In Puglia cresce la sicurezza ma cala il lavoro

L'ultimo rapporto sulla vivibilità dei capoluoghi colloca le province di Bari e Lecce tra quelli "scarsi" e Foggia in coda all'intera classifica

Niente da fare: neanche quest’anno la Puglia è tra le regioni più “vivibili”. Ad attestarlo l’ultimo rapporto stilato da ItaliaOggi e dall’università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni.

Giunto alla sua ventiduesima edizione, il report offre annualmente la classifica dei capoluoghi di provincia in base alla qualità della vita. A conquistare la medaglia d’oro, nel 2020, è Pordenone, seguita da Trento – classificatasi prima lo scorso anno – e Vicenza. Chiude la lista Foggia, che si piazza all’ultimo posto, con un grado di vivibilità definito “insufficiente” in sette settori su nove: affari e lavoro, ambiente, sicurezza sociale, istruzione formazione capitale umano, reddito e ricchezza, reati e sicurezza, tempo libero.

A deludere, in realtà, sono anche le più importanti aree metropolitane del paese: Milano è alla 45esima posizione (sedici più in basso rispetto al 2019), Roma alla 50esima, Torino alla 64esima e Napoli alla 103esima.

Il teatro romano di Lecce

 E veniamo alla Puglia: nel territorio leccese e in quello barese la qualità della vita viene definita “scarsa”. Lecce si classifica all’86esimo posto, perdendo cinque posizioni rispetto al 2019, mentre Bari scende di due gradini e si piazza all’88esimo. Le restanti province vengono etichettate addirittura come “insufficienti”, ossia con il giudizio maggiormente negativo tra quelli adoperati nel report. Brindisi è all’89esimo posto, seguita da Taranto (94esimo), Barletta – Andria – Trani (98esimo) e Foggia all’ultimissimo (107esimo).

“Nonostante le minacce alla tenuta macroeconomica, negli ultimi cinque anni, l’Italia ha retto il colpo. E, anzi, c’è stato un costante miglioramento della qualità della vita nelle province italiane – scrive Alessandro Polli del dipartimento di Scienze sociali ed economiche dell’università La Sapienza, analizzando il report di ItaliaOggi –. Tuttavia non mancano le prime crepe a questo quadro ottimistico: molte province, rispetto allo scorso anno, sono passate da un livello buono di qualità della vita a uno accettabile, o da un livello accettabile a uno scarso”.

Secondo la mappa tracciata dalla relazione, sono gli affari ed il lavoro, l’ambiente, l’istruzione e la formazione, il tempo libero e il reddito medio i settori in cui la Puglia pecca maggiormente. Gli affari e il lavoro, a dire il vero, sono un problema che interessa gran parte del Mezzogiorno. Solo la provincia di Campobasso, tra quelle del Sud, ottiene un giudizio accettabile; il resto, invece, ottiene una valutazione scarsa o insufficiente.

Lo stesso dicasi per l’ambiente con la sola provincia di Lecce, in Puglia, che riesce ad evitare i bassifondi della graduatoria nazionale, e la sicurezza sociale, in cui risulta sufficiente solo il risultato dell’area brindisina. Preoccupa, al contempo, anche il campo dell’istruzione e della formazione, in cui tutte le ultime venti posizioni sono ricoperte da province del Sud Italia: tra queste ci sono le cinque pugliesi ad eccezione di Bari, qualche gradino più in alto.

L’ingresso della villa comunale di Foggia, intitolata al papa Karol Wojtyła

Nel settore dell’istruzione, la classificazione delle unità territoriali provinciali evidenzia una situazione generalmente migliore nel Nordest, le cui 22 province sono tutte ricomprese nei primi due gruppi – analizza ItaliaOggiuna valutazione intermedia per le 25 province del nord ovest, che si ripartiscono fra i primi due gruppi e, in maniera residuale nel gruppo tre, e per quelle del Centro, le cui 22 province si concentrano prevalentemente nel gruppo due. Mentre, una situazione generalmente sfavorevole sembrerebbe caratterizzare le 38 province del Sud, che si collocano prevalentemente nel gruppo di coda”.

Un leggero sospiro di sollievo può registrare la Puglia con riferimento ai reati: Foggia, BAT e Bari confermano il loro trend negativo, ma Taranto e il Salento vengono definite province abbastanza sicure. Tre aree pugliesi su sei, dunque, hanno un livello di sicurezza accettabile. Lo stesso dicasi per la popolazione: uno tra i pochi campi di valutazione in cui la Puglia non riceve giudizi negativi e, anzi, si piazza nella parte alta della graduatoria. La provincia di Barletta Andria Trani è, addirittura, al secondo posto, superata per alcuni punti solo da Bolzano.

Ultimo, ma importante riferimento, è quello relativo alla categoria “tempo libero” in cui la nostra regione si colloca nella parte più bassa della classifica. Tutte le sei province sono etichettate come “insufficienti”: Lecce è all’86esimo posto, le altre si attestano tra il 92esimo e il 103esimo. Peggio delle pugliesi solo alcune località calabresi e siciliane.

In questo caso, a penalizzare le province del Sud – secondo quanto riportato dalla relazione – la carenza di strutture e una spesa contenuta per il tempo libero. Il deficit coinvolge una vasta area geografica che va dal Tirreno alla fascia ionica e alle Isole, malgrado queste zone registrino un’innata vocazione turistica.

In alto, una panoramica di Bari