Dopo una lunga attesa, è finalmente al nastro di partenza il tour della personale del bitontino Enzo Morelli, a cui fa da corollario il volume I racconti di Ulivo (Secop Edizioni): sturt up il primo luglio, nella suggestiva cornice di Castel del Monte. Una splendida raccolta di tele dedicate alla pianta totem della nostra Puglia, a cui si abbinano i testi di autori vari (Carlo A. Augieri, Pierfranco Bruni, Luca De Ceglia, Angela De Leo, Giuseppe Dimiccoli, Giovanni Dotoli, Piero Fabris, Zaccaria Gallo, Antonio V. Gelormini, Valentino Losito, Annamaria Monterisi, Antonio Moschetta, Valentino Losito, Marino Pagano, Nicola Pice, Agostino Picicco, Gerardo Placido, Anna Santoliquido, Mario Sicolo, Enrica Simonetti), che si confrontano con il tema dell’ulivo, a cui dedicano versi e racconti. Una sfida “temeraria”, propiziata dall’impegno profuso dall’associazione Porta d’Oriente, che affonda le radici nel passato e proietta prospettive per il futuro, anche in direzione di una sensibilizzazione socio-ecologica.
Dopo una meticolosa e sentita introduzione di Ada Campione, che ricorda il tocco acuto e leggerissimo di papà Michele, scrittori e poeti parlano di confessioni, monologhi, dialoghi senza tempo tra padre e figli, storie di fughe e dolore ma anche speranza e pace, catastrofe e rinascita. Tra le righe, tanta poesia. “Ma la cosa più assurda mi è successa un pomeriggio di qualche giorno fa, un uomo con occhi ladri di bellezza, cuore puro e mani rapide nell’indovinar misteri, ha piazzato dinanzi a me un cavalletto ed una tela non troppo grande. Aveva con sé pure una tavolozza, un pennello ed una scatola di colori. S’è messo a dipingere con una passione che non avevo mai visto: come se avesse una forza arcana dentro di sé” si legge nel mistero svelato da Mario Sicolo.
“Sono il frutto di un sogno d’amore. Ma la tua, uomo, è la generazione che non coglie frutti, che ha abbandonato i verbi sacri del mio mondo. Un mondo che era solo e che poi si è fatto ‘cultura’. Grazie a te, uomo, quel campo e quella terra che erano vergini si sono fatti ‘agricoltura’. Un tempo che parte dal Neolitico e finisce coi nostri nonni, quasi. Guarda come anche io so le cose, so la storia” le parole monito del racconto-monologo di Marino Pagano. E ancora “Ogni albero porta incisa una storia di fatica serena, vissuta con grande dignità dai figli di una terra arsa, sempre disposti a dare la forza instancabile delle loro braccia e delle loro gambe. Una forza, questa, richiesta anche a mio padre, al padre di mio padre e al padre di mia madre: essi non videro mai morire un ulivo” scrive nel suo lirico racconto Nicola Pice.“Ogni tanto sogno anch’io. E vedo davanti a me una grande orchestra di violini che suona solo per me. Ne ascolto il magico sussurro. È il concerto della bellezza. Mi commuovo anch’io davanti alla gratitudine degli uomini”, il canto appassionato di Valentino Losito.
Ma come nasce l’idea del libro? Chiediamo a Enzo Morelli.
Il libro nasce come parte integrante della mostra itinerante dedicata alla pianta simbolo della nostra Puglia. “I Racconti di Ulivo” è una mostra/progetto che toccherà vari centri della regione, con lo scopo di sensibilizzare i cittadini al rispetto dell’ulivo, vittima della xilella e della malvagità di coloro che non si fanno scrupolo di espiantare piante secolari, sculture divine, come le ha definite il nostro concittadino Michele Mirabella.
Enzo, come hai gestito in questo periodo così difficile la tua produzione artistica?
L’emergenza sanitaria ha condizionato tutti quanti noi, soprattutto spiritualmente. La mia attività artistica è proseguita, tuttavia, normalmente: ho dipinto delle carte per la mostra “Pittura e Poesia” con lo scopo di contribuire al Progetto “Giovani del Senegal”, promosso dalle suore missionarie della Società di Maria. La mostra sarà curata dalla sezione Unitalsi di Bitonto.
Molti hanno scritto poesie e racconti in questa pubblicazione. Ma cos’è per te l’ulivo?
Da ragazzo con i compagni, in estate, ci arrampicavamo sugli ulivi attratti dal frinire delle cicale, per catturarle. Crescendo l’ulivo non era più il gioco ma un’attrazione che catturava sempre più lo spirito. L’ulivo era per me qualcosa di sacro, una divinità. Nel 1982 la prima mostra “TotemUlivo”. Il tempo passa e il totem diventa poesia. Guardo l’ulivo nella sua dimensione poetica e coinvolgendo poeti pugliesi che scrivono delle liriche per l’occasione, nasce “Ulivo è Poesia”, mostra itinerante. Ora “I Racconti di Ulivo”, in cui emerge l’umanità dell’ulivo: uomo-ulivo, fratello-ulivo.
Progetti nel cassetto?
Ora penso a realizzare l’itinerario pugliese con “I Racconti di Ulivo”, partendo dall’evento inaugurale a Castel del Monte. Poi si vedrà.
Nelle immagini alcune tele di Enzo Morelli