Quattro città dell’area metropolitana di Bari unite all’insegna di un tema avvertito come comune: le radici rivolte al futuro, le radici storiche legate alla vocazione di ciascuna a rinnovare la propria storia culturale, economica, artistica. Un elemento unificatore: l’albero d’ulivo e le tradizioni ad esso legate. Tutto questo è Monumenti Aperti. Bitonto con Palombaio, Terlizzi, Giovinazzo e Modugno: quattro luoghi e appuntamenti con la bellezza in nome della sua tutela, della consapevole salvaguardia del patrimonio artistico. Il tutto, ecco il futuro, passato in consegna ai ragazzi, ai più piccoli, particolari “ciceroni” attraverso i monumenti stessi.
Un’idea nata in Sardegna qualche decennio fa, a Cagliari, da alcuni intraprendenti e colti cittadini legati alle reti civiche di impegno, specie di tipo culturale. Da qualche anno, poi, la svolta “continentale”, con la manifestazione approdata a Bitonto nel 2018 e, oggi, in altri centri vicini.
Quattro i diversi modi di declinare il tema. Bitonto, con i percorsi di storia e arte collegati al “fuori le mura”, laddove il paesaggio rurale si incardina su quello urbano, attraverso la ricucitura di Lama Balice. Giovinazzo, con il front line del porto su cui si affaccia il borgo fortificato, nel quale si addensano palazzi e chiese a raccontare la storia millenaria di una città che dalla campagna si apre al mare e dal mare fa ritorno alla campagna. Poi Modugno, con lo spettacolo delle fortificazioni di Balsignano, isola medievale nascosta tra gli uliveti, a raccordo verso la città antica: nelle sue corti sono nascosti palazzi e chiese che testimoniano una storia popolare legata alla principale fonte di sostentamento economico, anche in questo caso la raccolta e la molitura delle olive. Infine Terlizzi, città dei fiori ma soprattutto dei monumenti di epoca normanna e angioina. L’olivo domina incontrastato il territorio che la circonda, ne è linfa ispiratrice e motore economico.
Di questa realtà, illustrata ai visitatori, si sono dimostrati pienamente consci i quasi 1000 alunni di 13 scuole, in maggioranza primarie e, nella parte restante, istituti secondari di primo grado. Il gioco è stato compiutamente di squadra. Soggetto promotore ufficiale ed istituzionale è il Gal Nuovo Fior d’Olivi che ha messo in rete quattro dei sette comuni associati. A tessere le fila dell’organizzazione, il gruppo sardo di cui si è detto, ossia l’associazione Imago Mundi, ideatrice della manifestazione, Monumenti Aperti, giunta alla 23esima edizione a livello nazionale. Grande, dunque, il coinvolgimento delle componenti territoriali per ogni comune: dalle scuole alle associazioni attive in ognuna delle città.
Ma quale la novità di quest’anno? Dove e in cosa la particolare e specifica curiosità dell’evento del 2019? È apparsa, per gli osservatori, davvero un’autentica “sfida” attuare l’evento nel cuore della stagione autunnale. La prima volta che ciò è accaduto, ed è andata veramente bene. Come, per la prima volta, si è trattato di un progetto di rete con comuni diversi e il coinvolgimento di scuole diverse – in più afferenti a territori in qualche modo “concorrenti” sul tema dell’olio – impegnate nella costruzione di percorsi didattici propedeutici al tema “olivo e tradizioni olearie”, puntando sulla capacità degli alunni di inventarsi narratori e giovanin guide turistiche.
E Bitonto? La città, con la frazione di Palombaio, ha saputo mettere in scena la cosiddetta “storia minore”: gli alunni hanno ripreso dalle pieghe della storia millenaria le memorie del ghetto ebraico, illustrando la funzione idraulica e di cerniera dei ponti costruiti sulla Lama. Hanno “riaperto” chiese il cui culto e la cui denominazione si legano ai contesti fuori delle mura; hanno presidiato le torri, i palazzi, i portali; hanno svelato piccoli aneddoti di popolare quotidianità diventati storia locale.
A Giovinazzo, inoltre, le piccole guide hanno riaperto luoghi di storia normalmente chiusi ai turisti, illustrandone le peculiarità con sorprendente competenza. A Modugno simpatici siparietti tra alunni delle scuole primarie, con improvvisati duetti in vernacolo, hanno illustrato la bellezza delle poesie dialettali. A Terlizzi, infine, gli alunni delle scuole coinvolte sono stati gli artefici di una anticipazione: la riapertura del glorioso teatro comunale.
Le maree di cappellini rossi nel teatro in fase finale di restauro hanno potuto raccontare la storia di quel luogo. Una magistrale prova di orchestra resa possibile dalla dedizione dei docenti delle scuole coinvolte e dalla capacità dei volontari n ogni comune di coadiuvare le amministrazioni comunali, il Gal stesso e Imago Mundi.
Sinergia che, fanno sapere gli organizzatori, vuole diventare “metodo”. Nel 2020 Puglia Monumenti ritornerà – negli stessi territori, l’auspicio – e magari si allargherà ad altri comuni. Ancora una volta, una sinergia che aspira a diventare una prassi comune affinché tutte le iniziative volte a promuovere la storia ed i monumenti delle nostre splendide città siano, in qualche modo, “gemellate”. Perché il fine comune è quello di promuovere e far crescere una consapevolezza e coscienza civica attiva. A partire dalle nuove generazione, come salutare “epidemia” da trasmettersi poi a tutti.