“Il sogno del cinema non può svanire”

Chiude, dopo vent’anni, l'Elia di Corato ma Nico Cirasola non è disposto a rinunciare all'idea che la sua sala continui ad ammaliare il pubblico con film d'autore

Il cinema è un tempio, diceva Scorsese, dove si consuma uno spettacolo irripetibile, che cambia a seconda dello spettatore e del luogo e momento in cui lo vediamo.  Diversamente da uno spettacolo teatrale, un film lo si può rivedere quante volte si vuole, comodamente a casa, al computer, in televisione. Ma il cinema cambia la nostra percezione di una pellicola e persino quei film non troppo riusciti risultano meno sgradevoli quando ci si siede su una comoda poltrona e si gustano dei popcorn.

Così, la chiusura di una sala, di cui la cronaca ogni tanto ci costringe ad occuparci, non può non riempirci di tristezza e di rimpianto per lo straordinario patrimonio culturale che l’intera comunità perde. Questa volta la triste notizia riguarda il Cinema Elia di Corato. Poteva ospitare fino a duecento persone per ognuna delle quattro sale ed era un’attrattiva molto interessante non solo per la città ma anche per tanti centri vicini, insieme all’altro cinema storico, il più piccolo Alfieri.

Il regista Nico Cirasola, gestore del cinema Elia

Per risollevarne le sorti era stato lanciato un appello dal gestore, il regista gravinese Nico Cirasola, e dalla famiglia Minnino, proprietaria del cinema. Le gravi difficoltà economiche non consentivano più di sostenere i costi di una così complessa attività.

Si erano resi necessari impegnativi lavori di ristrutturazione, rinviati per anni, e lo stesso mantenimento dello stabile risultava troppo caro. “La vendita dei biglietti -spiega Cirasola- non era sufficiente a coprire le spese. Ed è andata decisamente peggio quando ho provato ad aumentare i prezzi. Ma che alternativa avevo?”.

Molti cittadini hanno compreso le difficoltà ed erano ben lieti di pagare di più per salvare un così bella struttura, orgoglio della città, che poteva vantare, come solo poche, la presenza di due cinema.

Sono almeno due anni che cerco un nuovo gestore. Sono davvero affranto per il verso che le cose stanno prendendo”, prosegue Cirasola. “Speravo, fiducioso, nelle imprese culturali pugliesi, in qualche associazione o imprenditore lungimirante ai quali cedere gratuitamente il testimone. Se l’avessero regalato a me l’avrei rilevato di corsa”.

Certamente a rendere più difficile la situazione è stata la tremenda bestia nera che ha attanagliato i mesi passati e che ancora continua a creare problemi: “A causa dell’emergenza sanitaria la crisi si è acuita ancor più”, conferma il regista. E aggiunge: “Confesso che ho pianto quando ormai la decisione era irrevocabile e hanno iniziato a smantellare il cinema”.

Le sale Truffaut e Fellini sono state sgomberate in un giorno solo: via le comode poltroncine che hanno ospitato artisti del calibro di Sergio Rubini, Valeria Golino, Sabrina Guzzanti e Franco Battiato. Riccardo Scamarcio si è spesso fatto vedere dal regista gravinese, suo vecchio amico.

Un particolare del mnifesto di Celebriity, il film di Woody Allen proiettato all’Elia nel 1998

La cosa che mi ha sempre colpito del pubblico di Corato –confessa Cirasola- è l’attenzione che ci mette nel vedere un film. Ricordo che, quando il cinema non c’era ancora proiettai il mio film, Odore di Pioggia, in una scuola media. Ragazzi e docenti erano attentissimi e scaturì un bel dibattito. Fu allora che mi dissi che occorreva fondare un cinema. Quella sera nacque l’Elia”.

Nel 1998 venne proiettato il film di Woody Allen, Celebrity, cui seguirono tante di quelle proiezioni, sempre con un incredibile successo di pubblico. All’interno del cinema ci sono reperti storici di iinestimabile valore, che musei e cineteche hanno richiesto a Cirasola: l’unica copia italiana di Chi sta bussando alla mia porta, esordio di Martin Scorsese del 1969, e una rara bobina di Selvaggina di passo di Fassbinder, e ancora L’Italia in pigiama, controverso film sulla sessualità del Belpaese, finanziato da un imprenditore altamurano.

Il reperto più prezioso, però, è Grandiosa manifestazione per il primo maggio 1913 a Corato indetta dalle leghe operaie” di Cataldo Balducci, che Cirasola trovò nel 1982 per puro caso in una cassapanca del grande regista coratino. Era in pessime condizioni e furono necessari mesi di lavoro, con fondi del pastificio Granoro e del Comune, per rimettere a nuovo la bobina e trasferirla su pellicola.

La chiusura del Cinema Ellia è davvero un difficile momento per la città di Corato. Ma il regista-gestore non si arrende, grazie al suo solito ottimismo e alla voglia di mettersi in gioco. “Non riesco a vedere quanto successo come un fallimento e non smetto di pensare a tutti i possibili progetti per salvare il cinema. Non posso dimenticare tutto quello che hanno significato per me questi anni. È stata un’avventura meravigliosa, guidata dal piacere di condividere spettacolo e cultura con persone straordinarie. E il cinema certamente non morirà, qui, a Corato”, conclude Cirasola.

Nella foto in alto, una scena del fim “Il favoloso mondo di Amelie”