Quanto conta la cultura dell’extravergine

La ricetta di Coldiretti per promuovere il consumo dell'olio pugliese, contrastando il calo della produzione e la concorrenza di prodotto a basso costo

La Puglia è, tra le regioni del Bel Paese, la maggior produttrice di olio sia per qualità sia per quantità: un importante primato economico e culturale che si conferma di anno in anno. La stagione appena avviata registrerà, tuttavia, un imponente calo della produzione (- 48%) di olive – in realtà di ottima qualità – dovuto soprattutto al maltempo, alla siccità e alla Xylella, che ha devastato gran parte delle campagne salentine.

E’ quanto viene illustrato in una recente analisi, diffusa da Coldiretti Puglia e Unaprol in occasione dell’avvio della raccolta delle olive in Puglia e, in particolar modo, nella piana degli ulivi monumentali di Monopoli. “Il settore oleario è forse quello che ha resistito meglio all’emergenza sanitaria, con un calo solo del 2% delle esportazioni di olio extravergine pugliese all’estero nei primi 6 mesi del 2020, quando la domanda estera di olio imbottigliato è arrivata soprattutto dagli Usa (+28) e dalla Francia (+42%)”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. “Anche se bisognerà fare i conti con il clima: si stima, infatti, una produzione di circa 101mila tonnellate rispetto alle 194mila dell’annata precedente, in una regione dove si concentra oltre il 50% della produzione olearia nazionale”, aggiunge Muraglia.

Gli ulivi monumentali della piana di Monopoli

Continua ad imperversare, inoltre, la Xylella, che ora preoccupa non più soltanto gli agricoltori salentini ma anche quelli dell’area barese. In sette anni, infatti, il batterio si è spostato verso nord a una velocità di più di due chilometri al mese: solo negli ultimi tempi, l’epidemia ha infettato 136 piante nelle campagne di Monopoli. Qui è scomparso definitivamente circa 1/3 degli storici esemplari, privando l’Italia di un patrimonio di inestimabile valore, non solo dal punto di vista storico e ambientale ma anche economico e occupazionale. Con il recente espianto di sessanta ulivi a Monopoli è partita la corsa per creare una cintura di sicurezza che non faccia diffondere ulteriormente la Xylella nel barese, territorio in cui si produce il 15% dell’olio extravergine di oliva nazionale.

Ciò che conforta parzialmente gli addetti al settore è che la diminuzione della quantità di olio coincide con una qualità particolarmente elevata. “La sensibile flessione quantitativa della produzione è accompagnata da ottima qualità ha osservato Muraglia- e ciò deve portare ad un recupero dei prezzi che l’anno scorso sono stati spesso deludenti. A livello regionale e nazionale vanno programmate e realizzate campagne quinquennali di comunicazione, strutturali e adeguatamente finanziate, che promuovano in maniera strategica e coordinata il prodotto simbolo della Puglia che è l’olio extravergine. Il settore ha bisogno di liquidità e sostegno senza burocrazia”.

Nelle sole zone di Bari e della BAT, per esempio, si stima che la siccità e il maltempo abbiano ridotto le produzioni, rispetto all’anno scorso, del 30% nella zona costiera di Barletta, Trani, Bisceglie, e del 60% nella zona interna di Andria, Palo del Colle e Bitetto. Secondo Coldiretti i frutti raccolti in queste zone conservano comunque una qualità straordinaria. Nel territorio foggiano, invece, si registra un calo della produzione del 50%, mentre le olive risultano decisamente più grandi rispetto alla media e sono giunte a maturazione in leggero anticipo rispetto al consueto.

Si profila un’ottima annata, d’altra parte, per la provincia di Brindisi con un aumento del 40% della produzione di olive, nonostante resti costante l’avanzamento verso nord della Xylella, con piante positive e sintomatiche, che in alcune zone dell’area a sud della provincia sono già particolarmente evidenti.

Per Taranto nessun grave problema: l’area risente, in alcuni punti, degli effetti della violenta grandinata dello scorso 4 luglio, ma nei restanti comprensori la qualità è buona e la produzione non ha subito variazioni rispetto allo scorso anno.

Discorso più complesso per i territori più a sud della regione. In provincia di Lecce, infatti, a causa della Xylella sono andate perse tre olive su quattro con un crollo del 75% della produzione di olio di oliva anche nell’annata 2020. Secondo un report, elaborato dalla Coldiretti, qui si fotografa uno scenario a tinte cupe: il crollo produttivo nel leccese va avanti dal 2015. “Agricoltori senza reddito da ormai sette anni, milioni di ulivi secchi, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia, 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine d’oliva, con un trend che rischia di diventare irreversibile se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare, dopo anni di tempo perduto inutilmente, il ‘disastro colposo’ nel Salento e rilanciare la più grande fabbrica green italiana”, denuncia Coldiretti.

“Diffondere la cultura dell’olio extravergine di oliva fra i consumatori e supportare la crescita continua della filiera dell’olio resta il nostro obiettivo, perché i consumatori continuano ad essere affamati di informazioni e conoscenza sul mondo dell’olio”, ha concluso il presidente Muraglia.