Salvare le periferie è la sfida di questo secolo. Queste parole, che sembrano uscite direttamente dalla bocca di un prefetto, sono state, invece, pronunciate qualche tempo fa da Renzo Piano.
Il celebre architetto genovese sembra aver compreso una verità ancora ignorata da molti politici, locali e nazionali: il degrado delle periferie – oltre che con la lotta alla criminalità organizzata e con un maggiore sostegno alle situazioni di fragilità socio-economica – si combatte portando la bellezza in luoghi che, storicamente, di bello hanno ben poco.
Rendere ospitali queste zone, che solitamente si presentano come un tripudio di cemento, di grigio e di desolazione, può voler dire solo inondarle di colori, luci, forme e arte, sottraendole ad una condizione di triste oblio.
È precisamente questo l’intento perseguito, nell’ambito delle iniziative di Matera Capitale della Cultura 2019, dal progetto Open playful space che, a partire dal 2018, ha coinvolto un gruppo eterogeneo di sportivi e artisti di strada con lo scopo di scovare in giro per Matera spazi sino ad allora invisibili, di riqualificarli, seguendo le linee direttrici dello sport e dell’arte di strada, e di restituirli alla comunità come luoghi di aggregazione soprattutto per i giovani e i giovanissimi.
Fiore all’occhiello di questo mirabile progetto è il rifacimento della pavimentazione del campo sportivo di piazza degli Olmi, inaugurato lo scorso 19 gennaio nel corso dell’evento Let’s play culture. I lavori di riqualificazione, durati oltre un anno, sono stati portati avanti da Nico Skolp (all’anagrafe Nicola Loprieno, muralista e designer barese che ha inanellato una serie di successi come writer in Italia e all’estero), in collaborazione con il tedesco Quapos, il tutto sotto la direzione artistica di Monica Palumbo della Momart Gallery.
“Quest’ultimo intervento di arte urbana sintetizza l’essenza del progetto”, spiega Michele di Gioia presidente del Comitato UISP Basilicata e tra i principali promotori dell’evento. “Restituisce alla comunità un bene comune -prosegue- reso più bello e di cui ciascuno avrà cura, attivando dinamiche di gestione condivisa del bene riqualificato. L’intervento, infatti, ha dimostrato quanto la collaborazione tra cittadini e associazioni sia la strada per restituire dignità a luoghi e persone che, in questa maniera, diventano attori di trasformazione sociale”.
Il risultato, infatti, è stato la creazione di un nuovo spazio bello e invitante, pronto per essere riempito dai tutti i cittadini, e in particolare, da quanti vivono nelle immediate vicinanze, i quali potranno godere di un punto d’incontro finalmente vicino alle loro dimore, senza il bisogno di allontanarsi.
Perché il punto, forse, è proprio questo: se dalle periferie scappano tutti, ciò che rimane è una terra desolata in cui la malavita, senza alcun occhio puntato su di sé, può proliferare indisturbata – come sempre ha fatto – sfruttando il senso di abbandono di questi territori e della gente rimasta ad abitarci.
Al contrario, la vera missione da portare avanti, in campo politico e in campo urbanistico, è quella di rendere le periferie (anche sotto il profilo estetico) luoghi in cui sempre più gente possa scegliere di rimanere a vivere (e, perché no, di trasferirsi) per lottare e costruire qualcosa insieme.
Non si tratta, certo, della soluzione di una questione così delicata e complessa come quella della vivibilità delle periferie, ma costituisce un passo avanti nella giusta direzione. La bellezza rappresenta, senza dubbio, una leva importante per risollevare il mondo.
Nella foto in alto, la nuova struttura sportiva di piazza degli Olmi a Matera