Tredici stagioni nella Major League, il più importante campionato statunitense di baseball, per un totale di 730 partite disputate: sono i numeri da capogiro “messi in campo” da Francisco Cervelli, il ricevitore italo-venezuelano classe 1986 nato da padre bitontino e madre sudamericana. Oggi Francisco ha deciso di appendere la mazza al chiodo e dedicarsi a se stesso, alla sua famiglia e alla gestione di un patrimonio davvero imponente, accumulato nel corso di una lunga e strepitosa carriera sui campi da gioco.
Per rendere omaggio a questo atleta, le cui radici sono nella città degli ulivi, ripercorriamo dunque, le tappe della sua luminosa carriera, tra i campioni dello sport più popolare d’America.
L’amore per il baseball matura in Francisco sin da giovane: nel 2003, a soli 17 anni, ottiene un contratto da free agent per una delle più blasonate squadre del mondo: i New York Yankees. Agli inizi della carriera ricopre i ruoli di interbase, seconda base e pitched in diverse squadre della Minor League Baseball, la seconda divisione, con le maglie di Staten Island Yankees, nel 2006, e Tampa Yankees, nel 2007.
Proprio in Florida, al termine di un ottimo campionato, Cervelli è costretto a fermarsi per alcuni mesi, a causa di un infortunio subito in un match primaverile contro i Tampa Bay Rays. Nonostante la temporanea assenza dai campo di gioco, gli Yankees decidono comunque di aggregarlo alla prima squadra. Il debutto nella Major League Baseball arriva nel settembre 2008: Cervelli è chiamato a supportare la difesa contro il Chicago White Sox, nell’incontro poi vinto dai newyorkesi per 9-2.
Da quel momento in poi rimarrà in pianta stabile nella Grande Mela per sette stagioni consecutive, prendendo parte a 250 match. Nel 2009, invece, riveste un ruolo da protagonista nel roster degli Yankees, che vince la World Series e si laurea campione degli Stati Uniti, garantendo ai bianco-neri la ventisettesima coppa continentale della loro storia.
A distanza di cinque anni, dopo aver terminato una stagione altalenante, viene ceduto ai Pittsburgh Pirates in cambio di Justin Wilson. Nonostante l’arrivo del catcher italo-venezuelano, tuttavia, il team della Pennsylvania conduce un campionato sottotono: Cervelli è, infatti, uno dei pochi riconfermati per la stagione successiva. Così, gli viene offerto un contratto annuale da 3,5 milioni di dollari, al termine del quale, sigla un prolungamento di tre anni con un compenso stellare di 31 milioni totali.
“Quattordici anni fa non avrei mai pensato di avere l’opportunità di stare seduto qui: questo è uno dei giorni più belli della mia vita”, fu il commento rilasciato a caldo da Cervelli. ll 9 gennaio 2020 firma il suo ultimo contratto da giocatore professionista. Torna in Florida: questa volta, però, sponda Miami Marlins, con i quali disputa 16 partite prima di infortunarsi a causa di una commozione cerebrale.
A 34 anni, pochi mesi fa, decide di porre fine alla sua meritevole carriera. “Oggi mi ritiro felice e pienamente soddisfatto, perché -dichiara- ho dato il mio cuore e la mia anima a questo sport meraviglioso. Mi ritiro perché è venuto il momento di mettere la mia salute al primo posto, prima ancora della mia carriera. Questo sport è stata la mia vita, il mio intero mondo. Ma adesso mi è chiaro che il futuro mi riserva molto altro. Per la prima volta dopo molto tempo, mi rendo conto che la mia salute e il mio benessere necessitano di essere il ‘primo battitore’”.
Grazie alla nazionalità di suo padre Emanuele, nato e vissuto a Bitonto sino all’età di undici anni, Cervelli ha potuto ottenere il passaporto italiano e partecipare con la casacca azzurra a tre World Baseball Classic, nel 2009, 2013 e 2017. Il legame con la sua terra d’origine resta ben impresso nella mente e nel cuore di Francisco, che magari ora starà pensando a qualche viaggio nella terra del suo papà.
In alto e nelle altre immagini, Francisco Cervelli sui campi di baseball più importanti degli States