Un impegno con la memoria onorato dalla Fondazione De Palo-Ungaro. Se Bitonto può contare sul suo museo archeologico, prestigiosa istituzione culturale che ha sede proprio negli ambienti della fondazione, lo deve alle felici scelte di alcuni uomini delle istituzioni. Tra questi, decisivo fu, nel 2004, il ruolo di Giuseppe Andreassi, archeologo e sovrintendente: è stata, così, doverosamente intitolata a lui la Sala dell’arciere del museo bitontino. L’occasione ha visto anche la presentazione dell’ultimo volume di Custode Silvio Fioriello, docente aggregato di Metodologia della ricerca archeologica all’università di Bari, nonché direttore editoriale della rivista Studi Bitontini, dal titolo Poediculorum oppida. Spazi urbani della Puglia centrale in età romana, lavoro che traccia un esauriente quadro storico e insediativo nell’area della Puglia centrale, terra in cui si sviluppò la cultura peuceta.
Una serata, dunque, nel nome della ricerca storico-archeologica sulle vicende antiche della Terra di Puglia e di Bitonto, con ampi cenni sull’esperienza di studioso di Andreassi. Un momento tra storia intesa come ricerca e scienza, da una parte, e come memoria di un grande impegno profuso nel nome del territorio, dall’altro.
A parlare dei temi al centro del volume di Fioriello, oltre allo stesso autore, Nicola Pice, presidente della Fondazione De Palo-Ungaro e sindaco di Bitonto all’epoca della nascita del museo, Rosa Calò, vicesindaco, Nicola Parisi, ricercatore in Progettazione architettonica e urbana al politecnico di Bari.
Nella parte dedicata ad Andreassi, dopo un’introduzione dello stesso prof. Pice sul clima di feconda collaborazione tra enti che portò alla nascita del museo, è intervenuto il presidente del Centro Ricerche di Storia e Arte, Stefano Milillo, soffermandosi sul fondamentale contributo offerto dall’archeologo e da altri studiosi ed accademici allo studio degli aspetti storici e artistici inerenti la città di Bitonto, in totale contiguità coi lavori e le opere del Centro.
Pice ha poi letto un accorato messaggio dell’archeologo ed ex rettore dell’università di Foggia, Giuliano Volpe, rivolto a tratteggiare il profilo umano e professionale della figura di Giuseppe Andreassi. In rappresentanza della famiglia, è intervenuto, in conclusione, Mario, figlio dell’ex sovrintendente, docente di Letteratura greca alla facoltà di Lettere di Bari.
Nella foto (Michele Savino) in alto, da sin. Mario Andreassi, Nicola Pice e Rosa Calò