Bari “s’affaccia” sul mare di sardine

Una folla di manifestanti, soprattutto giovani, si è data appuntamento nel capoluogo per affermare la cultura del dialogo contro l'odio sociale e il populismo

Prima del pieno registrato a piazza San Giovanni, a Roma, sabato scorso, e dopo l’invasione pacifica di piazza Maggiore a Bologna, qualche settimana fa, che ne ha segnato il debutto sulla scena politica, le sardine hanno fatto la loro comparsa in piazza Libertà a Bari. Una grande mobilitazione, preparata con largo anticipo per consentire la partecipazione non solo dei baresi ma di tutti i cittadini dell’area metropolitana. E l’esperimento è riuscito alla grande, con la presenza di cinquemila manifestanti, soprattutto giovani, provenienti da nord a sud del capoluogo: da Ruvo sino a Polignano, passando per Molfetta, Bitonto, Modugno, Altamura, Gioia del Colle, tanto per citare solo alcune delle rappresentanze più numerose.

Tutti fermi, in piedi, stretti gli uni agli altri, “militi ignoti” a tener ben saldi cartelli rivelatori dell’insofferenza a riconoscersi in una società dominata dall’odio sociale e da leader populisti, pronti a invocare nuovi e più consistenti giri di vite delle libertà costituzionali, in nome di una presunta difesa degli interessi collettivi e nazionali. E insieme, molti capitati per caso, risucchiati dal vortice dell’evento, mentre ammiravano le decorazioni natalizie o erano intenti a fare shopping nelle vie centrali del capoluogo.

Le sardine, che hanno tenuto banco per quattro o cinque giorni di fila sulle prime pagine dal Manifesto e osteggiate, all’opposto, da Libero e Il Giornale, sono il fenomeno del momento, sebbene qualcuno, fatichi ancora a distinguere queste manifestazioni da quelle a favore del clima. “Ma che accade qui?”, s’interrogavano alcuni passanti. “Sarà un altro sciopero sul clima”, rispondeva qualcuno con il noto accento barese, mentre si dirigeva verso via Sparano. Per poi correggersi, dopo aver scorto i pesci di cartone, issati sulle aste: “Ah, no no! Sono le sardine, quelle contro Salvini!”.

Presi dalla frenesia dei primi regali o desiderosi di fuggire dalla calca, molti passanti, in realtà, non si sono fatti troppe domande sulla ragione che ha spinto così tante persone a stare in piedi per due ore, incollate una all’altra, ad ascoltare Francesca, Camilla, Chiara e Davide, gli organizzatori della kermesse, sul palco insieme a un gruppo di lavoratori precari, mentre leggevano articoli della Costituzione o riflessioni di Calamandrei.

In realtà, la posta in gioco è davvero troppo grande e vale la pena ritrovarsi tutti insieme, sfidando il freddo e nuotando in direzione opposta alla corrente del consumismo più sfrenato che, in questi giorni, consiglia percorsi ben diversi tra le strade scintillanti della città.

Noi siamo di Triggiano e abbiamo preso il treno nel pomeriggio per essere qui a Bari, perché Salvini non deve vincere e manco la Meloni!”, spiegano alcuni ragazzi, condividendo nella sostanza il pensiero della maggior parte dei presenti. Tutti sono ben consapevoli che quel trionfo in piazza, a Bologna, non è sufficiente a fermare uno “squalo” come Salvini e che occorre far sentire la propria voce nell’intero paese, “nuotando” tutti insieme come sardine nelle acque cristalline della solidarietà, della libertà e della legalità.

Insomma, l’appello lanciato da Giulia Trappoloni, Andrea Garreffa, Roberto Morotti e Mattia Santori a Bologna, ha fatto presa anche su migliaia di giovani, uomini e donne della nostra terra, uniti dalla consapevolezza che alle parole d’ordine evocate da una destra xenofoba e nazionalista occorra rispondere con iniziative forti, che pongano al centro i veri interessi del paese, evitando soluzioni demagogiche e populiste.

“Non può essere il giustizialismo di Salvini, che punta sul rancore sociale, fomentando l’odio e la paura che covano nella pancia degli italiani, incolleriti dalla precarietà del lavoro e dal disagio sociale, a offrire soluzioni adeguate alle necessità del paese, nel segno della condivisione, delle pari opportunità per tutti e del rispetto della democrazia”, chiarisce con piglio più deciso un giovane avvocato barese.

Un monito, quest’ultimo – l’ossequio ai principi democratici su cui si fonda la nostra costituzione – che trova rappresentazione plastica nello stesso luogo scelto per la manifestazione: piazza Libertà, non solo il centro di Bari ma anche il simbolo della lotta antifascista; il luogo dove 42 anni fa perse la vita Benedetto Petrone, il 18enne barese vittima di un agguato squadrista.

 

La politica d’odio non sanerà l’Italia. È solo un’illusione che i veri problemi giungano su un barcone e non siano già qui”, è il lucido ragionamento di un ragazzo di Terlizzi. “Non possiamo permettere che la destra, che non ha un programma politico come si deve, si faccia grande schiacciando i piccoli”, prosegue.

Per me, Salvini e gli altri vengono votati non solo da quelli che sono di destra, e ci sta pure, ma pure dai poveri, dagli anziani, dagli indifesi, che vedono nelle loro parole sicurezza e una via d’uscita dalla situazione. Davvero credono che cacciando tutti gli stranieri staranno meglio?”, osserva un’amica. “Non so cosa diventerà questo movimento, se sarà mai un partito. Spero di no. Io sono qui perché credo che le sardine possano fare qualcosa di importante, magari solo spronare la sinistra che ste a durmej”, conclude.

“Questa grande forza d’opinione deve rimanere tale, non diventare l’ennesimo partito, come già accaduto dopo quel famoso Vaffaday di Grillo, il giorno in cui ha smesso di far ridere”. E’ quanto si augura una giovanissima nonna di Molfetta.

Intanto, la manifestazione si avvia alla fine e una ragazza appena laureata, in cerca di prima occupazione, mentre la folla intona “Bella ciao” e “L’inno di Mameli”, sente il dovere di far conoscere a chi non sa, il manifesto delle sardine, pubblicato poco dopo il successo di Bologna: “Siamo già centinaia di migliaia, e siamo pronti a dirvi basta. Lo faremo nelle nostre case, nelle nostre piazze, e sui social network. Condivideremo questo messaggio fino a farvi venire il mal di mare. Perché siamo le persone che si sacrificheranno per convincere i nostri vicini, i parenti, gli amici, i conoscenti che per troppo tempo gli avete mentito. E state certi che li convinceremo”.

La “festa”, signori, è appena cominciata e le sardine, nuotando strette nel mare del coraggio, torneranno presto a farsi sentire.

Nelle immagini, le sardine scese in piazza a Bari