Tra cucuzzari e baroni, il fascino antico di Tricase

Con le frazioni di Tutino, Depressa e Lucugnano, è l'emblema di una terra, il Salento, crogiuolo di storia e arte, oggi capitale del turismo per il mare favoloso

Esistono tipi diversi di Puglia. Meglio, infatti, declinarle al plurale, tanto per cominciare, le Puglie. Dalle popolose realtà del barese ai piccoli e talvolta spopolati borghi dauni; dal brindisino interno agli innumerevoli comuni salentini. Mari e colline, foreste e boschi, piccoli centri e grandi città.

Ed esiste anche un Salento vario e varissimo al suo interno. Prendi Squinzano e Leuca: ci passa un abisso! Oppure l’area profonda salentina di centri come Scorrano, Supersano, Maglie e le zone marine ioniche: Ugento, la stessa Gallipoli fino al capo e a luoghi piccoli e paradisiaci come, per dirne uno, Marina di Novaglie. Tutte realtà che hanno la loro unicità.

E così, se il leccese di località ormai direzionate all’esito turistico marino insiste sotto questo aspetto, ecco che spazi più interni agiranno più sulla riscoperta civico-culturale: un esempio per tutti, il percorso di studio che ha ricevuto, negli ultimi anni o decenni, la cosiddetta Grecia salentina. Ci sono, però, delle piacevolissime eccezioni.

Trovi ossia bel mare e tanta storia, così come chiaramente l’arte, in paesi come Otranto e Castro, sul lato adriatico (idem dicasi per l’altra sponda, sia chiaro). Ma lo stesso capita anche scendendo verso Leuca e rimanendo sempre sul versante adriatico. Ed ecco la completa Tricase. Completa perché dotata di bel mare e porto e poi di storia accattivante ed importante, così come di luoghi votati alla fede e alla spiritualità o, ancora, consistenti baluardi difensivi.

Il castello di Caprarica del Capo

Tricase non è propriamente un borgo, vanta quasi 17 mila abitanti. Eppure, il suo centro storico è rimasto notevole e poco condizionato dall’espansione, assieme a realtà oggi frazioni o località e una volta castelli di una certa rilevanza: Caprarica del Capo e Tutino, ad esempio. E le sue abbazie, cripte o chiese sperdute? E il suo bosco? E il porto? E Lucugnano, fascinosa frazione che fu cara al poeta Girolamo Comi?

Come vengono detti, infine (oltre a tricasini), gli abitanti di Tricase? Lunga storia: “cucuzzari”. Il perché è presto detto: la cucuzza è la zucchina in dialetto, ortaggio da secoli qui prodotto, specie nella zona di Tricase porto (un porto commerciale storicamente importante), dove ottima si fa la combinazione climatica. E prima ancora, almeno fino al ‘600, i tricasini erano invece detti “pelacani” o “pelacanj”, ossia scarnificatori di pelli, per via degli ingenti commerci che qui imperavano grazie al tannino prelevato dalle cupole delle querce della specie vallonea. Una specie di albero che identifica il Salento intero e che è stato premiato, con un famoso e leggendario esemplare di ben 700 anni, “Albero dell’anno” per il 2019.

Come si vede, fascino in abbondanza è offerto da questo centro dalla strategica vocazione agricola, terra anche di lotte contadine. Partiamo proprio dal centro storico, dai colori classici di questa pietra del Sud della Puglia, la pietra appunto leccese, estratta prevalentemente nella zona di Cursi. Siamo stati a Tricase una domenica estiva ed una grande piazza ci ha “chiamati” col silenzio. Tricase ci parla e parla così. Qualche ragazzotto ostile al mare, due anziani due. Un gran caldo.

I centro di Tricase e Palazzo Gallone

Ma ecco Palazzo Gallone, sontuoso e dalla storia complessa: catalogabile come “castello” nel senso di dimora storica baronale, è la principale attrazione “laica” di Tricase, emblema di una famiglia principesca che qui ha lasciato numerose tracce. La struttura è segno dell’antica potenza di questo territorio e ne narra la storia, la politica, il valore. Innumerevoli le testimonianze storiche di fede e religiosità. Settecentesco l’attuale impianto della chiesa madre della Natività della Beata Vergine Maria, con fonte battesimale rinascimentale e tele provenienti dalle vecchie strutture insistenti in loco. Qui riposa il cardinale Giovanni Panico (1895-1962), tricasino, arcivescovo e nunzio apostolico.

Da segnalare, tra le tante, anche le chiese di San Domenico (XV sec), Michele Arcangelo, la curiosa ed ottagonale Madonna di Costantinopoli (entrambe databili al XVIII sec), il convento dei Cappuccini (XVI sec) e il santuario dell’Assunta (ancora XVI sec, a Marina Serra, con una tela di Paolo Finoglio). Note a parte meritano l’abbazia di Santa Maria del Mito, fondata da monaci italo-greci tra l’VIII e il IX sec, poi ricca masseria e, infine, la cripta della Madonna del Gonfalone, nel rione di Sant’Eufemia, chiesa rupestre ipogea coeva e dopo dipendente, come produttiva grancia, dalla stessa abbazia di Santa Maria del Mito. Di Tricase, inaspettata terra dei castelli, si è già accennato.

La chiesetta della Madonna di Costantinopoli a Tricase (Di Lupiae – fonte: Wikipedia)

Tutino, certo: oggi frazione, ieri gravitante attorno a questa rocca di cui è conservato l’originario fossato. La struttura apparteneva ai Gallone ma oggi versa in uno stato di preoccupante degrado. Occorrerebbe buona volontà civico-culturale per far rinascere questa importante testimonianza storica, datata al XV secolo. Da noi un appello vero: chi può faccia qualcosa. Possibilmente subito. È tempo di bandi, di proposte. Che ci si attivi in tal senso.

Bello anche, ma soprattutto meglio tenuto, il castello di Caprarica del Capo, altra frazione: ne fu avviata la costruzione a fine XV secolo, in clima antiturco. Caprarica, come Tricase e gran parte del Salento, fu molto amata dal sacerdote e poeta David Maria Turoldo, qui spesso in visita.

Una lapide, presso la chiesa di Sant’Andrea, ricorda questo speciale legame. Ma Tricase è davvero un tesoro inestimabile. Lo si capisce mentre si scrive. Come poter sintetizzare tutto in un solo scritto? Come dire, narrare in poche righe i silenzi colmi di bellezza e stupore di Depressa e Lucugnano, due frazioni che per tanti motivi già meritano autonomamente la visita? La prima, col suo suggestivo castello feudale, è diventata celebre grazie alle trasposizioni cinematografiche di Edoardo Winspeare (si pensi a “I Galantuomini”), regista i cui film rappresentano emblematicamente quel particolare interesse e risveglio culturale che questa parte di Salento ha ricevuto negli ultimi anni.

Dalla formazione internazionale grazie agli studi e all’origine della famiglia, il regista è tuttavia legatissimo al piccolo centro, terra dove è cresciuto (area di culto per il vino e nota anche per le sue emergenze archeologiche). Lucugnano respira invece di poesia e storia. Altro scrigno di Tricase.

La dimora del poeta Comi a Lucugnano (foto: P. Cassano)

È stata la patria di un poeta tanto centrale in alcuni decenni del ‘900 quanto oggi dimenticato: Girolamo Comi (1890-1968), nato in realtà a Casamassella (borgo di Uggiano La Chiesa) e qui vissuto nell’elegante dimora di famiglia, poi da egli venduta nel 1961 alla Provincia di Lecce. Una biblioteca, un museo, la sua casa: un patrimonio inestimabile che racconta per immagini, libri e riviste una storia considerevole del ‘900 letterario. Rapporti con gli artisti pugliesi (su tutti, i celebri Ciardo), con autori e scrittori nazionali ed internazionali. Il silenzio della pensosa scrivania. Un letto austero. Una visita immancabile e che emoziona.

Chiudiamo con le bellezze naturali del territorio della cittadina leccese. Ecco le Serre, modeste alture caratterizzanti il Salento: la Serra del Calino è la più nota di Tricase. Un’area che è, dunque, marina e che è boschiva.

Ecco le querce, si è detto, da poter ammirare grazie anche alle tutele del parco “Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”. Il mare è il mare del Salento. Meraviglia. Qui però, a Tricase Porto e Marina Serra, ancora in parte fuori dal turismo di massa ormai classico di questa fetta di Puglia. Alla spiaggetta del porticciolo trovi quasi solo la gente del posto e pensi che, tutto sommato, ciò può andar bene, quando il tutto si concilia con il rispetto del territorio, delle sue bellezze, dell’ambiente. Sensazioni che vivi anche alla piscina naturale di Marina Serra.

Infine, al mare cogli la storia, anche qui, come del resto in gran parte del Sud. Non solo il porto storico (datato al XV sec), il paesaggio è segnato soprattutto dalle diverse torri dirette a difendere il territorio dalle incursioni: Torre del Porto, Torre del Sasso, Torre Palane (a Marina Serra). Tricase è una perla vera di Puglia. Dovremmo esserne più consapevoli.

Nell’immagine in alto, il castello di Depressa, frazione di Tricase