L’Italia è disseminata di eccellenze in ogni settore produttivo. Eccellenze che vanno sostenute per impedire che i repentini cambiamenti dello stile di vita possano cancellarle, con tutto il loro carico di storia e tradizione. Da nord a sud, infinite sono le ricchezze che legano le diverse generazioni all’inossidabile patrimonio identitario di una comunità. Come alcune produzioni agricole, a cui si cerca di dare nuova linfa attraverso iniziative originali e alternative.
Così, se è possibile adottare una pecora in Sardegna o un campo di girasoli in Veneto, e ancora mucche o alveari, in Puglia si possono adottare gli ulivi, le piante che da millenni popolano il Tacco d’Italia e che nelle radici ereditano storie, miti, leggende e soprattutto producono la ricchezza pugliese conosciuta in tutto il mondo: l’olio. Con tutta la forte carica simbolica che un gesto simile comporta.
In barba ai virus, quelli della xylella e del coronavirus, la proposta a forte sapore di Puglia, denominata Adopt Me Italy, giunge da due giovani di Barletta figli di agricoltori e innamorati della loro terra: hanno sviluppato una rete di sostegno per produttori locali, sfruttando il forte senso di appartenenza che proprio l’ulivo trasmette. Vincitori di un bando della Regione Puglia, Lucia Del Vecchio e Antonio Vaccariello promuovono in modo semplice e creativo l’economia locale tanto quanto la qualità della produzione nazionale. “Tutto nasce dalla passione per l’agricoltura ereditata dai nostri genitori e, quindi, dalle nostre radici. Io stesso sono agricoltore -spiega Antonio- e so cosa significhi lavorare la terra”. “Volevamo rimettere l’agricoltura al centro e con l’idea dell’adozione abbiamo scoperta una rete di contatti che diventa terreno fertile per poterci inventare altre attività, altre collaborazioni, altri progetti”, prosegue. “Abbiamo conosciuto tante persone che hanno offerto numerosi input e consigli, grazie alla loro professionalità, per sviluppare nuove idee”, chiarisce Lucia.
Adopt me Italy si avvale di una piattaforma che permette di adottare gli ulivi sia da parte di semplici consumatori sia di imprenditori o ristoratori, mettendoli in rete. Ogni albero viene identificato con un nome scelto dalla persona che lo adotta, il quale oltre a ricevere una quantità di prodotto viene coinvolto nei vari passaggi dell’adozione, attraverso fotografie e filmati di tutti le fasi della crescita, dalla potatura alla raccolta alla molitura. L’adozione diventa, inoltre, un’opportunità per i ristoratori: inseriti nella piattaforma col titolo di “ristoratori eccellenti” beneficiano di un servizio di prenotazione tavoli riservato ai ristoranti che utilizzano olio di qualità.
Dalla piattaforma è possibile scegliere un’azienda agricola, selezionare un albero in base alla grandezza e, successivamente, ricevere il certificato di adozione e una determinata quantità di olio. Le aziende agricole, invece, partecipano ad Adopt me Italy avviando un percorso di collaborazione e comunicazione. Il progetto si avvale di sviluppatori in grado di gestire il sito web, di campagne social per la promozione dell’iniziativa e si suggella nel “rito” della targhetta apposta sui rami dell’ulivo, per la sensibilizzazione e l’informazione.
“Attraverso Adopt me Italy intendiamo creare una rete di consumatori che supportano le nostre aziende agricole, contribuendo a mantenere i giovani nel settore all’interno della nostra regione e del territorio nazionale, evitando la diaspora all’estero”, afferma Antonio.
“Adottare un ulivo significa prendersi cura e abbattere le distanze. Con la nostra idea –spiega Lucia- mettiamo in connessione produttore e consumatore e chi adotta da qualunque posto rispetto al luogo d’origine. Le richieste di adozione, che hanno raggiunto la soglia di cento, arrivano da tutta Italia coinvolgendo gli agricoltori pugliesi. La regione più incline all’iniziativa è la Lombardia, dove vivono tanti pugliesi, che riallacciano le proprie radici al territorio d’origine”.
La pandemia ha limitato le attività previste ma non sono mancate le opportunità di formazione e di conoscenza, utilizzando i canali social che insieme al passaparola si sono rivelati efficaci strumenti di conoscenza e promozione della start up: “Utilizziamo i social per organizzare dirette, mettendoci in contatto con i pugliesi che lavorano nel settore della ristorazione in altre regioni, oltre a organizzare incontri con esperti del mondo della nutrizione e della ristorazione e per parlare dell’olio Evo”, prosegue Lucia.
L’adozione diventa, così, un motivo per raccontare storie personali e imprenditoriali. Sin dall’attribuzione del nome all’ulivo si genera un racconto di vita, un’esperienza anche intima, come osserva Antonio: “Adottare significa scoprire storie. Molte persone si raccontano e ricordano episodi della vita, legati alla persona cara che dà il nome all’albero adottato. Attraverso questo gesto si continua a credere in qualcosa, si mantiene vivo un ricordo o si dà nuova vita ad un affetto”. “Si incrociano, così, le radici della storia personale con quelle dell’albero d’ulivo ben radicate in Puglia. La gente risponde positivamente alla start up nonostante il delicato momento; molti regalano l’adozione a un figlio, un nipote, un amico, un parente con il desiderio di offrire l’emozione di guardare dall’inizio alla fine la crescita di un albero”, conclude Antonio.
Durante il periodo natalizio sono state avviate campagne per regalare i profumi e i sapori tipici della Puglia e insieme al certificato d’adozione, che garantisce le attività di monitoraggio dell’ulivo, è stato possibile donare olio extra vergine d’oliva e pasta made in Puglia.
Adopt me Italy è un progetto aperto a diverse strade, piene di deviazioni di bellezza e lunghe come le radici degli ulivi secolari. Numerose sono le iniziative da realizzare che, grazie all’adozione, permettono di conoscere e approfondire temi come la nutrizione o la letteratura. Attorno all’ulivo s’intrecciano simbolicamente storie e leggende, ma è anche possibile vivere esperienze del tutto originali, immersi nella natura. Come quella proposta a Trani, al termine della scorsa estate: Yoga tra gli ulivi, descritta dai due start upper barlettani come occasione per unire all’attività fisica momenti di degustazione di prodotti tipici e conoscenza dei produttori locali.
Nella foto in alto, Antonio Vaccariello e Lucia Del Vecchio