A San Valentino è amor… di tavola

Tra pranzi e cene, la festa degli innamorati regala un po' d'ossigeno in Puglia alla ristorazione, che ora, col passaggio in zona gialla, spera in una lieve ripresa

In Puglia la chiusura di ristoranti, bar, trattorie e pizzerie in un normale fine settimana di febbraio causa la perdita di circa 12 milioni di euro: un grave danno per le tasche di imprenditori e lavoratori del settore. Secondo le stime di Coldiretti, le tre settimane trascorse in zona arancione, con le attività di ristorazione costrette ad operare in regime di forte restrizione, hanno danneggiato notevolmente il settore dell’agroalimentare pugliese, che costituisce una delle fonti di reddito più elevate per la regione.

“Gli effetti della limitazione delle attività di ristorazione si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare, con cali di ordini per le forniture di molti prodotti: dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura. Ma anche di salumi e formaggi di alta qualità, che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo, la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato”, dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Da qualche giorno, però, la Puglia è passata in zona gialla e la ristorazione è ripartita. Permangono ancora diverse restrizioni, ma di certo la morsa imposta dal governo nelle scorse settimane si è allentata.

Sono circa 22mila le attività del settore che da giovedì 11 febbraio, con il ritorno della Puglia in zona gialla, hanno ripreso ad accogliere i propri clienti. Secondo le stime di Coldiretti Puglia, questa ripartenza, in occasione del fine settimana di San Valentino, è stata molto benefica. “La riapertura ha consentito ai nostri cuochi contadini di ‘affilare’ i coltelli e riprendere i mestoli dopo settimane di chiusura forzata -afferma Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldirett-. Gli agriturismi in aperta campagna sono i luoghi più sicuri: le distanze si misurano in ettari e non in metri”.

Un entusiasmo, quello dei ristoratori, accentuato dall’improvviso passaggio in zona gialla: pochissimi tra loro, infatti, avrebbero scommesso su una ripartenza così celere e repentina. In realtà, il transito dal colore arancione a quello, meno limitativo, del giallo è stato determinato da un errore nel report che, alcuni giorni fa, la Regione Puglia ha fornito al Ministero della Salute sulla diffusione della pandemia.

Dopo aver corretto le imprecisioni, dunque, è giunto il tanto atteso lasciapassare dal titolare del dicastero di via Ribotta, Roberto Speranza, che ha accolto la richiesta di correzioni inviate dall’assessorato alla sanità pugliese.

“La notizia inaspettata ha portato un barlume di speranza tra i ristoratori e i titolari di agriturismi -ha affermato il presidente Muraglia-: 22mila attività di ristorazione che hanno subito un crack senza precedenti con il fatturato dimezzato nel 2020 e una perdita complessiva di quasi 800 milioni di euro”.

Secondo Coldiretti la ripartenza dell’agroalimentare rappresenta un’opportunità che non può essere sciupata: un’occasione di ristoro per le attività del settore, che nel solo 2020 hanno quasi dimezzato il proprio fatturato, ma anche per i pugliesi che potranno finalmente tornare a pranzare fuori dalle proprie abitazioni.

La situazione sanitaria regionale, leggermente più serena, continua tuttavia a destare non poca preoccupazione tra gli addetti ai lavori: l’emergenza continua a tenere sotto scacco ospedali e strutture sanitarie, così immaginare un improvviso “liberi tutti”, attualmente, è pressoché impossibile. “Sono convinto che la classificazione in zona gialla sia da prendere con estrema prudenza -ha spiegato l’assessore alla sanità pugliese Pierluigi Lopalco-: capisco la stanchezza dei cittadini e di alcuni operatori economici che non ce la fanno più, però zona gialla non significa liberi tutti: possiamo permetterci qualche cosina in più rispetto alla zona arancione ma il rischio è ancora comunque elevato”.

Un appello alla prudenza, quello del famoso epidemiologo, che si rende necessario per evitare alla Puglia di fare un repentino passo indietro, con la conseguenza che tantissime attività sarebbero, ancora una volta, costrette ad abbassare le saracinesche, e tante potrebbero essere non più in grado di rialzarle.