Tutta Italia sarà zona protetta. Tutti gli spostamenti sono vietati se non per comprovate necessità, in tutto il paese come fino a oggi è avvenuto in Lombardia e nelle 14 province focolaio dell’epidemia di Coronavirus. Lo ha annunciato ieri sera il premier Giuseppe Conte nel corso di una conferenza stampa da Palazzo Chigi, confermando la linea del ministro per i Rapporti con le Regioni, Francesco Boccia, che aveva parlato di “progressiva omogenizzazione delle regole su tutto il territorio nazionale”.
“Abbiamo adottato una nuova decisione che si basa su un presupposto: tempo non ce n’è”, spiega Conte. “I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante dei contagi, delle persone ricoverate in terapia intensiva e subintensiva e, ahimè!, anche delle persone decedute. La nostre abitudini quindi vanno cambiate. Vanno cambiate ora. Ho deciso di adottare subito misure ancora più stringenti, più forti”. Il provvedimento è quello atteso e ormai ritenuto inevitabile: “Sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare come ‘io resto a casa’. Non ci sarà più una zona rossa nella penisola. Ci sarà l’italia zona protetta”, aggiunge.
Come già oggi in Lombardia e nelle 14 province del nord, gli spostamenti delle persone sono vietati se non per comprovati motivi di salute, di necessità o di lavoro. “Sono pienamente consapevole della gravità e della responsabilità”, spiega Conte. “Non possiamo permetterci di abbassare la guardia. E’ il momento della responsabilità e tutti l’abbiamo. Voi cittadini tutti con me. La decisione giusta oggi è di restare a casa. Il futuro nostro è nelle nostre mani”, aggiunge.
“Non è all’ordine del giorno una limitazione dei trasporti pubblici, per garantire la continuità del sistema produttivo e consentire alle persone di andare a lavorare”, precisa il premier. Sarà possibile “l’autocertificazione” per la giustificazione degli spostamenti, “ma se ci fosse una autocertificazione non veritiera ci sarebbe un reato”, precisa.
Le nuove misure, da ieri sera in Gazzetta Ufficiale e operative da stamane, riguardano anche scuole e manifestazioni sportive: in tutta Italia gli istituti rimarranno chiusi fino al 3 aprile. Gli eventi sportivi non proseguiranno, si ferma quindi anche il campionato di Serie A. “Aggiungiamo anche il divieto degli assembramenti all’aperto e in locali aperti al pubblico”, ha detto il presidente del Consiglio. In tutta Italia, bar e ristoranti chiuderanno alle 18.
Intanto, salgono a 56 i casi di contagio da Coronavirus in Puglia. Il presidente della Regione, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute, Vito Montanaro, ha comunicato che, sino a ieri 9 marzo, sono stati effettuati 77 test in tutta la regione per l’infezione da Covid-19 Coronavirus.
Di questi 65 sono risultati negativi e 12 positivi. I casi positivi sono cosi suddivisi: 6 nella provincia di Bari, 2 in quella di Brindisi, 4 nella provincia di Foggia. Tutti i test positivi verranno inviati all’Istituto Superiore di Sanità per la conferma di seconda istanza. I Dipartimenti di prevenzione rispettivamente delle Asl di Bari, Brindisi e di Foggia, hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Le persone morte risultate positive al tampone finora in Puglia sono 3. L’ultima è un uomo di 79 anni di Cagnano Varano (Foggia), risultato positivo al Coronavirus e morto nell’ospedale Tatarella di Cerignola, nel Foggiano. E’ il terzo decesso in Puglia dove le morti dall’inizio dell’emergenza da Covid 19 sono avvenute tutte in provincia di Foggia.