A Molfetta è Meltin’ pot la finestra dei giovani sulla politica

Simone Del Rosso, Arciorizzonti, e Adriano Failli, Giovani Democratici, illustrano le iniziative per risvegliare la partecipazione e riportare il dibattito in piazza

Meltin’ Pot è uno spazio sperimentale, una finestra di dialogo e confronto su temi di attualità, spesso ignorati soprattutto dai più giovani. L’ambizione è quella di riportare alla realtà dibattiti che oggi vengono superficialmente affrontati sui social. Vorremmo che questa finestra resti sempre aperta al confronto, alle nuove forme di partecipazione: ci aiuti a portare avanti questo progetto?”.

È la dichiarazione posta in apertura del questionario che gli organizzatori del format Meltin’ Pot propongono ai partecipanti per valutarne gli aspetti positivi e negativi e individuare futuri argomenti di discussione. L’evento si svolge a cadenza trimestrale ed è inserito in una rosa di attività proposte dallo spazio teatrale (e non solo) Pro Loco Babilonia di Molfetta, gestito da Marco Grossi e Marianna de Pinto. Nel 2018 la compagnia teatrale Malalingua, già attiva da tempo, ha deciso di espandere la propria offerta culturale, fino ad allora riservata alla sola attività drammatica, approfittando del più ampio spazio acquisito nella nuova sede.

Ne è seguita una ridefinizione degli obiettivi del gruppo, che ha portato alla nascita della realtà che prende il nome di Pro Loco Babilonia dalla fusione delle due istanze che la contraddistinguono: la componente locale, vista la centralità delle Pro Loco nell’organizzazione delle attività culturali sul territorio, e l’approccio multiculturale, che caratterizzava l’antica città mesopotamica.

Adriano Failli prende parte al dibattito sulle proposte dei candidati alla segreteria del Partito Democratico, organizzato a febbraio dai Giovani Democratici di Molfetta

Tra le iniziative proposte nell’offerta culturale ricordiamo il Tea Time, che prevede la declamazione di poesie mentre si degustano tè e dolci fatti in casa in un’atmosfera vittoriana, il Club del Libro, che si riunisce ogni mese per discutere su un romanzo scelto nell’incontro immediatamente precedente, e Meltin’ Pot, il format suddetto che lo scorso mese è giunto al suo secondo appuntamento e su cui porremo la nostra attenzione.

Gli ideatori, nonché organizzatori, dell’attività sono due giovani molfettesi di 21 anni, Simone Del Rosso e Adriano Failli che abbiamo intervistato. Negli ultimi anni entrambi hanno militato nelle associazioni giovanili dei partiti di sinistra e, attualmente, sono attivi in ambito politico e sociale: Simone fa parte dell’organo direttivo di Arciorizzonti, mentre Adriano è il coordinatore dei Giovani Democratici.

La loro iniziativa consiste nella proposizione di un tema di attualità di vario interesse (sociale, politico, culturale, ambientale) al pubblico partecipante, il quale si trova a discutere in tavoli di lavoro sulle micro-aree del topic analizzato. Per ogni tavolo è presente un facilitatore, che affida ai vari componenti del gruppo le mansioni di leader, il quale espone l’idea partorita dalla discussione nella plenaria conclusiva, di timer, che regola i tempi degli interventi, e di segretario, che prende nota delle argomentazioni.

La discussione ha durata di 45 minuti circa, e a essa segue il confronto tra i componenti delle tavole rotonde. “In questa realtà manca lo step successivo, quello della proposta vera e propria” spiega Adriano. “Ma ciò rientra nell’ottica del gioco. La proposta non deve esserci: non dobbiamo fare sintesi. Noi cerchiamo i punti di divergenza per far discutere: è questo lo scopo del format”, prosegue.

I temi trattati finora hanno riguardato l’Unione Europea, intesa nel suo funzionamento e nella sua configurazione, e il lavoro: il primo argomento ha avviato l’iniziativa per il suo carattere inclusivo che ha portato alla partecipazione di numerosi giovani provenienti da progetti Erasmus e dalle realtà politiche locali e ha anche attirato volti nuovi grazie al passaparola. Il secondo tema, più specifico, è stato scelto sulla base dei gusti del pubblico, emersi nei questionari proposti a fine serata, e vi hanno preso parte anche esponenti della Cgil cittadina.

Simone Del Rosso partecipa al progetto europeo KA3 come attivista politico

Meltin’ Pot, che Simone e Adriano definiscono un esperimento, risponde a un bisogno: far confrontare i ragazzi su tematiche di attualità e politica secondo una metodologia ludica che è propria di tutte le attività di Pro Loco Babilonia. “Secondo l’idea iniziale, l’evento doveva presentarsi come un convegno, un dibattito frontale tra le fazioni politiche della città -riferisce Simone- che avrebbero discusso sul tema. Ma l’idea si sarebbe rivelata poco attrattiva per i giovani che sono fuori dalla militanza politica, e noi volevamo arrivare soprattutto a loro. Molti, inoltre, per paura di non sentirsi abbastanza preparati, non avrebbero partecipato. Perciò abbiamo elaborato una nuova proposta: un format in cui il ragazzo partecipa attivamente alla discussione in una tavola rotonda leggendo documenti ufficiali e preparando un elaborato”.

“Abbiamo mutuato l’idea da Luciano Lopopolo, presidente di Arcigay, che -prosegue Simone- ha sempre adottato questa metodologia di confronto e apprendimento non formale nel corso della sua carriera proprio per creare un’atmosfera di comunità (Luciano ha, peraltro, partecipato al format pilota come facilitatore, ndr). Abbiamo provato a innescare uno stimolo, e credo che l’azione si sia rivelata più utile delle parole di un politico che espone la propria idea”.

Ma i due giovani molfettesi non sono nuovi a questo tipo di dibattimento: infatti, a fine 2017 hanno partecipato a un dibattito pubblico che ha riunito nella piazza centrale le giovanili dei partiti molfettesi in vista delle elezioni politiche dello scorso anno, ma hanno rilevato come questa forma di dibattito standard in piazza non sia stato seguito dalle ultime generazioni nonostante il coinvolgimento dei giovani.

Detto ciò, viene spontaneo domandarsi dove abbia origine il bisogno di fare comunità avvertito nella città di mare. È Simone a farci un quadro chiaro della situazione sociale, politica e culturale della sua città: “Nell’ultimo periodo a Molfetta si sta muovendo qualcosa: Pro Loco Babilonia estende la sua offerta culturale cercando di coinvolgere più giovani. Tesla, lo spazio musicale di Molfetta, ritorna attivo. Nasce Arciorizzonti. Questo avviene perché ci troviamo in un contesto storico che a livello nazionale registra una grande domanda di aggregazione sotto ideali politici e culturali condivisi, e, nonostante a livello sociale facciamo parte di una società individualista per il sistema economico-sociale vigente, in questa fase politica si avverte molta reazione: si vedano gli scioperi e le grandi manifestazioni che hanno visto tanti cittadini scendere in piazza nell’ultimo mese.

“In tutto il Paese è evidente il bisogno di riaffermare i diritti civili e sociali”, spiega. “A livello locale, invece, fino a pochi mesi fa -prosegue- la militanza attiva in associazioni, politica e corpi intermedi di sinistra si era spenta, e la partecipazione cittadina era dormiente; ma negli ultimi sei mesi si è rivitalizzata la volontà di fare rete da parte delle nuove generazioni”, conclude.

Alle sue considerazioni si aggiungono quelle di Adriano, che ricordiamo attivo nei Giovani Democratici: “Anche dal punto di vista partitico noto una reazione. Negli ultimi mesi la giovanile del Partito Democratico di Molfetta è cresciuta a vista d’occhio: fino a poco tempo fa eravamo appena 8, mentre nell’ultima assemblea eravamo in 20, molti dei quali liceali. Non sono numeri esorbitanti, ma posso assicurare che siano numeri importanti in un momento di crisi politica e partitica come quello che stiamo vivendo.” È evidente, dunque, una forte ripresa di iniziativa dei cittadini di Molfetta, che si stanno orientando quasi spontaneamente e in contemporanea verso forme di politica essenziali dopo aver subito un’interruzione generale forse dovuta all’allontanamento della politica tradizionale dalla sua base comunitaria.

Gli attivisti Simone Del Rosso e Adriano Failli

Tuttavia, il dato sorprendente si registra non tanto nel fatto in sé, considerando l’andamento ciclico di certe dinamiche, quanto nei luoghi e negli animi che avvertono l’esigenza di un nuovo corso e si impegnano realmente nel realizzarlo: si tratta dei contesti artistici e ricreativi che inducono il popolo a fare comunità; si tratta degli animi dei giovani che rispondono quasi istintivamente al proprio spirito sociale, facendo eco a tanti intellettuali, letterati e studiosi che si sono succeduti nel corso dei secoli rivendicando il medesimo valore umanitario che è alla base della politica in senso stretto: si pensi alla filantropia greca, all’humanitas ciceroniana, alla social catena di Leopardi o agli ideali della Resistenza alla base della nostra Repubblica, che giungono fino a noi ispirandoci nelle nostre azioni.

In questo momento storico, non resta che interrogarci realmente su quale sia il nuovo volto che la politica ha bisogno di darsi per riguadagnare un terreno usurpato dalla corruzione e oltraggiato dall’indifferenza delle autorità istituzionali. I due giovani molfettesi, a fronte delle loro esperienze politiche e sociali, della loro gioventù e della loro militanza in associazioni e corpi intermedi, auspicano una viva sinergia tra la politica istituzionale e la cittadinanza attiva, e possiamo rintracciarla nelle loro testimonianze.

Simone dichiara con autorevole fermezza che “c’è un mondo fuori dai partiti politici che si rimbocca le maniche: numerose associazioni e realtà giovanili, apartitiche e apolitiche, non si interessano di attualità ma fanno cittadinanza attiva: la stessa Arciorizzonti è nata con l’obiettivo di occuparsi delle fragilità attraverso lo spirito di cooperazione con le altre realtà presenti nei paesi limitrofi. Più si è, più si riescono a fare progetti importanti. La politica, per riformarsi, ha bisogno di cambiare stile: riconoscere queste realtà e aiutarle. Per me politica è occuparsi degli altri, mettersi a disposizione degli altri senza aspettarsi utili, rappresentarne i bisogni, trovare soluzioni ai problemi sociali, portarle nei palazzi del potere e attuare concretamente.

Adriano afferma con avveduta moderazione che “politica è mettersi a disposizione e costruire, perché la politica si realizza anche nella proposta, nella sintesi dei bisogni della gente. Essendo attivo in quella realtà, posso dire che il ruolo del partito sia quello di intercettare i bisogni e di elaborare una proposta che, attraverso le istituzioni, risolva un problema in modo permanente. Il servizio alla comunità è una soluzione sì immediata, ma temporanea del problema”.

“È nel palazzo che si regolamentano le soluzioni attraverso provvedimenti legislativi, ma, pur avendo una sede istituzionale, la politica non deve arroccarsi e perdere il contatto con la strada. Il compito del corpo intermedio, che è il partito, è gestire il rapporto tra il potere e la base. Lo stesso Partito Democratico era diventato un comitato elettorale: nella sezione si parlava di temi amministrativi, tecnici, e una proposta non si fa con i tecnicismi. Noi siamo i primi a condannare questa deriva e ci impegniamo affinché qualcosa cambi”, conclude

Nell’immagine in alto, Simone e Adriano presentano il primo appuntamento di Meltin Pot presso la sede di Pro Loco Babilonia