In Puglia reddito di cittadinanza e lavoro nero viaggiano in tandem

Bari, con alcuni centri dell'area metropolitana, è tra le città con la percentuale più alta di cittadini ammessi al sostegno economico ma in molti casi già "occupati"

Il reddito di cittadinanza è stato tra i cavalli di battaglia della cosiddetta “manovra del popolo” voluta dal Movimento 5 Stelle e varata, nei mesi scorsi, dal governo gialloverde. Sin dalla sua nascita, il partito fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio ha promosso questo strumento di sostegno economico, rivolto alle famiglie con reddito sotto la soglia di povertà, ottenendo in breve un notevole consenso tra i cittadini. È, infatti, anche merito dell’intenzione di approvare questo provvedimento se i grillini sono riusciti ad ottenere il 32% dei voti alle politiche del 2018, strappando numerosi consensi soprattutto tra l’elettorato più a sinistra.

Sono 960.007 le richieste di reddito di cittadinanza accolte sino al 4 settembre 2019, circa 500.000 mila in meno rispetto alle 1.460.463 domande presentate all’Inps.

In Puglia le istanze accettate sono state 88.137, di cui 24.992 nella sola area metropolitana di Bari, mentre quelle respinte 31.644. Un dato, quest’ultimo, che evidenzia come i tentativi di aggirare le rigide norme imposte dal governo per accedere al sostegno economico non siano stati pochi. Come sottolineato da Alberto Magnani su Il Sole 24 Ore, a far ingrossare il numero dei richiedenti ci sarebbero, infatti, anche tanti cittadini che lavorano in nero.

Cittadini che, non presentando alcuna dichiarazione di redditi e possedendo un valore mobiliare e immobiliare non superiore ai limiti della legge, risultano godere dei requisiti necessari per riscuotere il sussidio economico.

In ogni caso, la manovra ideata dai grillini non sta rispettando – al momento – le aspettative della vigilia: il leader dei Cinque Stelle Luigi Di Maio aveva, infatti, previsto che sarebbero stati circa 5 milioni gli italiani che avrebbero fruito del sostegno economico, salvo poi ricredersi e abbassare la soglia a 3,5 milioni. Attualmente, invece, sono poco più di 2 milioni i cittadini interessati dal provvedimento; ciò che consentirà alle casse dello stato di risparmiare più di un miliardo di euro, nonostante la possibilità che entro fine anno il numero degli ammessi al reddito di cittadinanza possa crescere ulteriormente.

Resta in piedi anche il problema della cosiddetta “fase due” del programma, ovvero la ricerca di un impiego per i percettori del reddito, il cui 65% (secondo i dati de Il Sole 24 Ore) risiede in Campania (178.370 persone), Sicilia (162.518), Calabria (64.057) e Puglia (50.904). L’avvio della “fase due” è slittato di alcuni mesi ma, tuttora, non si è certi del suo effettivo successo: i centri per l’impiego, infatti, denotano tutta una serie di difficoltà nell’assistere quanti sono destinati ad un lavoro e gli stessi posti disponibili potrebbero essere molto meno rispetto alle previsioni.

Nonostante questo, i pentastellati si dichiarano ampiamente soddisfatti dei risultati che reddito e pensione di cittadinanza stanno portando. “Le nostre misure stanno aiutando le famiglie più fragili economicamente a rifiatare, ad arrivare a fine mese e a poter dare una vita un po’ più dignitosa ai propri figli – ha commentato a riguardo l’onorevole bitontina Francesca Anna RuggieroCon reddito e pensione di cittadinanza stiamo aiutando i poveri, rimasti invisibili per troppo tempo a causa di una politica sorda ed egoista”.

Nella città di Bitonto, per esempio, il 6,98% di coloro che sono fuori dal mercato del lavoro ha ottenuto il sussidio economico. Un dato poco superiore alla media nazionale del 6,02%, ma inferiore a quella del capoluogo pugliese (8,57%). In linea con Bitonto ci sono anche i vicini comuni di Palo del Colle (6,82%), Modugno (6,02%) e Toritto (6,39%). I percepenti, che nell’area metropolitana barese sono 59.620, ottengono in media un importo mensile di 529,33 euro, più dei leccesi (506,84 euro) e dei foggiani (522,92 euro), ma meno dei tarantini (542,01 euro) e dei brindisini (548,59 euro).

Il report sulla distribuzione del reddito di cittadinanza mostra una mappa economica del Paese ormai sempre più chiara: la Campania e la Sicilia sono le due regioni con il più alto tasso di cittadini che percepiscono il sussidio, subito seguite da Puglia, Lazio e Lombardia. Ma, spesso, questo primato coincide con un altro ben meno gratificante: l’ultima indagine sull’economia regionale realizzata da Demoskopika rivela, infatti, che col crescere del tasso di lavoro irregolare aumenta anche il numero delle domande per il reddito di cittadinanza.

In altre parole, le regioni con più impiegati “a nero”, tra cui la Puglia con 227mila occupati non regolari, sono quelle che usufruiscono maggiormente del sostegno economico beffando lo Stato. La “manovra del popolo” può, dunque, fornire una considerevole assistenza alle famiglie più povere del nostro Paese, ma non cancella i deficit del mercato del lavoro italiano. E, soprattutto, non contrasta il mercato “a nero”, da sempre una piaga che nuoce all’intera società.