Complice questa calda e luminosa coda estiva, che esalta la voglia di viaggiare, conoscere, lasciarsi incuriosire, riprendiamo i nostri giri consueti tra i borghi del Sud, con destinazioni, forse, atipiche. Atipiche perché oggi andiamo in una parte di mezzogiorno assai poco esplorata dal turismo. Tantomeno di massa. E meno male! Verrebbe da dire, per motivi che non è il caso ora di stare a ricordare e rimarcare.
Ecco, allora, due rapidi sguardi su altrettanti borghi abruzzesi. Sì, siamo in terra d’Abruzzo. Gli Abruzzi, anzi, come si diceva una volta a testimonianza delle varie specificità presenti, un po’ come per le Puglie, più vere e credibili rispetto ad un’idea monocorde, dunque sostanzialmente amorfa, di Puglia.
I nostri paesini odierni sono teatini, figli dell’antica terra di Teate, l’attuale Chieti, importante avamposto dei Marrucini, vecchio popolo italico.
Altro entusiasmante capitolo che dice la grandezza di una Penisola, di una cultura (di tante culture, per la verità), di una geografia. La penisola è quella italica, più che “italiana”. Popoli, tradizioni, costumi. Storie che precedono la stessa Roma e che raccontano la ricchezza di una terra piccola e grande insieme. Si pensi agli Osci, la cui eredità avverti nei luoghi, nei manufatti, nella lingua.
Uno scorcio di Pietraferrazzana
Le aree abruzzesi offrono molto in questo senso. Eccoci a Pietraferrazzana, uno dei paesi più piccoli dell’Italia intera e non solo d’Abruzzo. Minuscola perla, vanta lo scenario del lago di Bomba, realizzato artificialmente sul fiume Sangro. Quanto al paesello, dell’antica rocca sopravvivono solo alcuni ruderi, mentre sempre eternamente ben visibile è il particolare sperone di roccia su cui Pietraferrazzana sorge, in un tutt’uno omogeneo tra storia e geologia.
Nessun confine, insomma, tra le case e la roccia, come nella più classica delle condizioni dei paesi d’altura. Bellezza semplice e senza limiti. È una zona, questa, di piccoli e minuscoli borghi, tra Abruzzo e Molise. Nomi a volte fascinosi, a volte impronunciabili. Terre che hanno respirato anche il dialogo con altre culture, non sempre facile ma di sicuro arricchente. Ed ecco i centri molisani di antica lingua croata, tra i quali abbiamo visitato Acquaviva Collecroce (Cb), ma questa storia merita un trattamento a parte.
Un’area da visitare e riscoprire, insomma. Dove non si può non andare se si vuol capire questa piccola patria interna appenninica. Oppure, se preferite, dove si può anche non andare, non pensare di andare. Se solo, però, si volesse davvero far finta di non capire una delle direzioni che possono prendere (e, forse, devono, dovrebbero prendere) il nostro sguardo e il nostro orientamento.
Circa il turismo, circa l’economia stessa: di prossimità, a portata di mano e d’uomo, sostenibile. Ma torniamo alla bellezza. Roccascalegna, profondo abruzzese e, appunto, teatino, è terra caratterizzata da una rocca antica e a strapiombo. Qui sei in uno dei tantissimi splendori dell’Italia cosiddetta interna. Un luogo ormai sempre più fotografato e ricercato dai palati fini dello sguardo.
Il castelllo di Roccascalegna
Racconta molto anche del mezzogiorno propriamente appenninico. Chieti e la sua zona, come si vede, hanno tanto da offrire culturamente e “turisticamente” (intendiamoci: il turismo mica è una brutta parola, va solo capito, conosciuto, metabolizzato). Anche Chieti città è bella ed elegante. Il corso, il teatro, i paesaggi. Ci torneremo. Provincia e capoluogo meritano una visita approfondita. Vicine anche Pescara e L’Aquila, la sofferente L’Aquila. E noi siamo sempre lungo il viaggio.
Un viaggio che, apparentemente, sfugge allo stereotipo del Sud tutto sole e spiagge, per ricordarci che queste nostre terre sotto Roma (come già quelle oltre la Capitale, per tacer dei monti Albani o delle isolate alture del centro Italia, cosiddette “antiappenniniche”) sono spesso anche aree isolate, innalzate non a caso ad altitudini elevate, località talvolta persino difficili da raggiungere, addirittura montane. Posti utili però a cercare qualcosa, magari un rinfrancante silenzio di bosco. E forse anche a trovare, a ritrovarsi.
In alto, una suggestiva immagine di Pietraferrazzana. Foto di Paky Cassano
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