La fine del contagio? Impegniamoci a svuotare la vasca

Un modello mutuato dall’impianto idraulico domestico è l'idea dell'ingegnere bitontino Nicola Sicolo per spiegare la diffusione del coronavirus e invitare tutti a restare a casa

Un modello chiaro e semplice, mutuato dallo schema di funzionamento dell’impianto idraulico di un condominio, per spiegare le modalità di diffusione del contagio da coronavirus. È l’idea dell’ing. Nicola Sicolo, responsabile dell’Area pianificazione idrica della grande adduzione di Acquedotto Pugliese.

Bitontino, laureato al Politecnico di Bari in ingegneria civile idraulica, Sicolo si occupa, spesso, di eventi di tipo emergenziale – come la rottura di una condotta a servizio di una intera provincia, in piena notte, o l’avaria di un grande impianto di sollevamento a ferragosto – a cui occorre fornire la miglior soluzione in tempi rapidi, col fine di limitare i disagi ai cittadini.

Un mestiere che richiede sangue freddo, conoscenza della materia, capacità di valutare in poco tempo i pro e i contro della scelta da attuare e, in alcuni casi, anche una certa propensione al rischio. “Ogni volta che si ritrova a dover adottare una soluzione particolarmente impegnativa -spiega l’ingegnere- il decisore corre il rischio sulla propria pelle di una denuncia per interruzione di pubblico servizio. Per non dire del peso sulla coscienza per i gravi disagi che si possono arrecare ai cittadini, negando loro, sia pure per un tempo limitato, un bene così prezioso come l’acqua”. E prosegue: “Se questo mestiere una volta veniva svolto puntando, soprattutto, sulla conoscenza e l’esperienza dei tecnici più anziani, oggi viene supportato da validi modelli matematici previsionali e dagli SSD, i Sistemi di supporto alle decisioni”.

Lo schema elaborato dall’ing. Nicola Sicolo

E qui veniamo al punto focale dello schema elaborato da Nicola Sicolo. L’ingegnere ha seguito sin dall’inizio le vicende legate all’emergenza coronavirus, prevedendo gran parte di quello che sarebbe successo in seguito, e notando fin da subito una strettissima analogia con l’idraulica, la materia che lo appassiona e con cui ha a che fare ogni giorno nel suo lavoro.

I modelli matematici, anche se spesso non riescono a centrare l’obiettivo alla perfezione, ci vanno sempre molto vicini. Questa volta il fine però è stato diverso: non tanto prevedere il futuro (“non intendo sostituirmi ad alcun esperto in materia“, chiarisce subito Sicolo), bensì mettere a disposizione della collettività uno schema per cercare di rendere più semplice la comprensione dell’emergenza con cui abbiamo a che fare. 

Troppa gente ha scritto, in questi giorni, sui social frasi del tipo ‘sono aumentati i guariti, quindi l’emergenza è ormai terminata’, sentendosi legittimata ad uscire di casa. Così, comprendendo che, in effetti, non è facile capire la dinamica della diffusione e soprattutto i tempi legati ad ogni singola nostra azione, mi è venuta l’idea di provare a spiegare quanto sta accadendo, ricorrendo a un oggetto comunissimo: una vasca da bagno presente nelle case di tutti noi“, spiega l’ingegnere.

Si immagini, dunque, una vasca da bagno, dotata di un miscelatore in ingresso rotto, con l’acqua che scorre ininterrottamente. La vasca rappresenta la struttura sanitaria del paese e l’unico modo per regolare il flusso in ingresso è manovrare un grande rubinetto ai piedi del palazzo.

Il rubinetto dal 21 febbraio, tuttavia, tende ad aprirsi da solo, in automatico, ogni giorno del 20-25% in più rispetto al giorno precedente. Inoltre, dal momento in cui effettuiamo la regolazione sul rubinetto occorrono circa 15 giorni per verificare una variazione in vasca. Il flusso, prima di giungere alla vasca da bagno, perde al piano inferiore circa il 50%”, illustra Sicolo.

L’ing. Nicola Sicolo

Il flusso in partenza dal rubinetto, dunque, corrisponde ai nuovi contagi; il rubinetto rappresenta le restrizioni messe in campo dalle istituzioni e i risultati dei nostri comportamenti ed il flusso perso al piano inferiore, invece, all’insieme dei contagiati asintomatici, più i pazienti contagiati in isolamento domiciliare. L’ingresso nella vasca coincide con i contagiati ricoverati in ospedale.

La vasca, tuttavia, è dotata di due scarichi: uno di colore nero, l’altro verde. Medici, infermieri e personale sanitario lavorano affinché si tappi lo scarico di colore nero, che corrisponde ai ricoverati deceduti, cercando di far scappare meno acqua possibile; quello di colore verde, ovvero quello dei guariti e dei dimessi, invece, va stappato per far passare più acqua possibile.

Ad oggi il flusso in ingresso alla vasca, cioè quello del totale dei contagiati in arrivo in ospedale, è più alto di quello in uscita, che corrisponde alla somma dei dimessi e deceduti in ospedale: pertanto, il livello della vasca tende a salire. 

Continuando così, si può arrivare allo sfioro della vasca: l’acqua inizierebbe ad oltrepassare le pareti della vasca e ad allagare il pavimento ed in questo caso si otterrebbe il collasso della struttura sanitaria: non ci sarebbero, quindi, più posti letto per i nuovi malati.

Per fortuna la situazione è un po’ diversa: infatti, a partire dal 4 marzo l’apertura del rubinetto è stata sempre più ridotta e, pertanto, non solo il flusso ha smesso di aumentare in automatico del 20-25% al giorno, ma è iniziata anche la diminuzione. Dopo 15 giorni dalle riduzioni più consistenti al rubinetto, il flusso in ingresso alla vasca e la perdita al piano inferiore sono risultati notevolmente limitati”, osserva Sicolo.

Al momento, purtroppo, non siamo giunti ancora a scongiurare lo sfioro della vasca, perché sebbene il flusso in ingresso si sia ridotto non è ancora più basso del flusso in uscita e, perciò, il livello della vasca continua a salire. “La speranza è che si giunga quanto prima a un flusso in ingresso minore di quello in uscita, evitando così lo sfioro stesso e facendo iniziare un progressivo svuotamento della vasca. Ovviamente occorrerà del tempo per assistere sia all’inizio dello svuotamento della vasca (picco di ricoveri) sia alla fine dello svuotamento (guarigione dell’ultimo ricoverato)”, precisa.

In questo momento siamo tutti impegnati a chiudere quel rubinetto. Tanto più rimarremo a casa, tanto più velocemente strozzeremo quel rubinetto, fino alla sua completa chiusura e piombatura, che si otterrà con l’arrivo del vaccino”, conclude l’ingegnere.