“Vincent, spero di diventare un artista come te. Io vedo l’immenso della tua anima”. Firmato da Davide, sette anni. E’ il messaggio lasciato, qualche giorno fa, da un bimbo sul guest book della mostra internazionale “Van Gogh Alive – The Experience”, l’attesissima esperienza multimediale e multisensoriale approdata negli spazi appena restaurati del teatro Margherita di Bari. A mostrarlo, con il cuore pieno d’orgoglio, è Daniele Quarto, giovane e intraprendente amministratore barese della Cube Comunicazione, impresa che ha prodotto la mostra insieme a Time 4 Fun.
Un’esposizione dedicata all’arte del grande pittore olandese, ideata dalla società australiana Grande Exhibitions, che si avvale delle più moderne tecnologie con l’intento di creare un ambiente totalmente immersivo per visitatori di ogni età. “Il Margherita nasce all’inizio del ‘900 come teatro di varietà; un luogo per il popolo dove tutti potevano gustare il bello. E’, dunque, la location adatta a realizzare una mostra che permette di rendere l’arte di un grande, come Van Gogh, accessibile a chiunque”, spiega Quarto.
Un progetto rivolto ad un target trasversale, che include sia chi per la prima volta si avvicina all’opera del pittore sia chi mira ad approfondire dettagli mai notati nei dipinti originali. Sono, infatti, questi ultimi ad essere ammirati dal pubblico appena varcata la soglia del gioiello liberty barese: amplificate, scomposte, ad altissima definizione, le più celebri tele di Van Gogh si susseguono, proiettate su enormi pannelli che, rivestendo le pareti interne del teatro, circondano lo spettatore.
Rapito dai paesaggi ritratti dell’artista, finisce per essere inglobato nel mondo dell’artista olandese, mentre siede sul pavimento, comodamente adagiato su cuscini disposti al centro di uno spazio incorniciato dagli schermi. Cinquanta proiettori, una grafica multi-canale e il surround, costituiscono l’attrezzatura tecnica che ha permesso di creare il più coinvolgente degli ambienti multiscreen al mondo. Oltre tremila le immagini in cui il visitatore si trova immerso, fra dipinti di Van Gogh, cartoline dei luoghi in cui visse, parole, citazioni e frammenti di lettere. Uno spettacolare viaggio nell’esistenza di uno dei più travagliati artisti dell’epoca che non può far a meno di una colonna sonora altrettanto suggestiva. Mentre lo sguardo è catturato dai particolari di quadri, ingigantiti dalle proiezioni, brandi di Vivaldi, Lalo, Schubert, Bach, Saint-Saëns, Debussy, Tchaikowskij e Handel arricchiscono e completano l’esperienza di visita.
Un’esperienza che ha inizio con una prima attenta lettura di tabelloni esplicativi che raccontano la vita e le principali opere di Van Gogh, accogliendo i visitatori e conducendoli verso un’esperienza quasi onirica. “Sogno di dipingere e poi dipingo il mio sogno”, è la frase, che si legge dopo aver scostato la tenda nera che segna l’’ingresso in quell’universo multisensoriale, volgendo lo sguardo verso l’alto, su un grande schermo che sovrasta e domina lo spazio espositivo. A quel punto, tornar indietro diviene davvero difficile e, varcata quella soglia, la grande stanza diventa macchina del tempo avvolgendo il pubblico di grandi e piccini fra parole, rumori, suoni e immergendolo all’interno dei celebri dipinti. Ci si ritrova, così, nella camera da letto di Van Gogh dalle inconfondibili pareti blu, per poi vagare fra i petali dei suoi amati girasoli, scorgendo da vicino le luci de “La terrazza del Caffè la sera” fino a perdersi, col naso all’insù, in un cielo stellato di una romantica notte trascorsa sul Rodano.
Non meno coinvolgenti i momenti in cui si viene catapultati fra le mille pagine scritte dalla mano del pittore olandese e che composero il suo complesso epistolario. L’itinerario proposto segue, dunque, il percorso creativo dell’artista, dedicando particolare attenzione al decennio che va dal 1880 al 1890, durante il quale Van Gogh viaggiò da Parigi a Saint-Rémy fino ad Auvers-sur-Oise. Il prezioso teatro sull’acqua, situato in quello che è considerato il salotto della città, regala a Bari una mostra che, come sottolinea Daniele Quarto, merita del tempo per essere vissuta con attenzione. “Visitandola in un quarto d’ora -spiega- si rischia di trarne solo l’aspetto superficiale. Per cui ci vuole almeno un’ora di tempo, fra la parte introduttiva dei pannelli che aiuta a scoprire le tribolazioni dello spirito di Van Gogh, e l’esperienza multimediale”.
Un progetto espositivo che vanta già un gran numero di ingressi dalla sua inaugurazione. “Nei primi tre giorni -afferma l’intraprendente titolare di Cube- a partire dall’opening avvenuto il 6 dicembre nelle prime ore del mattino, in linea con la tradizione nicolaiana, sono stati staccati ben trenta mila biglietti a cui si aggiungono gli ottomila relativi alle scolaresche di tutta la Puglia da cui giungono migliaia di prenotazioni”. Numeri da capogiro che fanno salire Bari ai livelli di grandi capitali europee e che fanno ben sperare a Quarto di poter proporre ancora eventi di questo calibro all’amministrazione comunale. “Noi contiamo su un riscontro della città che sta reagendo bene, poiché c’era fame di questo genere di proposta culturale. Spero che anche altre imprese valutino l’investimento nella cultura e nell’arte come possibile fonte di opportunità economiche”, prosegue Quarto.
E ancora: “Mi piacerebbe avere una concorrenza tale che in futuro possa succedere di trovare il Margherita occupato, di doverlo prenotare con mesi e mesi di anticipo, grazie alle mostre organizzare da altri operatori. Questo l’obiettivo che da barese voglio pormi”. Entusiasmo da vendere per chi ha creduto di rendere fruibile a tutti anche a Bari l’arte di Van Gogh, che affermava: “come il colore sta al dipinto l’entusiasmo sta alla vita”. Una delle tante frasi proiettate sui maestosi schermi del Margherita e rimaste indelebili nella mente dei visitatori.