Katia Riciarelli “canta” il diario di Anna Frank

Il concerto dell'Orchestra metropolitana, al Traetta di Bitonto, ci restituisce la memoria di una vicenda "esemplare" della follia del genocidio nazista

Ogni anno, dal lontano 2006, il 27 gennaio è la Giornata della memoria: un solenne e irrinunciabile appuntamento con la storia, con il ricordo delle vittime di quella tragica, folle deriva della guerra nazifascista, che fu l’olocausto. E, spesso, si rammenta il numero dei morti, lo spietato meccanismo di quella strage, i dettagli più macabri allo scopo di tener desta la coscienza ed esorcizzare la possibilità che una simile, assurda tragedia possa tornare a fare capolino tra le pieghe della storia.

Esistono, tuttavia, in questo sconfinato e infernale racconto del progetto e del sistema messo in atto per cancellare il popolo ebraico dalla mappa dell’umanità, vicende che sono in qualche modo esemplari, che testimoniano, forse con maggior forza di tanti numeri, per quanto spaventosamente grandi, l’atrocità di quel disegno: pensiamo, ad esempio, ad Anna Frank, alla sua indole dolce e alla sua vita serena, lanciata, all’improvviso e senza ragione, nel tritacarne della follia nazista. Una vicenda che “umanizza” i numeri, offre un volto concreto alle vittime dell’olocausto, di cui la Giornata della Memoria vuole riverberare il ricordo.

Parlare di persone concrete può essere davvero l’antidoto: sapere quanto hanno patito nel doversi nascondere, nel non poter più frequentare la scuola o, più semplicemente, nel non poter più salire sull’autobus o entrare in un negozio, rinunciare a fare ogni giorno ciò che facevano con naturalezza da sempre, può davvero farci capire l’abiezione degli aguzzini e sollecitarci a comprendere quanto sia importante guardarsi intorno e respingere ogni possibilità che un simile passato possa tornare.

Il senso del concerto Recordare, eseguito al Teatro Traetta, nell’ambito degli eventi di Memento, organizzati dall’amministrazione comunale di Bitonto in collaborazione con associazioni e istituzioni del territorio, è proprio questo: aiutarci a umanizzare quei numeri, attraverso il diario di Anna Frank, della ragazza che per due anni fu costretta a vivere segregata, insieme ai suoi familiari, in un piccolo vano dietro una libreria girevole nella fabbrica del padre. Una bambina che con il suo dettagliato racconto è divenuta il simbolo della shoah e di un’infanzia rubata.

Una ragazzina come tutte, che litiga con la madre e con la sorella maggiore, che è innamorata di un ragazzo, che soffre per la bicicletta che le è stata tolta. Che ama stare all’aria aperta, che impazzisce per la lettura. Che, nonostante tutto, resta allegra e di buon umore. Una ragazzina vispa e intelligente, che rappresenta tutti noi e il meglio di ognuno di noi.

Katia Ricciarelli ha letto con voce profonda, emozionante e commossa brani tratti dal diario di questa straordinaria tredicenne, partendo dalle parole della segretaria Miep, che si impegnò a nascondere la famiglia di Anna e del socio del padre, adattate da Antonietta Cozzoli. Un modo, questo, per farci entrare in quella soffitta, per respirare l’odore della reclusione, della paura di essere scoperti; l’orrore di quando questo accade e la sofferenza di una giovane vita distrutta dalla fame, dalla sete, dalla malattia, nel campo di concentramento di Bergen-Belsen.

A rendere la serata più emozionante e suggestiva la musica dell’Orchestra metropolitana di Bari, diretta da Vito Clemente, impegnata in una prova particolarmente difficile, data la difficoltà dei brani di Vincenzo Anselmi e Kurt Weill. Una performance intensa, che ha commosso il pubblico che ha riempito il teatro in ogni ordine e grado. L’augurio è che questa iniziativa sia d’esempio e che ispiri, nel tempo, molti tributi simili al sacrificio degli innocenti. Perché si ricordino le persone, oltre l’orrore di un periodo così tragico. E, soprattutto, perché non si provi mai più odio nei confronti di chi è diverso. Perché, infine, sia di lezione, soprattutto oggi, con il razzismo che riaffiora pericolosamente dai confini della storia, rischiando di compromettere la nostra umanità, quanto di più prezioso vi sia.

Nelle immagini, momenti del concerto dell’orchestra diretta dal maestro Vito Clemente con ospite Katia Ricciarelli (Foto: Arianna Nanocchio)