Intraprendere un nuovo percorso rappresenta un momento decisivo nelle scelte che orientano il nostro modo di essere. Tanto più quando queste scelte personali assumono un risvolto sociale; quando vanno a incidere nella vita della collettività a cui si appartiene. Nell’ambito dell’attività politica, la figura istituzionale che è più riconducibile a questa premessa è quella dei sindaci delle città.
Da poche settimane Palo del Colle, dopo due anni di oblio politico dovuto al commissariamento, ha individuato la figura di riferimento della città: Tommaso Amendolara, con una lunga e attiva militanza politica alle spalle, sia come iscritto sia come segretario del circolo cittadino del Pd, e dopo una prima esperienza come consigliere comunale nel 2016, è il nuovo sindaco. A pochi giorni dalla sua elezione, ha voluto rilasciare un’intervista ad ampio raggio a Primo piano, sulla sua visione del presente e sulle prospettive future del suo mandato, nel corso di una cordiale conversazione nel suo ufficio a Palazzo San Domenico, dove si è insediato.
Sindaco, partiamo dall’aspetto più umano e personale della nuova esperienza che si trova ad intraprendere. Quali sono state le sue prime impressioni dopo la vittoria elettorale e com’è maturata la decisione di candidarsi alla guida del comune?
Una sensazione bellissima, un’emozione unica. L’elezione a sindaco rappresenta il più alto riconoscimento per chi si dedica alla politica a livello locale; un’attività fondamentale, il percorso attraverso cui poter modificare le cose che non vanno. La mia candidatura è nata dal popolo del centrosinistra che milita nei partiti e in varie forme di organizzazione collettiva sul territorio, oltre che da tanti volontari che mettono a disposizione della città il proprio impegno. È da queste realtà che è cresciuta la fiducia nei miei confronti, concretizzatasi nella mia candidatura, nonostante riconosco non fosse proprio il momento migliore per il centrosinistra a Palo dopo le recenti vicissitudini. Ma proprio per questo motivo ho deciso di assumermi la responsabilità di questo passo, mettendomi a disposizione della comunità, candidandomi a sindaco.
Dopo gli ultimi, difficili anni di stasi dovuti al commissariamento, oggi Palo del Colle è sotto la lente d’ingrandimento dell’opinione pubblica dal punto di vista politico e programmatico. L’intera comunità chiede e pretende risposte concrete da parte della classe politica al governo della città. In che modo è pronto a ripagare la fiducia che le è stata accordata?
Al massimo delle mie possibilità. Più che in altri momenti storici e politici, oggi il cittadino valuta chi svolge il lavoro politico nella misura in cui è in grado di interpretare le proprie paure, le speranze, i propri bisogni. Sia in un’ottica individuale, come un ragazzo che si aggrappa al presente e si proietta nel futuro o una persona adulta che provvede ai suoi figli, sia in una dimensione collettiva, ragionando su quelle che sono le necessità rispetto alla vita di una comunità, dal piacere di fare una semplice passeggiata per strada a poter fruire dei servizi gestiti dalla pubblica amministrazione. Credo inoltre che, in generale, e quindi anche per i cittadini palesi, sia in atto un processo sociologico per cui ormai il mondo è aperto a tutti in svariate forme. Molti di noi amano girare, viaggiare sia in Italia sia all’estero; gli spostamenti di pochi chilometri sono quotidiani. Il confronto con le realtà uguali o più grandi rappresenta un’opportunità grazie a cui Palo del Colle può aspirare a rapportarsi in maniera più competitiva con le altre realtà del territorio. Io ritengo che abbiamo ottime potenzialità; dobbiamo dare spazio e liberare le energie che in parte già sono presenti nella nostra città. Dobbiamo imparare a fare sistema, a inserirci in un concerto di rete che troppo spesso abbiamo preferito non utilizzare.
A proposito di “concerto di rete”, in un suo intervento in campagna elettorale ha affermato di avere tra i suoi riferimenti umani e politici Antonio Decaro, sindaco di Bari nonché presidente dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani. Un dialogo serrato e costruttivo tra Palo e il capoluogo può far crescere il paese all’interno dell’area metropolitana? In che modo può valorizzarsi tale rapporto e confronto?
Tra le qualità principali del sindaco Decaro vi è quella di saper interpretare i sentimenti dei suoi cittadini. Io spero di poter ricalcare questa attitudine, puntando sulla necessità di tenere sempre aggiornati i miei concittadini sulle dinamiche più positive ma anche su quelle negative, che purtroppo nel corso del mandato amministrativo possono verificarsi. Il legame con Bari è un legame che Palo del Colle ha bisogno di regolare in termini di opportunità. Ci troviamo a circa quindici chilometri; a dieci minuti di macchina e venti di treno; dobbiamo giovarci del fatto di essere così vicini a Bari. Penso che si possa costruire un rapporto proficuo da tanti punti di vista, ma è chiaro che, ad esempio, bisogna ulteriormente migliorare i collegamenti e le infrastrutture. Negli ultimi anni, in realtà, sia dal punto di vista viario che ferroviario sono stati fatti grossi investimenti che molte città dell’area metropolitana, come Palo, hanno potuto sfruttare notevolmente. Si può lavorare seriamente anche sulle occasioni professionali e lavorative che possono scaturire. Non è un processo semplicissimo, ma anche dal punto di vista degli insediamenti potremmo sfruttare il fatto di trovarci su un asse di collegamento fondamentale come quello Bari-Matera, dal punto di vista ricettivo, turistico e culturale. Palo è crocevia di tante direttrici di spostamento che vanno dall’Adriatico fino all’entroterra pugliese.
Passiamo a un tema tra i più attuali e scottanti: l’emergenza sanitaria. Palo del Colle l’ha vissuta in maniera difficile sia durante il lockdown sia nel periodo successivo, con riguardo soprattutto alla comunicazione verso la cittadinanza. Mai come in questo caso, i sindaci sono diventati i veri garanti dell’osservanza delle misure di prevenzione, ponendosi come sentinelle di intere comunità, attraverso aggiornamenti e raccomandazioni soprattutto via social. Per tutti questi motivi, a Palo si è avvertita ancora più pesante l’assenza del primo cittadino. Ora che lei è sindaco, quali misure ha in mente di adottare per affrontare questa seconda ondata?
La parola chiave è collaborazione, soprattutto con e tra i cittadini. Il distanziamento, l’uso corretto della mascherina, l’igienizzazione continua delle mani sono comportamenti semplici ma necessari, che permettono di contenere il diffondersi del virus e, soprattutto, che quest’ultimo non causi effetti devastanti. Sottolineo anche la collaborazione nello specifico con i medici di base e i pediatri, i quali offrono un primo elemento di conoscenza sulla questione. Aumenterò il confronto con i presidi e il personale scolastico, per fare in modo che le scuole continuino a rappresentare un presidio delle istituzioni democratiche, garantendo il diritto allo studio ai nostri concittadini più giovani. Attenzione ai luoghi di aggregazione, e qui mi rivolgo a quella fascia d’età giovanile che magari non ha ancora la piena percezione del pericolo a cui siamo esposti. Nel concreto ho da poco incontrato la fiduciaria dei medici e nei giorni scorsi ho intrattenuto rapporti strettissimi con una dirigente scolastica di un nostro istituto, garantendo prontamente la sanificazione. Mi sto coordinano con gli altri miei colleghi dell’area metropolitana, in modo da adottare ordinanze coerenti in tutto il territorio, recependo quelle che sono le disposizioni degli ultimi Dpcm, sia rispetto alle attività ludico-amatoriali e sportive, che sono di fatto sospese, sia per le altre per le quali viene garantito uno svolgimento limitato. Per quanto riguarda le attività commerciali penso che dobbiamo attenerci a quelle che sono le norme generali, richiamando il buon senso di tutti, pilastro fondamentale su cui si basa il rispetto delle regole. Al momento sto rivolgendo una grande attenzione al tema del trasporto pubblico. Ho da poco partecipato a una iniziativa presso l’Ites Vitale Giordano di Bitonto, dove con il sindaco Abbaticchio ho avviato un confronto diretto sulla questione, nello specifico per i tanti ragazzi che, con la ripresa delle lezioni, hanno ricominciato ad utilizzare i mezzi pubblici, oggettivamente sovraffollati e sempre più potenziali veicoli di contagio. Anche l’Anci Puglia ha scritto più volte al governatore Emiliano, sollecitando attenzione su questa problematica.
Lanciando uno sguardo al futuro, un obiettivo importante dovrà essere fare in modo che Palo del Colle non rimanga ulteriormente indietro, dal punto di vista strategico e funzionale. Infrastrutture, ambiente, cultura, turismo, agricoltura: tutti settori che necessitano di nuova linfa per rilanciarsi. Secondo lei la città ha le potenzialità per progetti alternativi, all’avanguardia? E questo obiettivo può essere raggiunto senza snaturare le radici e le tradizioni del paese?
È oggettivamente il lavoro di un buon amministratore mantenere le radici ben salde nel terreno in cui si sono sviluppate e consentire alla “pianta” di svilupparsi in maniera armonica. Sono convinto che Palo abbia grandi potenzialità; e lo dico non perché ho l’onore e il privilegio di essere il primo cittadino di questa città ma perché ritengo che si possa lavorare per rispolverare quel sano orgoglio di appartenenza che, rispetto ai comuni limitrofi, abbiamo un po’ depotenziato negli ultimi anni. Dobbiamo fare sistema, fare rete; lavorare su tutti i settori in cui un’amministrazione pubblica può agire. Io chiederò la collaborazione di tutti, per stabilire insieme a tutti le priorità d’intervento e le migliori strategie per ottenere risultati più importanti per la città. Penso di avere idee giuste su molti settori e questioni, ma sono disponibilissimo a confrontarle con tutte le altre proposte al fine di tirar fuori la ricetta vincente per il nostro territorio e per la nostra gente.
Nella foto in alto, il neosindaco Tommaso Amendolara.