Classe ‘76, docente di Lettere classiche al liceo “Carmine Sylos”, Francesco Brandi è il nuovo segretario del circolo bitontino del Partito Democratico, il volto nuovo su cui i Dem hanno deciso di puntare per il dopo Naglieri.
È stato per un anno presidente di Città Democratica e, proprio con la lista civica fondata nel 2007, si è candidato alle amministrative del 2017, conquistando un posto tra i banchi di Palazzo Gentile, dopo l’ingresso in giunta di Rosa Calò, anch’essa in forza a Città Democratica.
Nelle ultime settimane l’approdo al Partito Democratico, che, passando dall’opposizione alla maggioranza, ha ampliato il numero dei propri consiglieri, grazie anche all’arrivo di Emanuele Abbatantuono (“Tra la Gente”).
Un passaggio, in realtà, largamente previsto: Città Democratica non hai mai fatto mistero di sostenere su scala sovracomunale il Pd, pur restando distante dalle posizioni del circolo cittadino. Divergenze che, negli ultimi anni, si sono attenuate sempre più sino alla tanto attesa pax, siglata proprio con l’approdo di Brandi, neosegretario Dem, nel gruppo consiliare capeggiato da Antonella Vaccaro.
“Città Democratica è sempre stata propensa a intavolare un dialogo con il Partito democratico. Più recentemente il Pd ha trovato in se stesso le motivazioni per instaurare un dialogo più fitto con noi e le intese con i consiglieri Bonasia e Vaccaro hanno reso tutto più semplice”, ha spiegato Brandi.

Con l’arrivo di Brandi e Abbatantuono, il gruppo consiliare dem può ora contare su quattro rappresentanti, ma fatto ancora più importante, è tornato a sedere in maggioranza, dopo esser stato all’opposizione nei primi sette anni di amministrazione Abbaticchio. Una svolta tanto epocale, quanto a lungo meditata: “Sia Città Democratica sia il Partito Democratico sono forze antifasciste che sostengono la democrazia, anche se sono rimaste per tanto tempo su posizioni diverse. Ma era nel normale fluire delle cose che ci si dovesse incontrare: quando un politico spacca, non punta ad unire, non sta facendo politica correttamente. Non sono favorevole alle larghe intese, ma se le forze politiche sono simili bisogna unirsi”, dichiara il neosegretario.
La linea di Brandi, in realtà, ha una prospettiva ancora più ampia: puntare a riunire tutte le forze che si ritrovano nel recinto del centrosinistra. Un’idea che, in realtà, oggi sembra aver attecchito a Palazzo Gentile, se si considera che, eccetto Iniziativa Democratica e Psi, tutte le altre sigle politiche riconducibli a quest’area, sono, insieme, al fianco di Abbaticchio, in una maggioranza che conta 19 consiglieri su 24.
“Non è affatto uno scandalo, come sostengono alcuni, vedere l’attuale consiglio comunale caratterizzato dalla folta maggioranza che si è venuta a creare. Sarebbe stato, al contrario, scandaloso continuare a vedere le realtà di centrosinistra separate le une dalle altre”, commenta Brandi.

“Non abbiamo intenzione di resettare il passato -spiega Brandi- ma di metterlo a disposizione del presente. Ho cominciato a occuparmi di politica in Città Democratica, riponendo fiducia in alcune persone autorevoli che riscuotevano la mia fiducia. Da quel momento mi sono messo a disposizione della città”.
Nel momento storico in cui la stagione del civismo politico, inaugurata dallo stesso Abbaticchio, sembra lasciar spazio al ritorno dei partiti, Brandi stila un bilancio positivo di di quella esperienza: “le liste civiche, durante tutti questi anni, hanno evitato, soprattutto, che il Movimento 5 Stelle diventasse determinante in città”.
“In Italia i pentastellati non sono riusciti a realizzare ciò che avevano promesso, e dal loro fallimento ha preso vigore un nuovo fascismo capeggiato dalla Lega. A Bitonto riusciremo a saltare la stagione di un governo di destra, perché le forze di centrosinistra si sono riunite, e la città può rimanere saldamente antifascista”, spiega Brandi.
Il civismo abbaticchiano si può proclamare ufficialmente chiuso, se si esclude la lista Riformisti Cattolici e Popolari, attualmente unica civica superstite dell’armata scesa in campo a sostegno della ricandidatura di Abbaticchio nel 2017. D’altra parte, l’attuale assetto di Palazzo Gentile non rispecchia affatto quello insediatosi dopo la vittoria del primo cittadino, a causa dei numerosi mutamenti verificatisi negli ultimi mesi.
Alcune forze politiche, di quella grande armata, non sono rappresentate affatto, o sufficientemente, in giunta e questo, inutile nasconderlo, potrebbe creare più di un mal di pancia in maggioranza. “La tempistica con cui sono avvenuti questi mutamenti non è stata lineare e la vigilia delle europee non aiuta certo a riconfigurare l’assetto della giunta”.
Per un eventuale rimpasto di giunta, dunque, così come richiesto ultimamente dal Psi per entrare in maggioranza, secondo Brandi bisogna attendere: “È necessario dare tempo al sindaco e capire se, effettivamente, ci saranno altri cambiamenti”.
Al momento, le priorità del primo cittadino, sembrano altre: è pronto, infatti, a correre alle europee con la lista congiunta di Italia in Comune e +Europa. Un appuntamento elettorale delicato anche in sponda Pd. “È inevitabile che il Pd locale voti i propri candidati alle prossime elezioni. Ma sicuramente non si farà campagna elettorale gli uni contro gli altri. L’obiettivo comune delle forze di sinistra è fermare l’avanzata dei sovranisti. Ogni sincero democratico, all’interno di quest’area, potrà decidere autonomamente se dare la fiducia ad Abbaticchio, votare per noi o per altri candidati”.
Fresco di un così rapido exploit politico, che gli ha permesso, nel giro di un paio d’anni, di sedere per la prima volta in consiglio comunale, ricoprire prima la carica di presidente di Città Democratica e poi di segretario del Pd, il professor Brandi non ha dubbi per il futuro: “La motivazione reale per cui il Partito democratico è entrato in maggioranza è ricostruire il centrosinistra. Il mio obiettivo principale sono le prossime amministrative e se il Pd farà meglio del 2017, per me sarà già un successo. Pensare al post Abbaticchio non è facile. Ci sarà da lavorare ed è importante iniziare subito”.