e che molto avrebbero da dire su un’arte così feconda come quella meridionale, sviluppatasi in differenti contesti storici e culturali. Una bibita rinfrescante, unita a qualche specialità da gustare in uno dei localini sparsi nelle vie antiche, è tutto ciò che serve per ripartire a pancia piena ma con immutato ardore di conoscenza.
Le immagini sono tratte dalla pagina facebook del Carnevale di Putignano