A Bitonto il jazz è di casa e Bitonto è diventata la casa del jazz. Merito del festival che ogni anno, ormai dal lontano 2001, l’associazione In Jazz organizza in piazza Cattedrale, dal primo al quattro agosto, col fine di diffondere la cultura di questa musica così affascinante e sempre nuova nelle sue infinite variazioni stilistiche e strumentali.
Il Beat Onto Jazz Festival è, infatti, uno dei pochi eventi nel suo genere e del suo livello totalmente gratuito, caratteristica che consente a chiunque – cultori della materia o semplici e curiosi ascoltatori – di fruire di uno spettacolo di assoluto spessore, in termini di proposte artistiche, esecuzione e organizzazione.
La presenza di una platea sempre più numerosa è ormai una certezza per l’evento musicale, il cui motore instancabile è l’avv. Emanuele Dimundo, presidente di “In Jazz” e direttore artistico della rassegna, che si avvale della consulenza di Alceste Ayroldi, critico musicale e storico presentatore del festival. Ma il successo di queste serate oltre che a Dimundo si deve a tutti i soci di In Jazz, uniti nello sforzo di far combaciare ogni tassello dell’intricato mosaico, e al vicepresidente, l’arch. Carmine De Renzio, in grado di intercettare fondi privati e incrementare, in modo sostanzioso, il budget messo a disposizione dall’amministrazione comunale.
“Vorrei cominciare questa intervista spiegando che il nostro è un festival internazionale, anche se non è evidenziato nel nome. Ci tengo a sottolinearlo: la caratura, oltre che la provenienza dei musicisti, va ben oltre la scena nazionale”, spiega Dimundo.
Da Diane Schuur a Leszek Mozdzer e Lars Danielson, da Pieranunzi a Danilo Rea e Roberto Gatto, Da Bob Mintzer a Mike Stern, solo per citare alcuni artisti, è, infatti, impressionante l’elenco delle star che hanno calcato il palcoscenico del Beat Onto Jazz in questi diciannove anni.
“Quest’anno il festival è dedicato a uno strumento particolare, che si è affermato successivamente nel mondo del jazz, ossia la fisarmonica. E con essa anche l’armonica. Iniziamo -riprende Dimundo- proprio con un armonicista catanese, Giuseppe Milici, ospite della cantante brasiliana Selma Hernandes, accompagnata da Luigi Rana alla chitarra, Filippo De Salvo al basso e Saverio Petruzzellis alla batteria. Subito dopo, si esibirà un fisarmonicista francese, Vincent Peirani, che utilizza la fisarmonica in modo innovativo, fuori dagli stilemi classici. Il Thrill Box è composto oltre che da Peirani, da Michel Benita al contrabbasso e Benjamin Moussay al pianoforte”.
Protagonista della seconda serata sarà la fisarmonica usata nel tango argentino. Ad aprire le danze, il conterraneo Vince Abbracciante col suo bandoneon, al centro di un nuovo e interessante progetto: “Terranima”. Accompagnato da bravissimi musicisti come Aldo Di Caterino al flauto, Nando Di Modugno alla chitarra, Giorgio Vendola al contrabbasso e Pino Basile alle percussioni, avrà come ospite il clarinettista Gabriele Mirabassi.
Subito dopo si esibirà “una formazione internazionale molto ricercata in questo periodo, per la fama di ognuno degli elementi che la compongono. Ad accompagnare il leader, il noto chitarrista Kurt Rosenwinkel, c’è un talentuoso pianista, Aaron Parks, astro nascente del pianismo americano. Invito -prosegue il direttore artistico- ad ascoltare i pochi ma bellissimi dischi che ha prodotto come compositore”. Completano l’ensemble, il contrabbassista Eric Revis e un batterista molto noto nel suo ambiente, Jeff Tain Watts.
Un’apertura al blues è prevista nella terza serata. Joyce Yuille, cantante afroamericana che da anni vive in Italia, sarà accompagnata da Daniele Gorgone al pianoforte, Marco Piccirillo al contrabbasso e Pasquale Fiore alla batteria.
A seguire, una formazione italiana di rilievo internazionale, quella di Rita Marcotulli e Luciano Biondini, impegnati nel progetto “La strada invisibile”. “Varato qualche anno fa, non è stato valorizzato come merita. È una mia specifica richiesta rivolta direttamente ai due musicisti. Nei brani proposti -spiega Dimundo- c’è molto virtuosismo, ma non fine a stesso, ricco di costruzioni importanti anche dal punto di vista melodico”.
Oltre alla presenza della fisarmonica, altro tratto distintivo di questa edizione del Beat Onto Jazz Festival sarà la batteria, suonata da artisti di fama mondiale. Oltre al già citato Watts, si assisterà, infatti, al gradito ritorno di Paul Wertico, già nella formazione di Pat Metheny, che apre la quarta serata con Open Frontiers Project. La band è completata da Raimondo Meli Lupi alle chitarre, John Helliwell ai sassofoni e Gianmarco Scaglia al contrabbasso.
Ospite clou del festival, nella serata di sabato 4 agosto, Horacio “el Negro” Hernandez con il suo Italuba Quartet. Quello di Bitonto, per il talento cubano, è uno dei tre concerti del minitour estivo nel Bel Paese. Con lui, a far esplodere di ritmo la piazza, Ivan Bridon al pianoforte, Daniel Martinez al basso elettrico e Amik Guerra alla tromba.
Quella di quest’anno, stando alle parole del direttore artistico , si prospetta come un’edizione “inaspettatamente ricca”: infatti, a poco a poco, l’idea di mettere da parte risorse da investire l’anno prossimo nell’edizione del ventennale, ha ceduto il passo alla voglia di organizzare uno spettacolo all’altezza della tradizione e della fama del Beat Onto Jazz Festival, sempre attento ai progetti più interessanti che si affacciano sulla scena della musica afroamericana. E, dunque, tutti in piazza Cattedrale, a Bitonto, da giovedì primo agosto, per una kermesse che si preannuncia, al solito, davvero scoppiettante e ricca di novità.