Un medico con la passione del volo. Un professionista della sanità “prestato” (come si suol dire in politica) all’aeronautica civile. Dal giuramento ad Ippocrate alla promessa di fedeltà ad Urano, per i latini Caelus. Sempre nel perimetro, dunque, di un impegno e di una passione rivolti ad ossequiare i miti fondativi del mondo: la sanità, condizione prioritaria per la conservazione della specie, l’anelito di infinito, a cui si può tentare di offrire una qualche risposta, solcando le celesti praterie sopra la testa.
Il dott. Gianfrancesco Pesce, specialista oftalmologo all’ospedale Di Venere di Bari, ha concluso il proprio mandato al vertice dell’Aero Club di Bari/Palese e, ricandidato, si accinge ad affrontare, in singolar tenzone con Alessandro Romanazzi Carducci, vicepresidente uscente, il verdetto delle urne che sabato prossimo consegnerà al popolo dei piloti, degli istruttori, degli allievi e dei semplici tesserati, il nuovo “comandante in capo”.
L’Aero Club di Bari figura tra i primi 5 o 6 in campo nazionale, con una leadership assoluta nel Sud del Bel Paese, dove l’unica, significativa concorrenza è costituita dall’omologo club catanese. “Sono stati quattro anni davvero intensi e impegnativi, quelli appena trascorsi”, attacca il medico volante. “Anni rivolti a promuovere e valorizzare la nostra associazione in un panorama, in cui l’imprenditoria privata morde il freno e lo spirito solidaristico e autenticamente sportivo degli aero club rischia di essere sacrificato all’altare del profitto”.
Quando Pesce fu eletto nel 2017, dopo un filotto serrato di otto anni del decano dell’aviazione diportistica pugliese, Roberto Rea, si pensò si dovesse trattare di una presidenza tecnica: il medico, infatti, era l’unico in possesso della licenza aeronautica internazionale, requisito obbligatorio per l’accesso alla carica più alta e ambita del consiglio direttivo.
E invece, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, Gianfranco ha dimostrato notevoli doti di amministratore e, soprattutto, un vero talento come promoter, capace di intrecciare nuove e sempre più proficue relazioni e inanellare contatti, grazie a cui valorizzare l’immagine dell’Aeroclub, promuovendo consensi e iscrizioni.
Sotto il profilo gestionale, Pesce illustra lo sforzo compiuto per mettere in ordine i conti: “Laddove si erano create situazioni di una ‘certa importanza’, abbiamo cercato di ripianarle e quando si è presentata la necessità di realizzare lavori per la sede o per gli aeromobili si è fatto ricorso alla cassa dell’Aeroclub, alla disponibilità di qualche privato o a dilazioni molto convenienti, senza mai, tuttavia, mettere le mani nelle tasche dei soci, così come avviene in ogni realtà associativa”. In realtà, l’Aero Club non gode di alcun finanziamento pubblico, come invece è stato in passato, quando il Coni ne rimpinguava le casse con significativi contributi, ad esempio, per l’acquisto dei velivoli. E così, c’è voluto tutto il saper fare, la capacità di persuasione nei confronti di qualche imprenditore e persino il contributo personale del presidente per il restyling di alcuni ambienti di rappresentanza o di locali tecnici della sede, presso l’aeroporto “Karol Wojtyla” di Bari.
“Quando mi sono ritrovato a capo dell’associazione -riprende il presidente- l’attività era finalizzata sull’addestramento e sulle esigenze dei piloti. L’operazione in cui mi sono impegnato in questi anni – riuscendo, credo, a centrare l’obiettivo – è stata favorire una presenza più attiva dei soci nella vita del sodalizio”. Una strategia individuata e perseguita con coraggio e tenacia nonostante il dissenso di alcuni membri del direttivo, legati a una vision concentrata esclusivamente sul volo e la scuola di addestramento, lasciando da parte finalità e obiettivi connessi all’aspetto sociale e a quello sportivo dell’associazione.
“l’Aeroclub d’Italia è una grande e bella realtà, con un passato glorioso lungo oltre cent’anni. Siamo l’unica federazione sportiva riconosciuta dal Coni, sottoposti alla vigilanza dei ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti, della Difesa, dell’Economia e delle Finanze e dell’Interno. Eppure, territorialmente, la nostra attività sino a qualche tempo fa era sconosciuta ai più. Nonostante il vanto di essere tra le pochissime scuole nel sud Italia abilitate a rilasciare licenze di volo per piloti privati e commerciali e per operatori destinati alla torre di controllo”, spiega Pesce.
“Se oggi il nostro brand è riconoscibile, se finalmente si parla di noi e di quanto facciamo per consegnare al mondo della professione aeronautica centinaia di giovani esperti e preparati, è perché in questi anni abbiamo cercato di portare l’Aero Club tra la gente, tra le istituzioni, i cittadini e, soprattutto, tra gli stessi giovani”, riprende baldanzoso il presidente.
Non si contano, infatti, gli incontri con le realtà sportive più importanti del territorio o con le scuole e tante altre istituzioni. E ancora, le cerimonie organizzate negli spazi all’aperto, come quella per la consegna delle Aquile ai giovani piloti, o le feste, tra le quali – memorabile – quella in onore dei campioni della squadriglia acrobatica delle Frecce Tricolori, in volo a Bari per il rituale omaggio a San Nicola. Tutte attività mirate a rinfocolare o attizzare tra i partecipanti il sacro fuoco del volo, il sogno più antico e fascinoso dell’uomo, sin da quando Icaro, sfidando le leggi della gravità, decise di artigliare le cime vaporose dell’empireo con le sue fragili ali di cera.
Per non dire dell’adesione ad appuntamenti sportivi di assoluto rilievo, con la conquista di sei titoli italiani di volo a motore, l’appassionante rally aereo sul quale i nostri hanno posto una “pesante” ipoteca per il futuro. Oggi l’Aero Club conta circa 120 iscritti, con i due terzi rappresentati da allievi piloti, suddivisi tra i corsi di primo livello, per la guida turistica dei velivoli, e di secondo grado, per l’abilitazione al volo commerciale. Una realtà complessa e variegata, con grandi potenzialità, dunque, che merita una speciale attenzione e che necessita di un gruppo dirigente, con uno sguardo lungimirante e con tante idee e scelte convincenti nell’agenda.
“La squadra che ho proposto per il nuovo direttivo è composta da persone di diversa competenza professionale ma tutte convinte di dover aprire ancor più l’associazione al mondo esterno. Oggi volare non è più una passione romantica, appannaggio di una piccola e facoltosa élite com’è stato sino a venti, trent’anni fa. I cieli rappresentano un’insostituibile modalità di comunicazione e ancor più lo saranno nei prossimi anni, come testimoniano i volumi di passeggeri o i tempi di attesa per nuovi aeromobili, da parte delle compagnie, non inferiori ai dieci anni”, spiega Gianfrancesco Pesce. Che così prosegue: “L’Aero Club di Bari/Palese, con la sua storia quasi centenaria, è un’eccellenza tra le realtà del settore nell’intero Paese; punto di riferimento per quanti, soprattutto giovani, vogliano conseguire il brevetto di pilota privato e commerciale, attestati di renewal e revalidation, l’abilitazione al volo notturno e plurimotore. Una grande e vivace realtà che vogliamo rilanciare e portare a livelli ancora più alti senza dimenticare l’aspetto relazionale, solidaristico e sportivo che caratterizza lo statuto dell’associazione”.
“Volare è certo un ottimo passepartout per il mondo del lavoro ma resta pure una straordinaria emozione, un’occasione di conoscenza, di condivisione, di fratellanza vorrei dire, resa più entusiasmante dalla magia inesauribile di albe dorate e orizzonti infuocati, vissuti gomito a gomito nello spazio ristretto della cabina di pilotaggio, osservando la bellezza del mondo al di sotto e tifando sinceramente, con tutta la passione possibile, per la sua conservazione e per tutti i suoi abitanti”, conclude con un pizzico d’emozione il nostro medico prestato all’aviazione.
L’immagine in alto si riferisce alla cerimonia per la consegna delle Aquile nel maggio 2018. Le foto sono tratte dalla pagina fb dell’Aero Club di Bari/Palese