L’arte ai tempi della paura. Nonostante il lockdown abbia cristallizzato ogni attività, l’arte temerariamente resiste. Nonostante gli antemi di qualcuno, attivando modalità di fruizione alternative, senza recidere la fiducia che tutti gli appassionati mai hanno allentato. Ne è esempio la mostra intitolata ContagiARTI, promossa da Asteria Space e svoltasi sul web. Un’esperienza nuova, originale e interessante, della quale, a consuntivo, abbiamo provato a rintracciare senso e motivazioni con l’artista Nik Giu, autore delle opere.
Seguace di grandi maestri come Rotella, Schifano, Rauschemberg, tanto per citarne alcuni, dai quali filtra un forte senso di contemporaneità, Giu produce lavori intensamente iconici e al contempo allusivi, attraverso frammenti, sezioni, strappi spinti da una intensità cromatica. L’artista, abbinando decollage e smalti, tratteggia un’ acuta riflessione antropologica.
Quanto il contesto socio-politico influenza le sue scelte artistiche?
Questo scenario è probabilmente una delle maggiori fonti di ispirazione per i miei lavori. Direi un orizzonte vitale. il potere delle immagini, talvolta anche forti, influenza direttamente ciò che creo, nel bene e nel male. Molto spesso il messaggio contenuto nelle mie opere rappresenta il modo in cui reagisco di fronte alle trasformazioni sociali, ai contrasti, alle ingiustizie.
Ritiene che la creatività sia strumento o piuttosto azione?
La creatività per me è azione, si esprime in processi mentali, procede essenzialmente per associazioni tra idee e fatti. Solo successivamente diventa strumento per la realizzazione di lavori nuovi e originali.
Le dinamiche dell’arte nell’era post lockdown sono cambiate. Potremmo dire che siano decisamente evolute…
Nei giorni dell’emergenza il web si è riempito di arte, musei, gallerie. Gli artisti si sono rivolti al digitale e al virtuale per dimostrare di esserci ancora, inventando progetti e proposte. Non so cosa accadrà adesso, perchè il periodo di emergenza non è terminato; ma una certezza c’è, l’arte sopravviverà con più forza che mai e non solo in rete.
L’arte progredisce, da sempre. Un nodo resta: meglio un’opera vendibile o un progetto ambizioso?
Sono una persona molto curiosa e, sicuramente, per quanto mi riguarda la vendita di un’opera passa in secondo piano. Meglio di gran lunga la realizzazione di un progetto ambizioso da cui trarre emozioni per altre avventure artistiche.
Nell’immagine in alto, Only Two Months