Trasmettere alle nuove generazioni un patrimonio tanto prezioso come quello del melodramma italiano è un’ambizione del maestro Vitaliano Iannuzzi. Musicista poliedrico, pianista, compositore, ricercatore, ricopre il ruolo di docente di Pianoforte principale, trattati e metodi al conservatorio “N. Piccinni” di Bari.
“Ho pubblicato libri in cui si associa la musica all’algebra. Tutte le mie pubblicazioni -spiega Iannuzzi, che abbiamo intervistato- sono a carattere interdisciplinare: sono convinto che la musica sia il comune denominatore per collegare le varie discipline studiate alle scuole elementari”. Avvezzo, dunque, ad una scrittura indirizzata al pubblico di giovanissimi, che lo ha visto autore fra gli altri, nel 2003, del testo per bambini “Suona la campana”, il maestro ha presentato il suo ultimo libro a Bitonto.
Le sale della galleria nazionale, dopo aver ospitato un concerto del pianista e compositore pugliese, lo hanno nuovamente accolto, nelle vesti di scrittore. “Mamma ti racconto il Petruzzelli” è il titolo del libro pensato da Iannuzzi per stimolare l’interesse verso il mondo della musica lirica anche nei più piccoli. “Come tutte le mie pubblicazioni -afferma- anche questa contiene tre dediche: la prima ai bambini dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII, la seconda al regista Franco Zeffirelli, la terza ai musicisti e artisti della fondazione Petruzzelli”. Il numero tre, emblema della perfezione nella musica e nella religione, come fa notare il maestro, è una costante delle sue pubblicazioni tanto quanto la capacità di mettere in relazione la lirica ad altre forme d’arte.

L’omaggio al mondo del cinema, ad esempio, è evidente in “Mamma ti racconto il Petruzzelli” già nella dedica a Zeffirelli. “Durante una passeggiata per le vie di Bari -racconta il musicista scrittore- mi sono fermato a guardare il Petruzzelli dopo la sua rinascita dall’incendio. Il libro vuol essere sia un omaggio al maestoso politeama barese sia alla cinematografia italiana, in virtù della sua fortuita collocazione della facciata laterale in via Alberto Sordi”. Una curiosa combinazione che non poteva sfuggire all’estro interdisciplinare del maestro Iannuzzi. Un connubio, quello fra opera e cinema, evidente nelle proposte al lettore che l’autore inserisce fra le pagine del libro.
Fra quelle cinematografiche spiccano “Bravissimo”, film in cui il grande Sordi appare nelle vesti di un maestro di doposcuola alle prese con un bambino dalla voce baritonale, e “Il giovane Toscanini” di Zeffirelli, di cui alcune scene furono girate proprio a Bari a fine anni ’80. Vero cavallo di battaglia del libro sono gli spunti per l’ascolto, suggeriti da Iannuzzi mediante l’utilizzo di un’originale tecnica narrativa. Il Petruzzelli viene raccontato attraverso la voce del piccolo protagonista, un bimbo di nome Nicola che dialoga con un nonno appassionato di lirica, che va in giro a raccogliere dischi in vinile dai cassonetti. “Quello che ho fatto è stato estrapolare alcuni passi d’opera presenti nel cartellone del Petruzzelli facendoli diventare dialoghi fra i personaggi”, spiega Iannuzzi.
Così, il lettore si imbatte nell’immagine del nonno che accompagna a scuola il nipotino d’inverno, intonando “Che gelida manina” insegnandogli ad apprezzare l’arte operistica. Fino al punto in cui sarà lo stesso piccolo Nicola a rispondere al nonno con passi de “La Boheme”. Non capita a tutti di avere un nonno innamorato di Mascagni e Puccini, tanto da imitare questi musicisti finanche nelle abitudini alimentari e nell’abbigliamento. Specialmente se a far da sfondo al racconto vi è la Bari Vecchia dei nostri giorni, popolata da gente che non può permettersi di vivere una vita culturale appagante. Il giovane protagonista del libro proviene da una famiglia molto povera, che non è in grado di comprendere i giochetti del nonno, abituato a citare passi d’opera.
“Nicola si reca al Petruzzelli insieme al nonno per assistere agli spettacoli di lirica e, una volta tornato a casa, racconta a sua madre ciò che ha visto e ascoltato in teatro”. Con queste parole il pianista e compositore pugliese spiega l’origine del titolo della sua ultima pubblicazione, un testo di natura pedagogica che propone un’educazione basata sui canoni dell’opera lirica. Sebbene il pubblico a cui Iannuzzi si rivolge è quello delle scuole elementari, “Mamma ti racconto il Petruzzelli” appare ricco di spunti interessanti per ogni fascia d’età. Tra le proposte all’ascolto del maestro, che invita il lettore a sfogliare le pagine del suo libro con un giradischi al fianco, “Addio fiorito asil” tratto dalla “Madama Butterfly” e “In quelle trine morbide” da “Manon Lescaut”, per citarne solo alcune. E l’invito per i più piccoli non è solo quello all’ascolto della musica classica.
“Tornando a parlare di cinema -sottolinea Iannuzzi- all’interno del libro sono stati inseriti alcuni disegni realizzati da Fellini per Cenerentola al fine di spingere i più piccoli a prender matite colorate e a divertirsi disegnando i personaggi delle opere liriche”. Frutto di una consultazione meticolosa dei testi in dotazione alle scuole elementari, totalmente privi di imput volti ad istruire gli alunni sul melodramma, la scrittura di Iannuzzi vuol essere, dunque, una proposta didattica fuori dagli schemi tradizionali.
“Da parte mia c’è la voglia di affidare il libro nelle mani di qualche scuola che possa farne una drammatizzazione a fine anno, per la quale ho inserito anche una traduzione dialettale”, afferma l’autore. Educare il giovane pubblico a frequentare i teatri lirici, al giorno d’oggi, è un’esigenza di fatto. E, non sarebbe un’utopia immaginare tanti bambini che, di ritorno da scuola, proprio come il piccolo Nicola, corrono a casa a raccontare alle proprie mamme la magia del Petruzzelli.
Nella foto in alto, il politeama Petruzzelli di Bari