Ed ecco che Samara fa il suo “trionfale” ingresso sulla scena bitontina. La cittadina, infatti, mancava alla lunghissima lista, comprendente molti centri della penisola. E proprio non poteva permettersi di essere esclusa dal curioso fenomeno del Samara Challenge.
Per un attimo, i bitontini si erano illusi che non sarebbe toccato anche a loro imbattersi, durante una passeggiata serale, nella famosa ragazza dell’intramontabile horror The ring, magari munita di coltello, come accaduto a Napoli e a Catania. E quindi, qualche giorno fa, hanno continuato a passeggiare tranquilli, tra le strade del centro, gustando un ottimo gelato e godendo il fresco di una serata che sembrava come tutte le altre.
Anche Angela, che abita nei pressi della villa comunale, era appena uscita di casa e si affrettava a raggiungere un’amica in piazza Moro, per fare quattro passi e guardare le vetrine. Ma mentre camminava, lungo una traversa del corso, è stata travolta da un nugolo di ragazzi e per poco non è finita a terra.
La donna, bitontina verace, non ha esitato – com’è naturale – a rivolgere verso la chiassosa combriccola gli epiteti più “a portata di mano” in occasioni come questa, cercando di afferrare qualcuno e ripetergli in faccia tutto il suo disappunto, accompagnandolo, magari, con qualche fragoroso sganassone. Ma quando alcuni ragazzini, colpiti nel vivo, si sono fermati e hanno tentato di redimersi agli occhi della signora – che voleva destinarli alle fiamme dell’inferno – pronunciando le parole che Bitonto proprio non voleva sentire: “Signò, sta Samara!”, Angela ha dovuta frenare la sua rabbia.
Intanto, numerosi curiosi si sono riversati per strada per fare video e foto alla temutissima ragazza. Quella stessa sera Samara è apparsa anche nel centro storico. Ma a parte lo spavento e le urla, insieme a qualche fragorosa risata e qualche giusto sberleffo, non è successo niente di preoccupante.
Diverso quanto accaduto altrove. A Giovinazzo poco è mancato che a un signore venisse l’infarto alla vista della ragazza, con i capelli neri lunghi fino alla cintola, che coprono totalmente il volto, con una camicia da notte bianca che lascia scoperte le mani e le gambe, e che si muove a scatti, spesso e volentieri inseguendo i passanti che incontra.
E non mancano le esagerazioni di chi si introduce nei cimiteri o si arrampica sui tetti, pur di aumentare lo spavento delle vittime, come avvenuto a Foggia e Manfredonia, dove si sono registrati anche molti episodi di accerchiamento dei “simpatici” ideatori dello scherzo, spesso anche ripresi mentre venivano riempiti di botte.
Ma ci sono anche esempi diversi. A Trani scorgere Samara tra i passanti è diventata un’abitudine, tanto che la gente inizia a pensare “seriamente” che sia in cerca di casa e voglia richiedere la residenza nel bellissimo centro marinaro, con buona pace di chi lavora all’ufficio anagrafe.
L’ampiezza del fenomeno e le sue conseguenze hanno allarmato non poco Antonio Di Gioia, presidente dell’ordine degli psicologi di Puglia. Questi invita i giovani ad abbandonare questo gioco, proprio perché rischia di diventare pericoloso. In realtà, spiega Di Gioia, a venir fuori è il bisogno di affermare un senso di superiorità; esaltato dall’idea di spaventare e deridere le proprie vittima che, in realtà, non si sa come possano reagire. La reazione impaurita del passante esalta, aumenta l’adrenalina, rafforza il desiderio di portare avanti lo scherzo, fino alle sue estreme conseguenze.
Ma perché i ragazzi hanno bisogno di questa botta di energia? Che cosa li spinge a questi estremi, a questa spasmodica ricerca del brivido, se non la noia di una vita totalmente in balia di se stessa, senza scopi e preoccupazioni? Costantemente alla ricerca di nuove emozioni, da inseguire attarverso sciocche trovate, per colmare un vuoto disarmante, destinato a ingigantirsi durante la crescita? Cosa fare, dunque, per frenare la vera, preoccupante causa del Samara Challenge?
Una soluzione potrebbe essere dargli meno importanza: si tratta, infatti, di un fenomeno largamente e scioccamente enfatizzato dai giornali e dai social. Resta il fatto che i giovani vanno aiutati a trovare la propria strada: non vanno ignorati o bacchettati ma ascoltati e capiti. Se si sentono persi e senza uno scopo è perché spogliati di ogni certezza e valore. Solo dando loro fiducia e sollecitandone la crescita in tutte le sedi giuste – dalla scuola alla famiglia alla politica – sarà possibile ridisegnarne il volto e il ruolo nella società. Così che uno scherzo stupido, ma anche pericoloso, come quello delle apparizioni di Samara possa essere accolto con una scrosciante risata, persino “diabolica”, piuttosto che con urla insensate e, magari, botte da orbi.
In alto e nell’articolo, alcune immagini di Samara, la protagonista del film The Ring