Trecento chilometri separano Molfetta e Alessano, città unite nel nome del vescovo con il grembiule don Tonino Bello. Il “servo” che è stato capace di scomodare papa Francesco nel giorno del venticinquesimo dies natalis, regalando una sua visita alle comunità delle città citate.
Ma quei trecento chilometri di distanza tra la terra natale e la terra dell’episcopato dovevano essere colmati. Ad unirle il Cammino di don Tonino (qui il video), promosso dall’omonima associazione costituita nella diocesi di Molfetta. Lo scorso anno le prime tappe diocesane di presentazione dell’iniziativa, una forma di turismo che in Italia e in Puglia sta prendendo sempre più piede. Una lunga strada in onore del vescovo, che partendo dalla cattedrale di Molfetta si disperde tra le bellezze mozzafiato della Puglia, dal mare alla terra arida della Murgia, proseguendo per il capoluogo di regione e toccando alcune delle perle più brillanti del patrimonio turistico pugliese: le grotte di Castellana, i trulli di Alberobello, la verde e florida Valle d’Itria, culla dei Messapi, Lecce e il Salento, le sue bellezze, il suo storico entroterra e le sue splendide coste.
Un cammino di fede e benessere per il corpo e per la mente. Da un lato il turismo lento, sempre più in voga nella penisola, dall’altro l’itinerario religioso, un fenomeno che interessa la Puglia da millenni, con punti nevralgici come la grotta di San Michele Arcangelo e il santuario De Finibus Terrae. Una strada da percorrere tra le meraviglie pugliesi, con in tasca una raccolta di omelie, riflessioni, spunti del vescovo di Alessano che tanto si è fatto amare e apprezzare a Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi e Ruvo di Puglia durante il suo episcopato.
Una lunga strada iniziata lo scorso anno e poi interrotta, in termini di cammino ma non di idee. Presto si tornerà a percorrere tutto il tragitto, tra stili architettonici diversi, chiese memorabili, castelli unici, masserie che sono il fiore all’occhiello delle campagne pugliesi. Un viaggio tra odori e sapori, uliveti, vigneti, frutteti. Uno zaino che si arricchirà di coste alte e frastagliate e baie sabbiose. Un bagaglio di esperienze che si addentrerà tra parchi naturali, riserve, aree verdi dove godere della serenità e della pace che questi luoghi regalano.
Un viaggio nel cuore della Puglia, dove la terra arida e secca si anima in originali creazioni di ceramica. Dove una festa patronale diventa esaltazione di fede e tradizione, processioni uniche, sagre a mare e favolosi spettacoli pirotecnici e luminarie artistiche. Dove la Settimana Santa costituisce un potente richiamo turistico tra fede e folclore.
Un cammino che si completa con un patrimonio enogastronomico senza eguali. Il grano dell’Alta Murgia che diventa orecchiette da sposare con le cime di rape o con il ragù della domenica, o l’unico pane con un marchio europeo di qualità, il pane di Altamura Dop. La stessa materia prima che diventa elemento principe di dolci tipici come la scarcella pasquale, il biscotto di Ceglie, i bocconotti e le cartellate natalizie, il pasticciotto leccese.
Le floride campagna, oltre a straordinari vini riconosciuti con i più alti titoli e marchi e all’olio, l’oro giallo pugliese, regala frutta, verdure e ortaggi che diventano piatti poveri ma di enorme pregio alimentare: fave e cicoria, ciceri e tria, la parmigiana di Sant’Oronzo.
La terra dove si camminerà è habitat perfetto per il pascolo. Qui nascono prelibatezze come le bombette, i salumi di Martina Franca, con il capocollo come capostipite. Ma anche latticini meravigliosi come quelli di Noci e Gioia del Colle, la burrata pugliese o il caciocavallo silano Dop.
Un viaggio tra sapori, odori, colori. Un percorso nel nome della fede e della scoperta, del turismo lento che ti fa apprezzare ogni singolo momento. Un cammino intitolato al vescovo tanto amato non solo nella diocesi di Molfetta. Un cammino che, quanto prima, sarà un tripudio di gioia ed entusiasmo.