Erano partiti in otto ma sono rimasti in quattro a contendersi lo scettro di Magnifico Rettore dell’università “Aldo Moro” di Bari. Si dovrà attendere la terza votazione, martedì 25 e mercoledì 26 giugno, per conoscere il nome del successore di Antonio Felice Uricchio, che sarà al timone dell’ateneo sino al 2025.
In lizza, i professori Roberto Bellotti, Stefano Bronzini (che sei anni fa, proprio contro Uricchio, giunse secondo), Pierdomenico Logroscino e Angelo Vacca.
Dopo lo scrutinio della prima tornata elettorale (il 29 e 30 maggio), gli altri quattro contendenti – Gaetano Vitale Celano, Massimo Di Rienzo, Loreto Gesualdo e Giuseppe Pirlo – si sono ritirati. Nelle prime due votazioni nessuno dei candidati ha riportato, come previsto da regolamento, la maggioranza assoluta delle preferenze. Così, i quattro docenti rimasti in gara dovranno affrontarsi per la terza volta.
Il favorito rimane Stefano Bronzini che, sia nel primo turno (398,0382 voti ponderati) sia nella seconda votazione (525,3244), si è classificato al primo posto in graduatoria, distanziando, sia pure di poco, il collega Angelo Vacca, secondo in entrambe le tornate elettorali (355,4137 e 467,4044 voti ponderati). Al terzo posto rimane stabile il prof. Bellotti, prima con 282,0499 e poi con 394,3882 voti ponderati.
Se anche nella terza votazione nessun candidato dovesse raggiungere la maggioranza assoluta delle preferenze, si procederà con il ballottaggio (previsto il 4 e 5 luglio) tra i due candidati che la prossima settimana avranno riportato il maggior numero di voti. In caso di parità, diventerà rettore il candidato più anziano nel ruolo.
“La realtà accademica sta vivendo un momento di rilancio. Il rettore Uricchio ha lasciato una forte impronta -dichiara Ivano Barnaba, rappresentante degli studenti nel senato accademico- ma c’è ancora tanto da fare per portare in alto il nome della nostra università. Ancora oggi, non è stata rivolta particolare attenzione alle strutture universitarie e all’innovazione nell’ambito della didattica. Vorremmo che il prossimo rettore ponesse al centro del proprio mandato un maggior interesse verso le problematiche degli studenti, ristrutturando gli spazi del nostro ateneo, rendendo la didattica più professionalizzante e creando un ponte diretto tra università e mondo del lavoro”.
Per Barnaba, studente di medicina, “i programmi dei finalisti, seppur differenti, sono tutti validi: confidiamo nella più viva collaborazione con il futuro rettore per far valere la voce degli studenti. Serietà, coerenza e trasparenza: sono queste le caratteristiche essenziali che ci aspettiamo dal futuro magnifico”. Ma diamo uno sguardo, in breve, ai profili dei quattro aspiranti al ruolo di rettore.
Stefano Bronzini è titolare della cattedra di Letteratura inglese al corso di laurea in Lettere (triennale e magistrale). Già sei anni fa tentò la scalata alla guida dell’ateneo, ma fu preceduto da Antonio Uricchio. Si occupa di Lingua e Letteratura inglese dal 1991 (a Bari dal 1997). Dopo la laurea in Lettere ha vinto diverse borse di studio e ha perfezionato la propria formazione al Centro Studi Americani di Roma e alla Columbia University di New York. Ricercatore di Lingua e letteratura inglese dal 1989, nel 2000 è nominato professore associato a Bari. Dal 2004 docente straordinario e dal 2007 ordinario, sempre a Bari. Dal 2018 è direttore del dipartimento di Lettere, Lingue Arti. Italianistica e Cultura Comparate (ex facoltà di Lettere).
Il suo programma da rettore (22 pagine) s’intitola “Linee programmatiche, ovvero appunti per un viaggio dalla A alla Z” e sottolinea la funzione pubblica e generalista dell’università. Per lui “ricerca, formazione e terza missione costituiscono un unico orientamento da perseguire”. L’importante è “individuare la direzione, aver presente la responsabilità del viaggio e non volerlo affrontare da soli. Si parte e si arriva insieme”. Ventisei punti, in ordine alfabetico – dalla A di accademia alla Z di zippy, passando per la S di studenti, la Q di qualità e la L di lungimiranza – per presentare l’idea di un’università che sia “un laboratorio d’idee e non semplice contenitore: un ateneo pubblico coraggioso e innovativo, ma anche moderno e meritocratico”.
Angelo Vacca, classe ’56, è stato prorettore dell’università barese dal 2015 al 2018, nonché presidente della Società italiana di immunologia clinica e allergologia. È direttore della U.O.C. di Medicina interna universitaria “G. Bacelli”, mentre dal 2005 è professore ordinario di medicina interna. Laureato a Bari nel 1980 in Medicina e chirurgia, si è specializzato prima in Ematologia generale (1983) e poi in Medicina interna (1993). Per tre anni ha studiato al Ludwig Institute for Cancer Research – Lausanne Branch di Losanna, in Svizzera. Insegna Medicina interna e Chemioterapia antineoplastica in diversi corsi di laurea e di specializzazione all’ateneo di Bari.
Le 23 pagine di programma per la sua candidatura a rettore iniziano con la frase di Alfred North Whitehead, filosofo e matematico britannico: “Bisogna associare nell’università gioventù e maturità in una visione immaginativa dell’apprendimento… Un’università o è immaginativa o non è niente, in ogni caso nulla di utile”. In sintesi, il programma di Vacca prevede una “università rinnovata e rinnovatrice”, le cui linee d’azione siano incentrate sulla “costruzione di un’azione dinamica di governo dell’ateneo”, con un’offerta formativa sostenibile e qualificata. “La grande ricchezza di discipline presenti nella nostra università ci consente di realizzare percorsi formativi interdisciplinari e fortemente innovativi, grazie anche al coinvolgimento diretto degli studenti”, spiega.
Roberto Bellotti è ordinario di Fisica applicata del dipartimento interateneo di Fisica “M. Merlin”. Laureato nel 1988 con 110/110 in Fisica, ha vinto una borsa di studio industriale nel 1990 e una – nel 1991/1992 – da parte dell’Istituto nazionale di fisica nucleare. Ricercatore dal 1992 al 1998, nel 1999 (e sino al 2017) è stato docente associato di Fisica sperimentale. Nel 2013 consegue l’abilitazione scientifica nazionale di professore ordinario in Fisica applicata e Fisica sperimentale. Insegna Fisica medica alla facoltà di Medicina ed Elaborazione di segnali ed immagini al corso di laurea magistrale in Fisica. E’ direttore del Dipartimento interateneo di Fisica “M. Merlin” e membro della commissione nazionale del MIUR per il conferimento dell’abilitazione scientifica nazionale alle funzioni di professore universitario di prima e seconda fascia in Fisica Applicata, Didattica e Storia della Fisica.
Nel suo programma presenta “tre assi cartesiani” di riferimento per il rilancio dell’ateneo barese: impegno, condivisione e trasparenza. Per il prossimo sessennio Bellotti propone maggior accentramento e “un numero di delegati sostanzialmente ridotto”, al fine di ottimizzare le attività. Uno dei problemi maggiori, per il fisico, è che “oltre 40 mila studenti pugliesi sono immatricolati in università non pugliesi”, circa cioè il 30% della popolazione studentesca universitaria di casa nostra: un fenomeno che va duramente contrastato “in modo chiaro e netto, ponendo gli studenti al centro della scena universitaria”.
Pierdomenico Logroscino, classe ’69, si laurea a Bari, in Giurisprudenza, con 110 e lode con una tesi in Diritto costituzionale. Nel 2000 diventa dottore di ricerca in Diritto pubblico dell’economia. Nel 2001 è docente associato di Diritto pubblico comparato alla facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo barese. Dal 2016 è ordinario di Istituzioni di diritto pubblico e da allora insegna, con tale qualifica, nel dipartimento di Economia, Management e Diritto dell’impresa. È stato ricercatore all’università di Westminster a Londra, mentre tra il 2003 e il 2004 ha svolto attività di ricerca e di collaborazione post-laurea all’università di Brasilia. Attualmente è titolare degli insegnamenti di Diritto pubblico nei corsi di laurea in Economia aziendale nelle sedi di Bari e Brindisi dell’università “Aldo Moro”.
Nelle sue 12 pagine di linee programmatiche si prefigge di “migliorare l’efficienza e incrementare le risorse disponibili”, dando priorità agli “investimenti produttivi” come quelli “nelle infrastrutture e nei mezzi per lo svolgimento quotidiano del lavoro accademico”, alla dotazione strumentale, organizzativa e finanziaria indispensabile alla ricerca, alla didattica di qualità e alla terza missione. Particolare attenzione agli “investimenti sui giovani”, per lui “sempre produttivi”, perché “nessuna società può prosperare senza di loro: senza i giovani non c’è università”. L’istituzione accademica, per Logroscino, deve “contribuire a elaborare le linee progettuali di medio periodo dello sviluppo territoriale”.
La terza votazione, come le prime due, si svolgerà nell’Aula Stifano, al piano terra del Palazzo Ateneo (ingresso da piazza Umberto): il primo giorno dalle 9 alle 19 e il secondo dalle 9 alle 16.
3.109 sono gli aventi diritto al voto: professori di ruolo e ricercatori (1.392), rappresentanti degli studenti e dei dottorandi nel senato accademico, nel consiglio di amministrazione e nei consigli di dipartimento (315), il personale tecnico-amministrativo ed esperti linguistici e docenti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato (1.402). E ora, finalmente, vinca il migliore, anzi il Magnifico!