Lo scandaglio dell’arte nelle viscere della vita

Le singolari "ceramche anatomiche" di Sabino de Nichilo in mostra al museo archeologico De Palo-Ungaro di Bitonto

Come relitti sospesi, i lavori di Sabino de Nichilo si innestano sommessamente tra le tracce del tempo. Il museo archeologico De Palo – Ungaro di Bitonto accoglie la personale “Viscere”, curata da Bianca Sorrentino, di questo artista nativo di Molfetta e residente a Roma, che lavora con grande sapienza la ceramica smaltata, strizzando l’occhio a tecniche ataviche come la lavorazione a colombino, ma proiettando concettualmente il lavoro in una dimensione contemporanea.

Informi, consunti, usurati da un profondo inconscio che spolpa ogni consistenza, le creature, o pezzi di esse, plasmate da de Nichilo si adagiano serenamente sulla sottile linea del tempo che scinde coevo e arcaico, moderno e classicheggiante.

Sabino de Nichilo

Un recupero memoriale nella texture e nei dettagli pseudoanatomici fanno di questo lavoro un racconto strozzato che si innesta a pettine senza turbare il contesto. L’opulenza delle cromie e la manipolazione della materia sottendono un elogio a quella tradizione gloriosa che ha lambito il presente con frammenti del suo passaggio.

Sabino de Nichilo

La forma, spesso ambigua, allusiva, contorta, ma anche fieramente sopravvissuta rende queste sculture un tormentoso resoconto di ciò che resta, di quegli anfratti più torbidi che glissano ogni turbamento, che si espandono organicamente senza decomporne l’anima eterna.

Nelle foto, alcune opere di Sabino de Nichilo in mostra al museo archeologico di Bitonto