Un memorial per ricordare il sorriso e il carisma di Michele Perrini, il giovane 23enne scomparso tragicamente nel luglio 2020 a causa di un incidente sul lavoro. A curare l’organizzazione dell’evento ci ha pensato suo fratello maggiore, Domenico, in collaborazione con il Bitonto C5 femminile e col Comune di Bitonto.
Il Città degli Ulivi la bella cornice che ha ospitato la manifestazione: “Una scelta doverosa – spiega Domenico Perrini ai taccuini di Primo piano – perché sia io sia mio fratello siamo cresciuti sui gradoni di questo stadio, tifando con orgoglio e passione per i colori neroverdi della città”. Al memorial hanno preso parte l’assessore allo sport e all’impiantistica sportiva, Domenico Nacci, il parroco don Gianni Giusto, i rappresentanti delle società sportive U.S. Bitonto Calcio, Futsal Bitonto 2019, Bitonto C5 femminile, oltre ai dirigenti delle scuole calcio Olimpia Bitonto e Polisportiva Bellavista. Presenti sugli spalti del comunale anche familiari, parenti e tanti amici che continuano a serbare gelosamente il ricordo di Michele.
La decisione di dedicare un triangolare di calcio al giovane scomparso l’anno scorso non è, però, casuale: Michele, infatti, aveva calcato a lungo i campi da gioco, prima tra le fila dell’Olimpia e, in seguito, nella Libertas Palese e nell’Omnia. Ma la sua passione nei confronti di questo sport non si era fermata alla pratica amatoriale, perché per lungo tempo aveva supportato – oltre che i già citati colori neroverdi del Bitonto – anche quelli nerazzurri dell’Inter.
A Milano, sugli spalti del “Giuseppe Meazza” aveva assistito a numerosi match della sua squadra del cuore, tutti rigorosamente al fianco dell’inseparabile fratello. “Michele ha sempre amato il gioco del calcio, in tutte le sue mille sfaccettature e, così, non avrei mai potuto immaginare evento migliore di questo memorial per ricordarlo. Da organizzatore di tornei amatoriali ho sempre potuto contare sul suo fondamentale supporto: ora pensare di dover organizzare un torneo amatoriale senza di lui, e addirittura per ricordarlo, mi sembra davvero assurdo”, commenta Domenico.
La tragedia del 17 luglio 2020, in cui perse la vita Michele, suscitò grande scalpore nella comunità bitontina, anche tra coloro che non lo conoscevano personalmente, non soltanto per la sua tenera età ma anche per il luogo in cui si verificò: l’azienda in cui il giovane lavorava. “Uscire di casa per andare a lavoro e non farvi più ritorno. Non si può morire così! L’ennesima tragedia sul lavoro vede una giovane vita spezzata, quella di un ragazzo di soli 23 anni, operaio in un’azienda della zona artigianale di Bitonto, alle porte di Bari. Basta con queste tragedie sul lavoro! Esprimiamo il nostro cordoglio alla famiglia alla quale assicuriamo che il nostro sdegno non durerà solo il tempo dettato da queste circostanze. Saremo ora più che mai in campo per fermare eventi drammatici come questi che sembrano non interessare più la società civile se non nella misura in cui si registra passivamente la cronaca delle cosiddette ‘morti bianche”, fu il commento a caldo della CGIL.
Il fenomeno delle morti sul lavoro continua a rappresentare una vera e propria piaga per il nostro Paese. Per avere un quadro più chiaro dell’emergenza, basti pensare che nei soli primi quattro mesi dell’anno corrente le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Inail (l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) sono state 306, ben 26 in più rispetto alle 280 registrate nello stesso arco di tempo del 2020 e in linea con quelle del primo quadrimestre 2019. Una ferita che – sia chiaro – trafigge indistintamente tutto il Paese: dall’analisi territoriale, infatti, spicca un aumento dei decessi nel nord-est (da 51 a 66 casi mortali), nel centro (da 44 a 56) e al sud (da 62 a 87). In leggero calo, invece, sebbene ancora preoccupante, il dato del nord-ovest (da 104 a 80) e delle isole (da 19 a 17). Una strage, dunque, che colpisce tanti lavoratori – spesse volte giovanissimi – e le loro famiglie provocando un dolore assai difficile da rimarginare.
“Ciò che parzialmente mi consola è sapere che il ricordo di mio fratello –prosegue Domenico- continua ad essere nei cuori e nelle menti della gente che ha avuto il piacere di conoscerlo. L’affetto e il bene che ha lasciato in tutti noi è inestimabile: al ‘memorial’, per esempio, hanno partecipato anche i tre fratelli Semeraro, grandi amici di Michele, che lavorano in Svizzera, ma che hanno scelto di lasciare tutto per venire a Bitonto ed essere presenti in questo giorno particolare”.
La famiglia Perrini, inoltre, ha voluto rammentare concretamente le tante buone azioni che il proprio caro ha realizzato nel corso della sua vita e, pertanto, scelto di devolvere un contributo economico – raccolto durante l’evento – al piccolo Paolo Scavo, affetto da SMA di tipo 1 (Leggi qui).
“Ho partecipato a tanti eventi sportivi in questi anni ma mai avrei pensato di organizzarne uno così. D’altra parte, ho capito che ricordare Michele con un sorriso non è sbagliato, perché la sua voce continua a risuonare nelle mie orecchie ogni volta che il mio pensiero corre a lui. La presenza costante dei suoi amici, non soltanto durante la manifestazione, ma quotidianamente mi ha insegnato che essere amico non significa vedersi sempre, ma esserci nel momento del bisogno. Per questo motivo, uniti e con la nostalgia nel volto, abbiamo scelto di giocare a calcio per ricordare Michele. Mi auguro che, guardando tutti noi in campo, si sia divertito e abbia continuato a mostrare quel sorriso che non potremo mai dimenticare”, conclude Domenico.
Alcune delle foto presenti sono state scattate dal fotografo Vincenzo Diliso.