Chiunque sia familiare con la filmografia di Wes Anderson o anche solo con il celeberrimo Grand Budapest Hotel, conoscerà certamente la Società delle Chiavi incrociate (una segreta alleanza che riunisce i concierge dei migliori alberghi del mondo) che nel corso del pluripremiato film, fornisce un aiuto fondamentale alla rocambolesca fuga in giro per il mondo dei due protagonisti, monsieur Gustave H. (portiere del lussuoso Grand Budapest Hotel, ingiustamente accusato di omicidio) e Zero Mustafa (garzone dell’hotel e aiutante di monsieur Gustave).
Come nei migliori casi in cui la realtà eguaglia o addirittura supera la fantasia, sarete ben lieti di scoprire che esiste davvero un’associazione del genere, magari non pittoresca come quella partorita dalla creatività inesauribile di Anderson ma non per questo meno solida: Les Clefs d’or, formata dai professionisti dell’accoglienza turistico-alberghiera di tutto il mondo che si articola in diversi sottocomitati, innanzitutto nazionali. Per il nostro paese parliamo di Les Clefs d’Or Italia o Faipa (Federazione associazione italiana portieri d’albergo), a cui fanno riferimento le delegazioni regionali.
Il sodalizio, fondato nel 1929 dal concierge parigino Ferdinand Gillet e costituitosi anche in Italia nel 1949, ha come obiettivo principale quello di creare una rete di cooperazione tra i singoli portieri che lavorano sul territorio al fine di rafforzare i rapporti lavorativi e fornire il miglior servizio possibile alle strutture alberghiere e ai clienti. Tra i diversi membri che questa l’associazione può vantare vi è, a partire dall’82, anche un bitontino: Mimmo Mattia, per anni presidente dell’Associazione regionale pugliese.
Diplomatosi nel ’74 all’IPSAR “A. Perotti”, l’istituto alberghiero di Bari, dopo un breve “rodaggio” dalla sala alla portineria al centralino, sotto l’attenta guida del primo portiere Alfredo Zanini, al Palace Hotel, ottiene il suo primo vero incarico in portineria al Grand Hotel Ambasciatori di Bari, dove comincia a lavorare subito dopo l’inaugurazione della struttura nel 1976, avvenuta alla presenza dell’allora presidente del consiglio Aldo Moro.
E’ in questo storico albergo (oggi trasformato in residence) che vive una delle esperienze più formative della sua carriera: “Ricordo ancora con una certa emozione -racconta Mimmo- un congresso mondiale della Nato svoltosi a Bari tra il ’77 e il ’78. Per tutta la settimana, l’albergo rimase praticamente blindato: gli unici clienti presenti erano gli alti funzionari militari dei diversi stati e ogni dipendente era autorizzato a entrare nella struttura solo se in possesso di uno speciale badge. Per me, che ero poco più che ventenne, fu tutto estremamente elettrizzante”.
L’esperienza all’Ambasciatori si conclude nel ’90 quando Mimmo, in cerca di una nuova sfida, decide di accettare un incarico presso un nuovo hotel appena inaugurato che, a causa della sua collocazione un po’ decentrata, suscita diverse perplessità tra gli addetti al settore: lo Sheraton di Poggiofranco, destinato a diventare una delle realtà alberghiere più prestigiose della città. Ed è proprio qui che egli concluderà nel 2014 (anche se poi è rimasto nel settore sino al 2019), la sua carriera più che quarantennale, sempre dettata da una profonda etica lavorativa di dedizione e cura verso il cliente.
Non tutti, infatti, comprendono quanto sia importante il ruolo del concierge per offrire ai clienti un soggiorno a cinque stelle: è la prima figura che s’incontra entrando in hotel, a lui sono demandate le principali funzioni di accoglienza. Ma un portiere è anche più di questo, spiega Mimmo: “Noi siamo quelli che davvero si prendono cura del cliente, quelli che lo coccolano, che custodiscono i suoi segreti e, con un sorriso, si mettono a sua disposizione dal primo momento. Quando un cliente viene da noi con un problema, c’è solo una frase che possiamo pronunciare: ci penso io!”.
Tanti sono i personaggi di spicco incontrati da Mimmo soprattutto negli anni ’80, periodo d’oro per la scena barese: Alberto Sordi, Tomas Milian, Elsa Martinelli, Rita Hayworth con Glenn Ford, ma anche Renato Zero, Vasco Rossi, Franco Califano, Patty Pravo, Renzo Arbore, Mango, Lucio Dalla, Pino Daniele, Antonello Venditti, Claudio Baglioni, Ennio Morricone, Jerry Mulligan, George Benson, Lionel Hampton, Dionne Warwick con Burt Bacharach e Gloria Gaynor.
E altrettanti sono ovviamente gli aneddoti in repertorio: come, imperdibile, la storia di quando Mimmo ha fatto lavare a sua moglie gli abiti di Franco Califano, giunto a Bari nell’estate dell’80 per una serie di concerti in Puglia, e, in occasione di un concerto a Bisceglie, quelli di Vasco Rossi. O ancora, negli ultimi anni, l’arrivo di Patty Pravo in piena notte che, vittima di un errore del navigatore, nonostante le indicazioni precise fornite da Mimmo al manager, si ritrova a Polignano anziché allo Sheraton di Bari dov’è attesa.
Un altro aneddoto riguarda la presunta fama di avaro di Alberto Sordi. Solo una maldicenza, spiega Mimmo: “Accompagnato in camera, Albertone non esitò a gratificarmi con una grossa mancia”. Come pure l’arrivo in piena notte, proprio qualche mese prima della sua scomparsa, nel 2011 del mitico Lucio Dalla. “Ricordo che cercava un posto per cenare, ma a quell’ora anche la cucina dell’albergo era chiusa. Così -racconta Mimmo- decisi di cedergi il mio piatto freddo. Lucio commosso pensò di sdebitarsi con una somma di denaro che io rifiutai in cambio di una dedica molto affettuosa sull’ultimo suo cd ‘Ciao!’ che l’artista mi regalò. Quasi un commiato prima del tempo, che ancora oggi mi lascia basito e mi intenerisce”.
Nonostante il contatto con così tanti vip a cui spesso la stampa attribuisce capricci e atteggiamenti di divismo esagerato, Mimmo sostiene che la richiesta più stravagante che gli sia mai capitato di sentire sia provenuta, neanche a farlo a posta, da una coppia di bitontini: alla prima notte di nozze, i due insistevano a chiamare in portineria con la richiesta di una bottiglia di shamp, che non era, come inizialmente Mimmo pensava, una bottiglia di shampoo ma… di champagne con cui brindare!
Oltre a spiccate doti di problem solving e dedizione completa verso il cliente, anche tanta, tantissima pazienza e, soprattutto, una rubrica vastissima di contatti a cui rivolgersi nel momento della necessità: sono questi i requisiti richiesti per un buon concierge, perfettamente incarnati da Mimmo Mattia. Chi si candida?