Carpino, tra i più piccoli comuni del Gargano, vive e rivive anche nel 2019 la magia del suo festival, dall’8 al 10 agosto in piazza del Popolo. Un’edizione che, quest’anno, ha rischiato di saltare, per l’annunciata indisponibilità dei volontari dell’associazione organizzatrice a proseguire, dopo 23 anni, nell’impegnativa missione, e che, invece, sotto il titolo di Carpino in Folk, grazie all’iniziativa dell’amministrazione comunale e al contributo di Regione e Teatro Pubblico Pugliese, continuerà a dar lustro alla lunga e antica tradizione del primo grande festival pugliese della musica popolare.
La manifestazione affonda le sue radici nella riscoperta della musica popolare, diffusa in Italia a metà ‘900. La Puglia degli estremi fa da terreno fertile: da una parte la pizzica nel Salento, dall’altra le arie popolari garganiche.
Si parte l’8, con Folk Atomic, di Mimmo Cavallaro e Peppe Barra. Il 9 agosto a salire sul palco di piazza del Popolo saranno Terra Battuta, Nuova Compagnia di Canto popolare e Rosapaeda. Il 10 ad esibirsi saranno Rachele Andrioli e Rocco Nigro, Cisco dei Modena City Rumblers e i Cantori di Carpino.
Un programma che non tradisce le aspettative e che, in continuità con gli anni precedenti, garantirà qualità dello spettacolo, divertimento e cultura.
Si devono ad Alan Lomax e a Diego Carpitella i primi studi sulle tradizioni musicali di Carpino e del Gargano. Furono individuati più di 50 documenti sonori, testimonianze che rischiavano di scomparire.
Sannicandro Garganico, Cagnano Varano, Monte Sant’Angelo gli altri paesi interessati. A Carpino operava in quegli anni il celebre gruppo dei “Cantori”, musicisti in chitarra battente. Verranno invitati in tutta Italia ad esibirsi.
Nasce l’attenzione per questa musica popolare e per ballate sepolte dall’oblio. Importante anche il ruolo del regista teatrale campano Roberto De Simone. Poi tante altre ricerche fin quando Eugenio Bennato e Carlo d’Angiò, con i Musicanova, pubblicano nel 1976 “Garofano d’ammore”, opera che fa conoscere i sonetti dei Cantori di Carpino.
Nei primi anni ‘90 la scintilla: la nascita del festival, idea di Rocco Draicchio, musicista nativo di Carpino, grazie anche ad un’associazione preposta allo scopo.
Musica, danza e teatro, workshop, cinema e libri: tutto a tema folk. Ma spazio a ciò che è cultura e identità, in un’ottica di promozione e conoscenza. Un filosofia che è il taglio di questa manifestazione.
L’occasione è anche un pretesto per visitare il Gargano e Carpino, paese dell’olio e delle fave. Bella l’agorà principale, piazza del Popolo, scenografica e simmetrica.
Ma qui è rinfrescante il paesaggio. Carpino s’eleva su un delizioso poggio, quasi principesco, in un territorio che offre davvero tanto, tra acque (mare e laghi), foreste, monti, storia, arte. E a Carpino, come si vede, anche musica, musica popolare e storia culturale delle genti di queste borgate.