I libri? Meglio guardarli negli occhi che con gli occhi

Racconti, esperienze, leggende, miti e talenti nei nove “libri-umani", offerti al pubblico di Giovinazzo in uno dei primi esperimenti del genere nel Sud Italia

Esistono libri, nella storia della letteratura mondiale, talmente belli, talmente ben scritti da scatenare nel lettore una reazione tanto bizzarra quanto potente: l’immedesimazione. È possibile, infatti, calarsi a tal punto in una storia da arrivare a sentire quello che gli stessi personaggi sentono e, dunque, a piangere delle loro sofferenze e a ridere delle loro gioie, come se fossero proprio le nostre. Ora, se già tanto può fare un libro così com’è – ovvero un oggetto inanimato fatto di carta, cartone, inchiostro e colla – si provi a immaginare cosa potrebbe succedere se quel volume prendesse letteralmente vita e potesse essere interpellato anziché sfogliato, guardato negli occhi anziché letto.

Utopia? E invece no, perché è proprio quello che è successo a Giovinazzo nel corso dell’evento di Human Library – Essere Lib(e)ri di raccontarsi, uno dei primissimi esperimenti del genere nel Sud Italia.

La grafica dell’iniziativa a Giovinazzo

La Human Library – tradotto in italiano come Biblioteca Umana – rappresenta un metodo efficace eppure elementare di promuovere il dialogo e abbattere le barriere del pregiudizio tra persone diverse tra loro per sesso, religione, età, stile di vita e cultura. Funziona come una vera e propria biblioteca, dotata di un bibliotecario e di un catalogo di libri da prendere in prestito, ma con una piccola differenza: i libri sono in realtà persone – solitamente appartenenti a minoranze soggette a pregiudizi infondati (e, d’altronde, quale minoranza non lo è?) – desiderose di offrire la propria storia a coloro che abbiano orecchie per ascoltarla, al fine di scardinare gli stereotipi più radicati.

L’idea di fondo dell’iniziativa – nata nel 1993 a Copenaghen da un gruppo di giovani brillanti e riconosciuta nel 2003 come buona prassi dal Consiglio d’Europa – si basa su un concetto semplicissimo e insieme straordinario: si è più inclini a rispettare e accogliere le realtà che si comprendono, a maggior ragione se il processo di conoscenza di queste realtà non avviene per mezzo di un giornale, della televisione o di internet, ma è veicolato da un contatto umano.

In perfetta aderenza con il concept, la Human Library è approdata anche a Giovinazzo in un evento organizzato da ARCI Bari ed Etnie, in collaborazione con l’assessorato alle Politiche sociali, il Centro per famiglie e l’Arci Tressett 37 della cittadina marinara, oltre che con i volontari del servizio civile di ARCI Bari operativi nelle attività dello SPRAR.

Nella sorprendente cornice del parco Scianatico, il pubblico ha avuto la possibilità di girovagare per ben nove postazioni-libro: in ciascuna di esse era presente un volontario pronto a offrire la sua storia.

Presentazioni della Human library nel mondo

Racconti di vita, esperienze vissute, leggende, miti e talenti nascosti sono stati i principali temi trattati dai nove “libri-umani” (Ana, Antonella, Boniface, Douda, Eneida, Don Michele, Jean, Simone e Wonder Radio) il cui sforzo – ovvero l’atto coraggiosissimo di condividere un pezzettino del loro mondo con dei perfetti estranei – è stato certamente ripagato da una grande affluenza in termini di pubblico, un pubblico attento, vivace, curioso e soprattutto variegato.

Il grande successo ottenuto dalla manifestazione è un dato da non sottovalutare: in un’epoca di forte alienazione come quella in cui viviamo, di sfrenati egoismi e di confitti tra singoli e tra popoli, ciò di cui abbiamo veramente bisogno è guardarci negli occhi gli uni gli altri. Guardarci negli occhi per guardarci dentro e per riscoprirci – prima ancora che bianchi, neri, gialli, cristiani o musulmani – esseri umani. Diversi ma uguali nelle nostre paure, fragilità e speranze.