La settantesima edizione del Festival della canzone italiana ha visto trionfare, un po’ inaspettatamente rispetto ai pronostici della vigilia, che davano per favorito il secondo classificato Francesco Gabbani, il cantautore tarantino Diodato, al secolo Antonio Diodato, con il brano Fai rumore. Il pezzo fa parte del nuovo album Che vita meravigliosa, pubblicato appena ieri e che sarà presentato ai fan nel corso di un instore tour che, tra il 22 e il 23 febbraio, giungerà anche a Bari, Brindisi e Taranto.
A vincere, dunque, è stata una ballad romantica, un pezzo tipicamente sanremese, che dimostra, ancora una volta, come ciò che continua a contraddistinguere il gusto musicale del Bel Paese siano le tradizioni e le tematiche legate ai sentimenti, talvolta struggenti, sottolineate da ritmi delicati e da testi profondi e significativi. Infatti, oltre alla vittoria della kermesse sanremese, il cantautore tarantino, durante la serata finale, ha vinto il prestigioso premio della critica “Mia Martini” e il premio “Lucio Dalla”, attribuito dalla sala stampa, a cui si aggiunge la partecipazione, come rappresentante dell’Italia, al prossimo Eurovision SongContest il 16 maggio nei Paesi Bassi.
Fai rumore, il brano di Diodato, è un invito ad esprimere i propri pensieri e sentimenti, cercando di abbattere qualsiasi distanza, superando i limiti dell’incomunicabilità, per essere sempre sinceri. Un appello ad evitare i silenzi insopportabili, perché sono proprio questi a creare incomprensioni e a far sì che le persone si allontanino. Il messaggio è chiaro: in un’epoca in cui sembra essere più semplice alzare muri e impedire di esprimere le proprie opinioni, bisogna invece far sentire la propria voce, anche se ciò può significare ritrovarsi soli con le proprie idee.
Ci sono, tuttavia, diversi modi in cui ognuno di noi può “far rumore”, lasciando al testo una libera interpretazione. Sebbene sia chiara l’intonazione sentimentale, il testo di Diodato può essere letto con diverse lenti: l’idea di far rumore appare come un invito a non farsi sopraffare, a ricercare la possibilità di far valere la propria voce, nonostante le difficoltà che la vita impone, sia che si parli di problemi personali nella vita quotidiana sia di questioni più complesse che investono l’intera società.
Ed è per questo che Diodato ha deciso di dedicare la sua vittoria ad una realtà che non va dimenticata, e che lotta da tanto per farsi “sentire”: la sua città, Taranto, invitandola a fare rumore, ora come non mai, per tutti coloro che lottano ogni giorno in una situazione insostenibile. La città, che per anni ha cercato di convivere con l’Ilva, oggi si ritrova a fare i conti con le tante vittime di tumori e con la precarietà del lavoro, appeso alle scelte dei nuovi proprietari dell’azienda.
Sebbene la musica non abbia il potere di cambiare le sorti di una città dilaniata dalla sofferenza, il messaggio che
Diodato trasmette è forte e chiaro: non arrendersi davanti alle difficoltà, cercando sempre di farsi ascoltare. Un messaggio che può essere applicato non soltanto alle situazioni personali, ma deve essere soprattutto accolto da un’intera comunità, affinché i problemi che la affliggono non rimangano isolati, ma diventino una causa comune per la quale vale la pena battersi. È per questo motivo che Diodato ha anche dichiarato, da direttore artistico del concerto del Primo maggio di Taranto, di voler continuare ad aiutare la manifestazione, coinvolgendo altri artisti a favore di una città che vive una “situazione inaccettabile, oltre che insostenibile”.
La vittoria dell’artista trentottenne dimostra come sia possibile realizzare i propri obiettivi, senza arrendersi davanti alle enormi difficoltà che ogni percorso trova davanti a sé. Un messaggio forte, che merita ascolto soprattutto dalle nuove generazioni: contro l’idea del successo immediato, che spesso rende gli artisti delle meteore nel panorama musicale, contano di più la gavetta dei sani valori e la passione per quello che si fa.
Nel mondo della musica è più facile sentirsi dire dei no, vedersi chiudere delle “porte in faccia”, e vedere i propri sogni svanire in un briciolo di secondo. Il segreto per il successo è tutto nella perseveranza e nella piena consapevolezza di sé, nel non arrendersi difronte alle difficoltà e nel continuo lavoro su sé stessi, per salire a un livello sempre più alto.
L’esempio di Diodato è chiaro e forte non soltanto per chi si affaccia al mondo della musica, ma anche per chi pensa che giunta una certa età sia impossibile continuare a credere nei propri sogni. Come ha commentato il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, è “motivo di grande gioia vedere un artista che realizza il suo sogno”.
La gioia e l’orgoglio di un’intera comunità: “In questa giornata di vittoria e soddisfazione -ha detto Melucci- auguro a Taranto di fare rumore esattamente come ha fatto Diodato: con impegno, duro lavoro, costanza e tanto tanto studio. Così si realizzano i progetti. E i sogni”.